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Basta violenze sulle donne, il caso di Vittoria diventi esempio di rivolta contro tutti i mostri

L'editoriale del fondatore di Libreriamo Saro Trovato in merito alla violenza subita da una donna di Vittoria, Ragusa

Una donna ha avuto il coraggio di ribellarsi alle minacce malavitose di un criminale denunciandolo e contribuendo a farlo arrestare. Per noi è un simbolo, un’eroina della lotta contro la violenza sulle donne e contro ogni forma di mafia. Gli italiani abbiano il coraggio di scendere in campo per far vivere il rispetto e la civiltà.

L’ennesimo stupro. L’ennesima violenza su una donna. Non è più accettabile. Non bisogna più cercare alibi, si deve agire con decisione. Troppe vittime innocenti per mano di mostri. È arrivato il momento di finirla. Chi scrive è convinto che il carcere non servirà a nulla. La deviazione criminale non si combatte con la semplice coercizione imposta dalla legge. C’è necessità di educare al rispetto delle donne. C’è necessità di combattere l’arroganza di uomini che pensano che della donna si possa fare ciò che si vuole.

Il caso di Vittoria però rischia di avere un valore simbolico molto importante. Il mostro in questione era già reo di almeno un altro caso avvenuto nel 2018. Ma, non ha avuto nessuna remora nel colpire una povera donna, la quale stava offrendo il proprio aiuto a chi in quel momento lo invocava in nome della moglie che stava male. Non dimentichiamo che il clima culturale di Vittoria, città della provincia di Ragusa, è lo stesso in cui quattro pazzi su un SUV in pieno centro cittadino hanno falciato due bambini uccidendoli, senza nemmeno fermarsi a prestare soccorso.

Sì, il clima culturale di questa città, così come di altre città siciliane, calabresi, campane o di numerosi quartieri delle principali città italiane è quello che con la forza malavitosa si può fare e ottenere ciò che si vuole. Essere delinquenti, essere mafiosi è uno status che crea privilegio: si pretende il rispetto incondizionato, si estorce il consenso, si impone l’assoluta volontà di potenza, la legge è un’optional, si agisce dominando gli altri. In poche parole, la tirannia.

Da italiano e siciliano mi vergogno che possa esistere tutto ciò. Che sia ammissibile che poche persone possano rendere invivibile la quotidianità della maggioranza della popolazione, che per timore e mi dispiace dirlo alcune volte per convenienza, non hanno il coraggio di opporsi al malaffare. Una vera dominazione che trova terreno fertile nella paura di dover fare i conti con chi non ha niente da perdere.

Lo stupro di Vittoria non è semplicemente la follia di un criminale disturbato o l’inaccettabile violenza del branco, è un atto di pura arroganza. La presunzione che essendo malavitoso posso fare ciò che voglio. Purtroppo per lui, questa volta una donna ha avuto il coraggio di denunciare la violenza subita. Un’eroina che non ha accettato di subire l’ennesima violenza: le minacce rivolte a lei e alla famiglia. Non ha avuto nessun timore ad indicare il colpevole.

Per molti ciò appare scontato, ma per chi vive in luoghi e in città dove regna il malaffare ciò è un atto di coraggio. Questa donna ha avuto la forza di opporsi ad un sistema culturale basato sulla forza mafiosa. Questa donna per noi è il simbolo della “rivoluzione gentile” contro ogni forma di mafia. È una donna che l’Italia intera deve proteggere da potenziali ritorsioni e offrirle ogni forma di sostegno.

Per chi ama la letteratura sa che le cose non accadono mai per caso. La denuncia di questa donna siciliana deve diventare il battito di ali del cambiamento. Può contribuire a smuovere le coscienze, nella logica che la prossima volta le vittime potremmo essere noi, i nostri cari, le persone che vogliamo bene, quelle che conosciamo. Bisogna avere il coraggio di opporsi e intervenire contro la presunzione e l’arroganza di pensare che tutto è dovuto e tutto è concesso. Si è grandi solo se si seguono le leggi e si ha rispetto del prossimo. Si ottiene status e riconoscibilità se si seguono le regole del vivere civile.

Saro Trovato
Fondatore di Libreriamo

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