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Il corretto uso della punteggiatura nella lingua italiana

Punto, virgola punto esclamativo, trattino, virgolette: scopri l'utilizzo corretto della punteggiatura in modo chiaro e approfondito, grazie al supporto del docente e scrittore Massimo Roscia e alle dettagliate spiegazioni dell'Accademia della Crusca.

Punta, virgola, punto esclamativo: sono solo alcuni esempi di punteggiatura nella lingua italiana. Spesso, perรฒ, vengono utilizzati in modo erroneo, complicando cosรฌ la comunicazione, soprattutto quella scritta.

Con l’aiuto del docente e scrittore Massimo Roscia, autore del libro โ€œDi grammatica non si muore” (Sperling & Kupfer), facciamo chiarezza in modo facile e sintetico circa l’utilizzo corretto della punteggiatura.

Le vere funzioni della punteggiatura

Non voglio infierire torturandovi sadicamente con snodi logico-sintattici e necessitร  prosodiche. Mi รจ sufficiente dire che la punteggiatura serve a mettere ordine tra le informazioni, creare gerarchie, segnalare legami tra le varie parti di un testo e trasferire nello scritto lโ€™espressivitร  del parlato. Ecco. Provate a immaginare questi minuscoli segni grafici convenzionali come tanti segnali stradali che regolano la circolazione.

Virgola: rallenta, curva pericolosa e divieto di sorpasso.

Punto esclamativo: pericolo, caduta massi.

Punto e virgola: rallenta ancora, ma senza fermarti. Prosegui nella direzione indicata e imbocca la via complanare.

Punto interrogativo: sei sicuro di svoltare a destra?

Punto: sei alla fine della strada e devi fermarti. Adesso puoi ripartire. Ingrana la marcia e ricordati di usare la maiuscola.

Visto? Lโ€™interpunzione non cโ€™entra niente con lโ€™ossigeno presente nellโ€™aria o con i polmoni che si gonfiano; lโ€™interpunzione serve a orientare, illuminare, legare, avvicinare, allontanare, sostenere, collegare, separare, scandire, distribuire, enfatizzare, trasmettere emozioni, far volare le farfalle che si sentono nello stomaco. A proposito di stomaco, avete fame? Andiamo a cena. Andiamo a cena! Andiamo a cena?

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La terza funzione

Oltre alle due funzioni che i manuali di grammatica definiscono sintattica (la punteggiatura serve a segnalare i rapporti e le gerarchie allโ€™interno delle frasi complesse) e segmentatrice (la punteggiatura serve a distanziare tra di loro gli elementi del testo), ce nโ€™รจ una terza: la funzione emotivo-intonativa. No, in questo caso le audizioni a X Factor non cโ€™entrano nulla. Sto parlando di un altro genere di intonazione, quella che ci viene indicata direttamente dai segni dโ€™interpunzione. ยซAndiamo a cena.ยป ยซAndiamo a cena!ยป ยซAndiamo a cena?ยป

Nello scritto la punteggiatura รจ infatti lโ€™unico strumento che abbiamo a disposizione per rendere chiare ed evidenti le emozioni e le sfumature espressive (una domanda, una pausa, un ordine, unโ€™esitazione) che nel discorso orale riusciamo a trasmettere con la voce e con il corpo. Prima che lo diciate voi, lo dico io: forse รจ per questo che hanno inventato le emoticon. Dโ€™accordo, avete ragione, ma questa รจ unโ€™altra storia.

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L’uso della punteggiatura spiegato dalla Crusca

Per chi volesse una spiegazione piรน argomentata e “formale” circa l’uso corretto della punteggiatura, condividiamo di seguito le argomentazioni provenienti dagli esperti dell’Accademia della Crusca.

Il punto

Il punto (anticamente punto fermo, maggiore, stabile, finale o periodo) si usa per indicare una pausa forte che segnali un cambio di argomento o l’aggiunta di informazioni di altro tipo sullo stesso argomento. Si mette in fine di frase o periodo e, se indica uno stacco netto con la frase successiva, dopo il punto si va a capo. Il punto รจ impiegato anche alla fine delle abbreviazioni (ing., dott.) ed eventualmente al centro di parole contratte (f.lli, gent.mo), ricordando che in una frase che si concluda con una parola abbreviata non si ripete il punto (presero carte, giornali, lettere ecc. Non presero i libri).

La virgola

La virgola indica una pausa breve ed รจ il segno piรน versatile.ย Si usa, o almeno si puรฒ usare, negli elenchi di nomi o aggettivi, negli incisi (si puรฒ omettere, ma se si decide di usarla va sia prima sia dopo l’inciso); dopo un’apposizione o un vocativo e anche prima di quest’ultimo se non รจ in apertura di frase (Roma, la capitale d’Italia. Non correre, Marco, che cadi).

