MILANO – Oggi il mondo piange la scomparsa di un pilastro della letteratura americana, Tom Wolfe. Ricordato per essere stato un grande scrittore, saggista, giornalista e critico d’arte statunitense. Secondo quanto riferito dal sito del “Guardian” Wolfe pare sia morto d’infezione dopo essere stato ricoverato in un ospedale di ManHattan
Una vita piena di successi
I suoi successi si racchiudono in svariati romanzi e saggi, tra i quali “L’Acid Test al Rinfresko Elettriko” pubblicato in italia da Feltrinelli e “La bestia umana” edito da Mondadori. Dopo lo studio alla Yale University il suo esordio fu presso “Lo Springfield Union” come giornalista, e proseguì la sua lunga carriera al “Washington Post” e al “New York Hearald Tribune”. E’ ricordato per aver coniato il termine “radical chic” ed è considerato il pioniere del “New Journalism”. Si è aggiudicato diversi premi tra i quali il “Dos Passos Prize” e il “Jefferson Lecture in the Humanities”, quest’ultimo rappresenta il massimo riconoscimento per i traguardi raggiunti in campo umanistico conferito dal Governo degli Stati Uniti. Il 1987 viene segnato dalla pubblicazione del suo romanzo di maggior successo, “Il falò della vanità” dal quale è stato tratto l’omonimo film che vanta un cast di un certo prestigio; attori come Bruce Willis e Tom Hanks e Morgan Freeman.
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