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Oggi ricorre l’anniversario della nascita di Karen Blixen

Il mondo delle lettere ricorda la scrittrice danese Karen Blixen, ritenuta una della più grandi letterate del Nord e autrice dell'opera "La mia Africa"

MILANO – Oggi il mondo delle lettere ricorda l’anniversario della nascita di Karen Blixen, scrittrice danese considerate una delle più importanti letterate del Nord. Hemingway, al momento della consegna del Nobel, disse che anche lei avrebbe meritato lo stesso premio.

La vita

Karen Blixen, il cui vero nome era Karen Christence Dinesen, nasce il 17 aprile 1885 a Rungstedlund, in Danimarca. Figlia di un proprietario terriero dedito alla politica (poi morto suicida) visse per lungo tempo nella residenza di campagna che il padre prima acquistò e in seguito restaurò a sue spese. Oltre alla placida routine della campagna danese Karen conobbe, almeno per la prima parte della sua vita, gli agi, i pettegolezzi e le mollezze degli ambienti “upperclass” della vicina e moderna Copenaghen. Nei salotti si annoia profondamente, quasi sentendo che la vita le sfugge fra le mani senza aver provato emozioni reali e autentiche. L’epilogo rosa di questa specie di fuga, anche se dai caratteri non propriamente tali (almeno agli occhi delle persone che circondano i due) è costituito dal matrimonio che li ufficializza come marito e moglie, celebrato a Mombasa nel 1914. Una volta uniti e in regola con la legge, di comune accordo si trasferiscono in una grande piantagione nei pressi di Nairobi. L’improvvisa crisi sopravviene nel 1931 quando crolla il mercato del caffè e Karen Blixen si trova costretta a chiudere l’attività della piantagione dopo alcuni anni di stentata sopravvivenza. A questo punto ragioni economiche più che sentimentali la costringono a lasciare l’Africa e a tornare alla casa di famiglia, dove si dedica con intensità alla scrittura. Gli ultimi anni dunque sono particolarmente tristi e delicati. Minata dall’inesorabile malattia che non le lascia un attimo di tregua, trascorre lunghi periodi in ospedale, talvolta impossibilitata addirittura a scrivere o ad assumere la posizione seduta. Per dare corpo alla sua creatività si affida alla segretaria, depositaria fedele e trascrittirce attenta delle sue flebili dettature. La fine arriva il 7 settembre 1962 quando Karen Blixen ha da poco superato i settantasette anni.

L’attività letteraria

Fra le molteplici storie che scrive una in particolare è destinata a rievocare i suoi anni africani. Questa sorta di diario intimo, considerato il suo capolavoro, altro non è che il celeberrimo “La mia Africa”, titolo che vedrà la luce solo nel 1937. La prima pubblicazione che però la vede affermarsi sul mercato è “Sette storie gotiche”, edito in Inghilterra e in America nel 1934. Malgrado la bruciante nostalgia per il Kenya, nostalgia che ha tutti i caratteri di un vero e proprio “mal d’Africa”, la scrittrice passerà il resto dei suoi giorni in Danimarca, peraltro afflitta da una salute malferma e vacillante, forse attribuibile secondo alcune ricostruzioni ad una malattia venerea mal curata che avrebbe contratto dal marito durante il primo anno di matrimonio. Una particolarità di questa autrice è che lungo tutta la sua carriera ha amato celarsi dietro numerosi pseudonimi: da Isak Dinesen a Tania Blixen fino ad arrivare al mascheramento androgino con le pubblicazioni a nome di Pierre Andrézel. Questo strano e per certi versi incomprensibile atteggiamento attirò su di lei un gran numero di pettegolezzi, anche relativamente all’originalità dei suoi scritti. Resta il fatto che Hemingway, al momento della consegna del premio Nobel, insinuò che il suddetto premio avrebbe dovuto essere anche assegnato alla gran signora venuta dal Nord.

 

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