Nel periodo si usa per segnalare frasi coordinate per asindeto (senza congiunzione, es: studiavo poco, non seguivo le lezioni, stavo sempre a spasso, insomma ero davvero svogliato), per separare dalla principale frasi coordinate introdotte da anzi, ma, perรฒ, tuttavia e diverse subordinate (relative esplicative, temporali, concessive, ipotetiche, non le completive e le interrogative indirette).

Le frasi relative cambiano valore (e senso) a seconda che siano separate o meno con una virgola dalla reggente.

La virgola non si mette: tra soggetto e verbo: tra verbo e complemento oggetto; tra il verbo essere e l’aggettivo o il nome che lo accompagni nel predicato nominale; tra un nome e il suo aggettivo.

Il punto e virgola

Il punto e virgola segnala una pausa intermedia tra il punto e la virgola e il suo uso spesso dipende da una scelta stilistica personale.

Si adopera soprattutto fra proposizioni coordinate complesse e fra enumerazioni complesse e serve a indicare un’interruzione sul piano formale ma non sul piano dei contenuti.

I due punti

I due punti avvertono che ciรฒ che segue chiarisce, dimostra o illustra quanto รจ stato detto prima. Esistono quattro funzioni dei due punti: sintattico-argomentativa (si introduce la conseguenza logica o l’effetto di un fatto giร  illustrato); sintattico-descrittiva (si esplicitano i rapporti di un insieme); appositiva (si presenta una frase con valore di apposizione rispetto alla precedente); segmentatrice (si introduce un discorso diretto in combinazione con virgolette e trattini). I due punti introducono anche un discorso diretto (prima di virgolette o lineetta) o un elenco.

Il punto interrogativo ed esclamativo

Il punto interrogativo si usa alla fine delle interrogative dirette, segnala pausa lunga e l’andamento intonativo ascendente della frase.

Il punto esclamativo รจ impiegato dopo le interiezioni e alla fine di frasi che esprimono stupore, meraviglia o sorpresa; segnala una pausa lunga e l’andamento discendente della frase.

I punti esclamativo e interrogativo possono essere usati insieme, soprattutto in testi costruiti su un registro brillante, nei fumetti o nella pubblicitร .

I puntini di sospensione

I puntini di sospensione si usano sempre nel numero di tre, per indicare la sospensione del discorso, quindi una pausa piรน lunga del punto. In filologia, i puntini, posti fra parentesi quadre, servono a segnalare l’omissione di lettere, parole o frasi di un testo riportato.

Il trattino

Il trattino puรฒ essere di due tipi: lungo si usa al posto delle virgolette dopo i due punti per introdurre un discorso diretto o, in alternativa a virgole e parentesi tonde, si puรฒ usare in un inciso; breve serve invece a segnalare un legame tra parole o parti di parole e compare infatti per segnalare che una parola si spezza per andare a capo, per una relazione tra due termini (il legame A-B), per unire una coppia di aggettivi (un trattato politico-commerciale), di sostantivi (la legge-truffa), di nomi propri (l’asse Roma-Berlino), con prefissi o prefissoidi, se sono composti occasionali (per cui il fronte anti-globalizzazione ma l’antifascismo) e infine in parole composte (moto-raduno, socio-linguistica) in cui tendono a prevalere, perรฒ, le grafie unite.

Le virgolette

Le virgolette possono essere alte (” “), basse o sergenti (ยซ ยป), semplici o apici (‘ ‘). Alte e basse si usano indifferentemente per circoscrivere un discorso diretto o per le citazioni. Possono anche essere usate per prendere le distanze dalle parole che si stanno usando (e nel parlato si dice infatti ยซtra virgoletteยป).

Possono essere sostituite spesso con il corsivo, che si usa per parole straniere o dialettali usate in un testo italiano e in citazioni brevi. Le virgolette semplici si adoperano piรน raramente soprattutto per indicare il significato di una parola o di una frase. In generale, sulla stampa la scelta delle virgolette รจ fortemente determinata dalle singole regole editoriali.

Le parentesi

Le parentesi tonde si usano per gli incisi, in concorrenza con virgole e trattino lungo. Le parentesi quadre servono, ma assai raramente, per segnalare un inciso dentro un altro inciso composto con tonde (quindi al contrario di quanto avviene in matematica le parentesi quadre sono dentro le tonde) oppure racchiudono tre puntini di sospensione per segnalare, come giร  detto, un’omissione.

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