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Come le favole classiche possono sconfiggere le paure moderne

La scrittrice Barbara Fiorio recupera il patrimonio fiabesco tradizionale per affrontare temi delicati quali la violenza domestica, bullismo e difficoltà ad integrarsi

MILANO – La scrittrice Barbara Fiorio recupera il patrimonio fiabesco tradizionale (Grimm, Perrault, Andersen), per affrontare temi delicati quali la violenza domestica, bullismo e difficoltà ad integrarsi. La scrittrice ne parla nel suo “Qualcosa di vero” e a Tempo di Libri ha affrontato un dialogo su come sconfiggere i mostri reali, quelli più veri.

Qualcosa di vero

La storia è quella di amicizia con la A maiuscola. Un legame che viene a instaurarsi tra personaggi di età completamente differenti ma che ci portano alla scoperta di sentimenti veri. Giulia è una pubblicitaria di successo che, tornando a casa una sera ubriaca, incontrerà la piccola Rebecca, una curiosa bambina di 9 anni figlia della sua dirimpettaia. Istintivamente Giulia le chiederà non solo di ospitarla, essendo rimasta fuori casa, ma anche di sentirsi raccontare delle fiabe. Inizia così quello che potremmo definire un legame intimo tra le due protagoniste, tenuto saldo dal racconto di queste fiabe che, quasi come un rituale, andrà avanti ogni qual volta la piccola Rebecca si troverà senza sua madre. Da Cenerentola a Pollicino, da Raperonzolo alla Sirenetta, purché siano sempre le versioni originali: quelle di Perrault, dei Grimm e di Andersen, dove i ranocchi si trasformano in principi soltanto se li lanci contro un muro, e non sono certo i baci a risvegliare le più belle del reame. Fiabe raccontate senza filtri con una certa cifra ironica.  Rebecca, così, rimasta stupefatta dalle versione dei racconti a lei sconosciuti fino ad ora, proverà a conquistare i compagni di classe con le “fiabe vere”. E anche se con scarsi risultati riuscirà però ad aprire la porta del cuore di Daniele, un bambino riservato e piuttosto emarginato i cui sentimenti prendono forma attraverso i suoi disegni

Le tematiche

Dietro lo stile diretto e coinvolgente della scrittrice, si nascondono tematiche, oltre a quella dell’amicizia, molto profonde. Si affronterà così tramite la storia dei vari personaggi, la solitudine, la violenza sulle donne, l’influenza e la potenza dell’uomo sulla donna e le ripercussioni psicologiche sui bambini dovute dai comportamenti dei bambini. La Fiorio dunque non intende porre soluzioni ai problemi reali della vita ma intende affrontare le tematiche per quelle che sono e raccontando la vita per quella che è.  E così nonostante i suoi nove anni, Rebecca cercherà di far capire a Giulia che, anche se i principi azzurri nella realtà non esistono, l’uomo giusto a volte è più vicino di quanto si possa pensare. Ciò che ancora sfugge è che la verità costa cara. E non solo perché certe cose è meglio non raccontarle, specie quando ci sono di mezzo i segreti degli adulti. Perchè le fiabe forse è meglio raccontarle per quello che in realtà sono e che la fiaba della nostra vita tocca a noi scriverla cercando di compiere le giuste scelte di giorno in giorno.

All’interno del libro si affronterà anche la tematica della violenza sulle donne

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