Da Giovanni Boccaccio a Boccaccesco e Boccacciano: quale è la differenza?

2 Novembre 2024

Scopriamo quale è la differenza semantica tra gli aggettivi Boccaccesco e Boccacciano, entrambi derivati dall'autore Giovanni Boccaccio

Da Giovanni Boccaccio a Boccaccesco e Boccacciano quale è la differenza

La fama dei Giovanni Boccaccio ha dato vita, nel corso dei secoli, a più aggettivi e sostantivi di nuova formazione tramite l’utilzzo di vari morfemi derivazionali, ovvero prefissoidi, suffissoidi, prefissi e suffissi, siano essi ormai desueti o ancora in uso, è molto vario e talvolta scherzoso. Spesso questi elementi, dai più comuni ai meno utilizzati, vengono impiegati per creare nuovi termini.

Un esempio interessante è dato da Giorgio Manganelli, che ha inventato parole ispirandosi a personaggi letterari fittizi o a persone realmente esistite, come pinocchiofilo e desanctislandie. Tra i processi di formazione delle parole, la suffissazione è di gran lunga il metodo più utilizzato e il preferito nella lingua italiana del XX secolo.

Da Giovanni Boccaccio a Boccaccesco e Boccacciano

Il suffisso -esco

Anche nelle epoche passate, l’uso di suffissi ha avuto grande importanza. Il suffisso -esco, ad esempio, potrebbe avere origini diverse, come il latino -iscus, forse di origine tracio-illirica, o il germanico -isk. Questo suffisso è stato particolarmente produttivo quando associato ai nomi di artisti e letterati del Medioevo e del Rinascimento. Alcuni esempi sono: dantesco, petrarchesco, boiardesco, ariostesco, raffaellesco, michelangiolesco, tizianesco, e tiepolesco.

Il termine “boccaccesco”

Tra i termini creati con questo suffisso, uno dei più antichi e di uso comune è boccaccesco, che risale a prima del 1400. Questo termine è particolarmente interessante per la sua evoluzione di significato nel tempo. In origine, boccaccesco aveva un significato neutro, simile a termini come dantesco o petrarchesco, e indicava semplicemente qualcosa di relativo a Boccaccio o che ne imitava lo stile e il tono, soprattutto nelle novelle. Questo valore denotativo era collegato all’idea di imitazione senza connotazioni negative, come riportato dal Vocabolario Treccani online e dal Grande Dizionario della Lingua Italiana (GDLI). Nei secoli preunitari, quindi, boccaccesco non aveva alcuna sfumatura negativa.

Alcuni termini affini come boccaccevole, boccaccevoleria, e boccaccevolmente mostrano invece una leggera connotazione peggiorativa. Questi lemmi risalgono al Cinquecento e sono documentati in autori come Tasso, Cecchi e Varchi, che li utilizzavano per esprimere un tono più familiare o popolare, non necessariamente positivo.

Boccacciano

Per quanto riguarda boccacciano e boccaccesco, la situazione è diversa. Anche boccacciano è una parola antica, documentata già nel Cinquecento, ad esempio nelle Regole grammaticali della volgar lingua di Fortunio e successivamente nelle Tre fontane dello stesso autore (1526, p. 65: «prosa Boccacciana»), il che suggerisce una probabile diffusione anteriore.

Il termine boccacciano è associato a una figura importante del Settecento italiano, Giuseppe Baretti, autore dell’unico esempio riportato dal Grande Dizionario della Lingua Italiana (GDLI): «Dopo d’avermi detto, con molto abbindolamento di boccacciana frase». In seguito, boccacciano si è diffuso nel linguaggio specialistico della letteratura accademico-scientifica, senza alcuna connotazione negativa, forse come risultato di un’evoluzione nel significato di boccaccesco. Il Vocabolario Treccani online considera boccacciano sinonimo di boccaccesco, senza il valore estensivo e connotativo.

In realtà, come ha dimostrato Raul Mordenti, boccacciano e boccaccesco non sono sinonimi; inoltre, i suffissi -ano e -esco non sono equivalenti, a differenza di termini come bembiano e bembesco riferiti a Pietro Bembo.

Giovanni Boccaccio

Giovanni Boccaccio (1313-1375) è una delle figure più importanti del Trecento italiano e della letteratura europea, considerato uno dei padri fondatori della lingua italiana, insieme a Dante Alighieri e Francesco Petrarca. Nato a Certaldo o forse a Firenze, figlio illegittimo di un mercante fiorentino, Boccaccio ricevette una formazione che lo introdusse alle lettere e alla cultura classica. La sua opera più celebre, il Decameron, è una raccolta di cento novelle raccontate da dieci giovani che si rifugiano fuori Firenze per sfuggire alla peste nera del 1348. Attraverso racconti che spaziano tra amore, astuzia, umorismo e tragedia, Boccaccio offre una rappresentazione vivace e realistica della società del tempo, trattando con grande sensibilità le passioni e le debolezze umane.

Oltre al Decameron, Boccaccio ha scritto opere in volgare e in latino che spaziano dalla poesia epica, come il Teseida, alla biografia e alla critica letteraria, come nel De mulieribus claris e nel Trattatello in laude di Dante. Uomo di grande erudizione, Boccaccio fu anche amico e corrispondente di Petrarca, con cui condivise l’interesse per i classici e la difesa della cultura umanistica. La sua opera non solo ha influenzato profondamente la letteratura rinascimentale e successiva, ma ha anche contribuito a rendere il volgare toscano una lingua letteraria di prestigio, capace di trattare temi elevati e complessi, avvicinando così il pubblico alla bellezza e alla forza espressiva della lingua italiana.

© Riproduzione Riservata