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Antonio Moresco, “La letteratura sfonda lo specchio della realtà”

Presso la sede di Giunti, lo scrittore mantovano Antonio Moresco ha presentato il suo ultimo libro "L'Addio", candidato al Premio Strega 2016

MILANO – “In questo libro ho voluto parlare del male”. Questo l’esordio dello scrittore Antonio Moresco in occasione della presentazione del suo ultimo libro, “L’addio”, edito da Giunti Editore. Un romanzo che non è solo l’ultimo in ordine di tempo, ma che segna il congedo letterario dell’autore. Approfondiamo la conoscenza dell’autore e scopriamo insieme il libro candidato al Premio Strega 2016 attraverso le sue parole.

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L’ADDIO – Un libro che parla del male e non ha paura di farlo. Benché, come dice lo stesso Moresco, il suo libro mantenga sempre qualche luce di speranza, “Anche il male ha una verità da dire nel mondo”. L’ispirazione per la storia l’ha avuta mentre stava passeggiando in Sardegna, “un’immagine di bambini che cantano su un grattacielo”, un preludio per un thriller poliziesco esistenziale che ribalta il genere. La storia diventa così una metafora della società di oggi in cui Moresco ha perso totalmente fiducia, “l’economia totalizza la nostra vita e questo porta le persone a non avere scrupoli”. Per sua stessa ammissione il personaggio del libro esprime anche quello che provava al tempo della scrittura. Il libro è attraversato dalla morte, un tema tremendamente attuale: “La paura alla morte è la più assoluta mancanza di libertà. Oggi non siamo più liberi”.

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L’IMPORTANZA DELLA LETTERATURA – “Sebbene non ami la parola letteratura, perché indica un universo di contenuti troppo diversi tra loro, essa è ed è stata un punto di riferimento costante nella mia vita.” Lo scrittore ne spiega anche i motivi, “Ho imparato a leggere con Salgari, Leopardi invece è stato come un fratello per me. Nella letteratura trovo sempre pensieri che non leggo più da nessuna parte.”

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IL RAPPORTO DELLA LETTERATURA CON LA REALTA’ – Dopo aver sottolineato l’importanza della scrittura come forma di racconto,  “un libro ha uno spazio di libertà molto più grande rispetto a un film”, Moresco ci ha tenuto a sottolineare come nonostante sia stato definito spesso uno scrittore allegorico, lui non si senta tale. “Non penso che una storia vera possa essere più vera di una nata nella mente di uno scrittore, penso che ‘La metamorfosi’ di Kafka sia una storia vera”. Poi le parole di Moresco si fanno pungenti, ma interessanti, “molti pensano che una storia vera tratta dalla realtà sia più valida di altre, ma pochi si rendono conto che la realtà che ci circonda è non è così facilmente conoscibile come si possa pensare. Proprio per questo motivo la letteratura diventa, a mio modo di vedere, un modo per sfondare lo specchio della realtà, per andare oltre a ciò che ci troviamo davanti”.

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IL PREMIO STREGA – “Devo dire grazie all’editor Antonio Franchini per la candidatura allo Strega, vivrò il Premio con estrema serenità, mi piace il suo spirito “battagliero”, ma non faccio parte di quella schiera che discredita o parla delle opere degli altri”. Dichiarazioni importanti quelle dell’autore che qualche anno fa aveva affermato che a nessuno aveva mai pensato di proporlo a un premio letterario. Lo scrittore mantovano ci arriva così con Giunti senza l’ossessione della vittoria e con tutta tranquillità.

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IL RAPPORTO CON LA TECNOLOGIA – “Non uso una connessione Internet, ogni tanto uso la mail di mia moglie per le comunicazioni più importanti”. Con queste parole lo scrittore ha lasciato stupore nei presenti ma, anche se può sembrare strano, è la verità. Non ama la tecnologia e non ama un mezzo come Internet che “spesso accumula informazioni che hanno davvero poco valore”. Allo stesso tempo però lo scrittore ha ammesso e concluso affermando come la comunicazione dal basso da parte dei lettori, come quella portata avanti dai blog e dai social network, siano state fondamentali per il ruolo di scrittore che occupa oggi.

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