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Renée Knight, “C’è una linea sottile tra chi serve e chi comanda”

La nostra intervista a Renée Knight, tornata in libreria con un nuovo thriller psicologico ad alta tensione: "La segretaria"

MILANO – Christine Butcher è la tua segretaria. Una donna timida, fidata, leale. Una donna che ha sacrificato tutto il suo tempo per dedicarlo a te, a organizzare i tuoi appuntamenti, seguire la tua agenda. Una donna che conosce tutti i tuoi segreti, anche quelli più torbidi. La sua lealtà avrà un prezzo? E sei proprio sicuro di sapere chi è Christine Butcher?

Segretaria renee knight

Il nuovo libro di Renée Knight

Dopo il successo di La vita perfetta, il suo esordio letterario da 100.000 copie vendute, Renée Knight è tornata in libreria con un nuovo thriller: La segretaria. La prosa coinvolgente di Renée Knight cattura subito il lettore in un thriller psicologico ad alta tensione, che racconta la storia dello stretto, strettissimo rapporto tra due donne: Mina Appleton, proprietaria di un impero industriale, e la sua segretaria, Christine Butcher. Una lettura che non si riesce ad abbandonare, che tra le pieghe di una narrazione abilmente costruita racconta la storia di una donna libera dagli stereotipi. Ecco la nostra intervista all’autrice.

Da dove trai ispirazione per i tuoi libri? E come mai hai iniziato a scrivere thriller?

Le mie idee nascono da spunti di vita vissuta – cose che ho letto, sentito al telegiornale o qualcosa che è accaduto nella mia vita o di qualche mio conoscente. Qualsiasi cosa sia, deve sollecitare in me la domanda “Cosa sarebbe successo se…“. Mi piace scrivere thriller perché, al di là della definizione stessa, è un genere che deve sorprendere il lettore. Condurre il lettore in un viaggio in cui non sa cosa accadrà e dove si andrà: i thriller sono questo. Personalmente mi piace anche ficcare il naso nell’ombra e e vedere cosa si cela dietro.

 

Il tuo primo romanzo è stato “La vita perfetta”, un thriller che ha avuto un successo incredibile. Te lo aspettavi?

In verità no. La gioia dell’essere pubblicato per la prima volta è legata alla mancanza di aspettative ed è un piacere che assapori quando sei più adulto. Sei consapevole però che non è una cosa comune e che sei stato fortunato.

 

Mi sembra che Christine Butcher offra una nuova prospettiva sulla figura della segretaria, un personaggio spesso rappresentato stereotipicamente sia nella letteratura che nel cinema. È così?

Lo spero. Le segretarie sono spesso descritte come giovani donne molto attraenti. Non c’è nulla di sexy in Christine Butcher. Uno dei temi centrali del romanzo è il potere e  Christine Butcher è una persona nata per essere al servizio dell’altro. Con questo romanzo ho voluto riflettere su quanto sia sottile la linea tra chi serve e chi è il padrone. Raccontando questa storia interamente dal punto di vista della segretaria volevo sovvertire i normali stereotipi.

 

Quali sono, secondo te, gli elementi necessari per la scrittura di un thriller?

Penso che l’atmosfera sia importante, infatti lo scrittore vuole far sentire il lettore sconcertato il più possibile. E’ importante anche l’attenzione ai personaggi, un thriller basato solo su trama e colpi scena non mi soddisfa. Anche se non ti piacciono molto, bisogna credere e occuparsi con cura dei propri personaggi. I colpi di scena sono, senza dubbio, un elemento fondamentale per i thriller ma la parte narrativa non deve esserne assoggettata. Le svolte devono essere guidate dal plot e non viceversa.

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