Letteratura internazionale in lutto: si è spento domenica a Lima all’età di 89 anni lo scrittore peruviano Mario Vargas Llosa, Premio Nobel per la Letteratura nel 2010. A dare la triste notizia è stato ha suo figlio Álvaro sul suo account ufficiale di X così: “Con profondo dolore, rendiamo pubblico che nostro padre, Mario Vargas Llosa, è morto oggi a Lima, circondato dalla sua famiglia e in pace”.
It is with deep sorrow that we announce that our father, Mario Vargas LLosa, passed away peacefully in Lima today, surrounded by his family.@morganavll pic.twitter.com/c6HgEfyaIe
— Álvaro Vargas Llosa (@AlvaroVargasLl) April 14, 2025
Chi era Mario Vargas Llosa
Nato ad Arequipa il 28 marzo del 1936, Mario Vargas Llosa visse con la famiglia materna ad Arequipa ancora un anno dopo il divorzio dei genitori. Quando il nonno materno fu nominato console onorario del Perù in Bolivia, Vargas Llosa si trasferì, insieme con la madre e la famiglia, a Cochabamba, dove trascorse i primi anni della sua infanzia.
Nel 1946, Vargas Llosa si recò a Lima dove incontrò per la prima volta il padre. I genitori si rimisero insieme e trasferirono la famiglia a Magdalena del Mar, sobborgo della capitale peruviana.
Nel 1953, durante il governo di Manuel A. Odría, Vargas Llosa entrò all’Universidad Nacional Mayor de San Marcos di Lima, dove studiò Diritto e Letteratura. Partecipò alla politica universitaria attraverso Cahuide, sotto il quale si celava il Partito Comunista perseguitato dal governo, al quale Vargas Llosa si oppose sia attraverso gli organi universitari sia durante fugaci proteste in piazza.
Vargas Llosa incominciò seriamente la sua carriera letteraria nel 1957 con la pubblicazione dei suoi primi racconti, Los jefes e El abuelo, mentre collaborava con due giornali.
Per quanto riguarda l’impegno politico di Vargas Llosa, negli anni cinquanta sostenne apertamente la rivoluzione cubana guidata da Fidel Castro, per poi però distanziarsene e criticarla. Questo cambiamento contribuì a mettere in crisi l’amicizia con García Márquez, sul quale Vargas Llosa nel 1971 aveva scritto la tesi di dottorato.
Considerato uno dei più importanti romanzieri e saggisti contemporanei, aveva ricevuto una quantità straordinaria di riconoscimenti – tra i quali spiccano il Premio Nobel per la Letteratura nel 2010 e il Premio Cervantes nel 1994. Vinse l’ambito riconoscimento letterario nel 2010 per “la propria cartografia delle strutture del potere e per la sua immagine della resistenza, della rivolta e della sconfitta dell’individuo”. Mario Vargas Llosa diviene così il primo scrittore di origine peruviana a vincere questo riconoscimento.
I libri da leggere di Mario Vargas Llosa
Mario Vargas Llosa è stato tra i principali esponenti della rinascita della letteratura latinoamericana insieme con Gabriel García Márquez, Julio Cortázar, Carlos Fuentes, Jorge Luis Borges e Octavio Paz. Scopriamo di seguito i principali libri da leggere per conoscere e apprezzare la letteratura dello scrittore sudamericano.
La città e i cani (1963)
La violenza – fisica e non – fa da sfondo al microcosmo del Collegio Leoncio Prado di Lima dove avviene l’educazione del protagonista-alter ego dell’autore. Un collegio retto da militari secondo una disciplina militare in cui confluiscono sia i figli delle classi inferiori ammessi per merito sia quelli delle classi alte mandati lí dalle famiglie nella speranza di domarli, e dove la sopraffazione, la forza bruta, il dispotismo sono le leggi della convivenza, a dispetto di regolamenti e norme.
“Ero un bambino viziatissimo, presuntuosissimo, cresciuto, faccio per dire, come una bambina… Mio padre pensava che il Leoncio Prado avrebbe fatto di me un uomo, – ricorda Vargas Llosa, – ma per me fu come scoprire l’inferno”.
