L’umorismo è profondamente legato alla cultura, alla lingua e al contesto sociale. Proprio per questo, le sue espressioni possono variare sensibilmente da un Paese all’altro, rendendo non sempre immediata la comprensione delle battute per chi non condivide gli stessi codici culturali o linguistici.
In occasione della Giornata Mondiale della Risata, che si celebra il 4 maggio, Babbel esplora come le diverse culture esprimono la risata nei contesti digitali e le complessità legate al modo in cui l’umorismo si interpreta nei vari Paesi.
Ridere online: le onomatopee della risata nel mondo da “ahahah” a “kkk” fino a “555”
Sebbene la risata sia una manifestazione di gioia universale, il modo in cui viene espressa online varia da una lingua all’altra, riflettendo le peculiarità culturali di ogni Paese. Come spiega Esteban Touma, Senior Content Producer e insegnante di Babbel, si tratta, in molti casi, di onomatopee, ovvero trascrizioni scritte che “imitano” suoni reali; in questo caso il suono della risata, così come percepito nella propria lingua madre.
In Italia, Francia e Germania è comune usare trascrizioni fonetiche come “ahahah”, mentre in Spagna si scrive “jajaja”, seguendo la pronuncia aspirata della lettera “j” (“jota”). In Brasile, invece, spopolano espressioni come “kkkk”, che riproducono il suono della risata, e “uahsuahs” o “haushaus”, forme volutamente disordinate che imitano una risata incontrollata e spontanea, quasi scritta “a caso”.
In Giappone, si utilizza invece “w”, derivato dal verbo “warau” (“ridere”): più “w” vengono aggiunte (“www”), più la risata è intensa. Anche in Corea del Sud esistono varianti visive come “ㅋㅋㅋ” e “ㅎㅎㅎ”, dove “ㅋ” rappresenta un suono simile a “keke” e “ㅎ” a “haha”. O ancora, in Thailandia la risata si esprime con i numeri: il “5” si pronuncia “ha”, per cui “555” equivale a “hahaha”; più cinque di fila si aggiungono, più la risata risulta fragorosa.
Ridere online non è più solo questione di LOL: oggi è IJBOL, TNTL o quasi casualità
Se “LOL” (“Laughing Out Loud”) e “LMAO” (“Laughing My Ass Off”) hanno dominato le chat per anni, oggi sembrano essere caduti in disuso tra i più giovani.
Le nuove generazioni, in particolare la Gen Z, preferiscono esprimere la propria risata con alternative come “IJBOL” (“I Just Burst Out Laughing”, traducibile come “sono appena scoppiato a ridere”) o sigle più criptiche come “TNTL”, “Trying Not To Laugh” (“sto cercando di trattenermi dalle risate”) usate spesso in tono ironico. In alcuni casi, la risata si può trasformare anche in una sequenza casuale di lettere, una stringa di caratteri caotici che simula una risata irrefrenabile, diventata comune soprattutto su piattaforme social più popolari tra i giovani, come TikTok.
Anche in altri contesti linguistici si ricorre ad acronimi creativi: in Francia si usa “MDR” per dire “Mort De Rire”, “morto dal ridere”, mentre in Brasile si usa “rsrs”, forma abbreviata della parola “risos” (“risate”). Per le culture ispanofone, invece, si può trovare “lolazo”, una versione enfatizzata di “LOL” per indicare qualcosa di particolarmente spassoso.
Questi codici non solo rivelano l’evoluzione dell’umorismo nelle chat, ma riflettono anche il modo in cui si comunica nell’era del “doomscrolling”. In un contesto dove gli utenti scorrono senza sosta tra notizie e contenuti emotivamente contrastanti, questo stile di scrittura diventa un modo per esprimere una reazione impulsiva e non filtrata.
Dal manzai giapponese alla slapstick comedy indiana: le varie forme di umorismo
E se cambiano i modi di “scrivere” una risata, cambiano anche i modi di provocarla. Gli esperti di Babbel evidenziano che gli elementi propri della commedia, come il sarcasmo, l’ironia o i giochi di parole (spesso basati sulle specificità della lingua) tendono a perdere efficacia o significato quando vengono tradotti, mettendo in luce la stretta connessione tra umorismo e identità culturale. Non è solo una questione di lingua, ma anche di riferimenti, abitudini e codici condivisi. Ogni Paese ha, infatti, elementi distintivi della propria storia che influenzano la percezione delle battute e determinano ciò che fa ridere (o no).
1. Il manzai giapponese: è una forma di comedy tradizionale che consiste in un duetto comico tra due persone: il “boke” (“l’idiota”) e il “tsukkomi” (“il razionale”). Il primo fa affermazioni assurde, mentre il secondo lo corregge con commenti sarcastici, battute veloci o colpi di scena; il ritmo del manzai è serrato con battute rapide ed un tono vivace. Il manzai è una forma molto popolare in Giappone, sia dal vivo che nei programmi televisivi.
2. La stand up comedy statunitense: molto apprezzata nei paesi anglofoni per la sua capacità di affrontare temi sociali e politici in modo irriverente, è caratterizzata dalla presenza di un comico che si esibisce da solo davanti ad un pubblico, raccontando storie divertenti sulla vita quotidiana, la politica e le esperienze personali. La caratteristica principale è la performance solista e l’interazione diretta con l’audience. Negli Stati Uniti, gli spettacoli di questo tipo si distinguono anche per una tradizione di “roast” (traducibile con “mettere alla berlina”), in cui i comici si divertono a “prendere in giro” in modo esagerato personaggi famosi.
3. La “bande dessinée” francese: letteralmente “striscia disegnata”, indica la tradizione fumettistica diffusa in Francia e in Belgio, che rappresenta un mondo a parte nel panorama globale del fumetto. Oltre alla cura nei dettagli e alla varietà di argomenti trattati, la BD francese (abbreviazione con cui si identifica il genere) è nota anche per il suo umorismo e la sua satira, che spesso prendono di mira la politica, la società e gli eventi storici. Intellettuale e provocatorio, è un genere apprezzato dai francesi per la sua capacità di sfidare le convenzioni sociali.
4. La commedia slapstick indiana: si contraddistingue per un umorismo basato su situazioni esagerate, in cui il corpo e le espressioni facciali sono gli strumenti principali per suscitare la risata degli spettatori. Molto impiegata nei film Bollywoodiani, questo tipo di comicità può includere gag visive, cadute, movimenti buffi e caricature comiche.
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