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Le lettere di Tolkien scritte ai suoi figli fingendosi Babbo Natale

Era il 1920 quando lo scrittore J.R.R. Tolkien decise di dare inizio a una tradizione natalizia in cui tende a mostrare tutto l’amore per i suoi amati figli

MILANO – Era il 1920 quando lo scrittore J.R.R. Tolkien decise di dare inizio a una tradizione natalizia in cui tende a  mostrare tutto l’amore per i suoi amati figli. Una scelta quella dello scrittore, presa dopo essere tornato a casa alla fine della Prima Guerra Mondiale e che ha portato avanti per ventitre anni.  “Ho sentito che chiedi a papà com’ero e dove vivevo”. Così inizia la prima lettera che Tolkien invia a suo figlio John di appena tre anni e che invierà anche agli altri tre figli per i successivi  anni.

Le lettere illustrate

Le lettere cambiavano di volta in volta indirizzo, seguendo gli spostamenti della famiglia fino all’ultimo trasferimento di Tolkien  a Oxford.  Le lettere  scritte a mano, erano contrassegnate da francobolli delle Poste Polari dipinte dallo scrittore e accompagnate da illustrazioni che intendevano raccontare scenette divertenti sulle disavventure e le difficoltà che Babbo Natale doveva superare per consegnare i regali. E’ così che Tolkien apre la fantasia sulla fuga delle renne, i bisticci con i goblin e un goffo orso polare che si arrampica sul Polo Nord, cade e gli sfonda la casa. Alcuni anni invece Babbo Natale era evidentemente molto impegnato e poteva solo trasmettere brevi frammenti di notizie.  Le lettere, conservate con cura dai figli di Tolkien per decenni, ora sono tra i tesori della biblioteca Bodleiana di Oxford. Queste saranno presenti nella sua grande mostra la prossima estate dedicata al lavoro di Tolkien, inclusi manoscritti, mappe, lettere, oggetti personali e le sue illustrazioni originali per i suoi libri, tratte dall’archivio e da molti prestiti. I più curiosi possono acquistare le storie, che sono state pubblicate in Italia nel 2004. Qui di seguito vi riportiamo una lettera risalente al Natale del 1925

 

Miei cari ragazzi,
Quest’anno sono terribilmente impegnato, se ci penso le mie mani tremano ancora di più. Mi sono successe delle cose tremende, alcuni regali si sono rovinati, l’Orso del Polo Nord non mi ha aiutato e ho dovuto traslocare da casa proprio prima di Natale, così potete capire in che stato mi trovi: per questo ho un nuovo indirizzo e per questo posso scrivere solo una lettera per entrambi. È iniziato tutto così: un giorno molto ventoso dello scorso novembre il mio cappuccio volò via e si infilò sulla cima del Polo Nord. Gli avevo detto di lasciar perdere ma l’Orso del Polo Nord, ODPN, si è arrampicato in cima per prenderlo e in effetti l’ha preso. Ma il Polo si è rotto a metà ed è caduto sul tetto della mia casa e poi l’ODPN è caduto nel buco ed è finito nella sala da pranzo col mio berretto sul naso, e tutta la neve sul tetto è caduta dentro casa, si è sciolta, ha spento il fuoco ed è finita giù in cantina, dove tenevo tutti i regali di Natale di quest’anno; intanto l’ODPN si è rotto una zampa. Ora sta di nuovo bene, ma mi sono arrabbiato così tanto che ha detto che non mi aiuterà mai più. Penso di aver ferito il suo orgoglio, e che quello non guarirà prima del prossimo Natale. Vi ho mandato una foto dell’incidente e della mia nuova casa sul PN. Se John non riesce a leggere la mia scrittura tremolante (ho 1925 anni) può chiedere a suo padre di farlo. Quand’è che anche Michael imparerà a scrivere e mi manderà le sue letterine?
Con affetto a tutti e due e anche a Christopher, che ha un nome simile al mio, Father Christmas.
È tutto, a presto
Babbo Natale

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