La Casa Verde (1966)
Questo libro di Mario Vargas Llosa racconta la storia di Piura, piccolo centro di provincia dedicato all’agricoltura e al commercio del bestiame, che diventa una grande e tumultuosa città moderna, tra fabbriche, grattacieli e automobili. La Casa verde è il postribolo che sorgeva nella Mangacheria, l’agglomerato di capanne ai margini della città, variopinto crogiolo di razze e miserie destinato a diventare uno squallido suburbio.
Un luogo realissimo e mitico al tempo stesso, che Vargas Llosa evoca nei modi e nelle cadenze della mitologia popolare, attraverso i suoi personaggi: don Anselmo, padre Garcia, il dottor Zevallos, la Santera Domitilla.
Conversazione nella Catedral (1969)
Pubblicato nel 1969, “Conversazione nella «Catedral»” è un romanzo dalla costruzione articolata e travolgente, in cui le inquadrature sono «montate» in successione martellante, come in un film d’azione: un vero e proprio affresco storico. Un tentativo prossimo alla perfezione di creare un «romanzo totale». E su tutto, implacabile come un legame vischioso e concreto, la grigia nebbia che avvolge Lima e le sue creature.
Pantaleón e le visitatrici (1973)
Uscito nel 1973, divenuto un film nel 1975, pubblicato in Italia nel 1987, Pantaleón e le visitatrici ha la vis di una macchina comica e la logica perfetta di un poema epico. Un romanzo che immerge il lettore in un paesaggio esotico ma familiare e che riesce a mostrare, fra le pieghe dello scherzo, il ghigno della violenza, dell’arbitrio, l’intrinseca insensatezza di un mondo “totalitariamente amministrato”.
La guerra della fine del mondo (1981)
Raccontando “cose attuali, concrete, quotidiane, inevitabili come la fine del mondo e il giudizio universale”, Mario Vargas Llosa ricrea uno dei più tragici episodi della storia dell’America Latina, facendone un romanzo e una saga di forte intensità, specchio realistico e insieme fantastico delle crudeltà, speranze e illusioni dell’uomo.
Il pesce nell’acqua (1993)
Questo libro di Mario Vargas LLosa è la storia di un’infanzia e adolescenza trascorse fra Bolivia e Perù, prima all’ombra protettiva e rassicurante della famiglia materna e poi sotto l’improvvisa tutela di un padre a lungo creduto morto e ricomparso a riversare durezze sul figlio, che rispetto a quel padre amato e odiato vorrà affermare con forza la propria diversità; ma è anche la storia di un giovane votato a una progressiva quanto irresistibile vocazione alla letteratura, dagli anni vissuti tra rigori e violenze nel collegio militare fino al periodo turbolento degli studi universitari quando il desiderio sempre più irrinunciabile di diventare scrittore tende a sovrastare ogni altro progetto.
Il Paradiso è altrove (2003)
Questo romanzo di Mario Vargas LLosa tesse due trame contigue per sangue e ideali, due storie vere ed emblematiche. Flora Tristán, mente vivace attratta da ogni forma di sapere, nacque a Parigi nel 1803 figlia illegittima di un colonnello peruviano. Sposa di un litografo pieno di rancori, scelse la separazione in una società che non l’accettava e in Perù iniziò la sua carriera di scrittrice, denunciando con forza i soprusi cui erano sottoposte le donne e sognando la loro liberazione dalla discriminazione. Per il nipote, il pittore Paul Gauguin, l’utopia da realizzare fu una società in cui la bellezza fosse patrimonio di tutti.
Avventure della ragazza cattiva (2006)
Ricardo conosce la “ragazza cattiva” da adolescente, a Lima, e per trent’anni la rincorre in lungo e in largo per il mondo, colpito da un amore folle e sconsiderato. Lei ama nascondersi sotto false identità, è sempre in fuga da qualcosa, irretita da ideali politici, alla ricerca di libertà, ma anche di patrimoni da depredare.
La rincontra a Parigi, dove lei è di passaggio, guerrigliera della MIR destinata all’addestramento a Cuba: sull’isola seduce un capo castrista, poi un diplomatico francese che la riporta con sé in Europa. Seduce poi un benestante inglese, per poi finire con un mafioso giapponese, che la devasta nel morale e nel fisico con ripetute, terribili violenze sessuali. Ogni volta Ricardo è lì a proteggerla. E ogni volta lei riprende la sua via di fuga.