5 classici della letteratura di formazione da leggere almeno una volta nella vita

3 Dicembre 2024

I romanzi di formazione sono nati fra il XVIII e il XIX secolo in Europa. Scopriamo insieme cinque classici del genere da leggere almeno una volta nella vita.

5 classici della letteratura di formazione da leggere una volta nella vita

Nati fra il Settecento e l’Ottocento, i romanzi di formazione hanno conquistato i lettori perché capaci di raccontare i vari aspetti della crescita e della maturazione dell’individuo, restituendo in contemporanea una vivace descrizione socioculturale dei tempi e dei luoghi in cui essi sono stati prodotti. Molti dei maggiori classici della letteratura sono romanzi di formazione.

Il romanzo di formazione, noto anche con il termine tedesco coniato da Goethe “bildungsroman”, può avere sfaccettature diversissime fra loro: può essere un romanzo di costume, o intimistico, o sociale, o pedagogico.

In tutti i casi, in esso possono confluire altri generi, come quello storico o epistolare, che si intrecciano alla narrazione di un tempo che precede quello adulto. In questo articolo scopriamo cinque classici della letteratura di formazione straordinari, che meritano di essere letti una volta nella vita.

5 classici della letteratura di formazione da leggere una volta nella vita

Robinson Crusoe” di Daniel Defoe

Si contende il ruolo di primo vero romanzo della letteratura inglese e di archetipo della narrativa realista quest’opera nata dalla penna di Daniel Defoe e pubblicata nel 1719. “Robinson Crusoe” è uno dei classici della letteratura di formazione più belli e avventurosi. Il libro è presentato come se fosse l’autobiografia del suo narratore, scritta in forma di epistole e diario personale.

Un grande giornalista traduce, rispettando finalmente la stesura originale, e commenta, mostrandone la deflagrante attualità, l’opera letteraria del suo illustre collega degli inizi dell’era moderna.

L’isola dove si svolgono le avventure del naufrago Robinson rappresenta tutti i problemi e le contraddizioni di quel mondo moderno che, agli inizi del XVIII secolo, si andava delineando nel confronto tra l’Europa e le nuove terre scoperte. Il romanzo può essere quindi considerato una sorta di “Odissea semplificata” degli albori della nostra epoca, con la stessa carica simbolica, la stessa ricchezza di allegorie.

David Copperfield” di Charles Dickens

Esce per la prima volta a puntate su una rivista britannica fra il 1849 e il 1850 l’opera che ha reso celebre in tutto il Paese Charles Dickens. “David Copperfield” è un romanzo di formazione che ha come tema centrale il percorso di crescita dell’infanzia. È caratterizzato da un’importante presenza di colpi di scena e momenti avventurosi, ma anche da una forte critica sociale. Tant’è che l’opera è anche annoverata fra le industrial novels.

Le avventurose esperienze di David Copperfield adombrano le vicende che hanno contrassegnato la vita dell’autore, che tuttavia riesce ad andare ben oltre il banale autobiografismo.

In questo suo meraviglioso affresco, insieme realistico e visionario, in cui i malvagi vengono sbeffeggiati e i buoni sono chiamati a una paradossale rivincita, Dickens descrive infatti con rara incisività tutta una galleria di personaggi raccolti attorno alla figura del giovane protagonista, sino a formare una delle “commedie umane” più lette di ogni tempo.

L’educazione sentimentale” di Gustave Flaubert

Gustave Flaubert impiega cinque anni per completare il suo capolavoro. “L’educazione sentimentale”, pubblicato nel 1869, diventa da subito oggetto di critiche controverse: a Parigi c’è chi lo ama follemente, come Marcel Proust, e chi lo ritiene un vero fallimento. A distanza di tempo, possiamo affermare che questo è uno dei classici più importanti della storia della letteratura, un romanzo di formazione che riguarda l’aspetto morale e quello sentimentale.

Nel 1840 Frédéric Moreau, giovane baccelliere, sogna intense passioni e grandi successi artistici. Turbato dal fascino di Mme Arnoux, stabilitosi a Parigi, cerca di rivederla.

Nel frattempo frequenta giovani ambiziosi tra i quali Deslauriers che aspira al potere politico. Frédéric non riesce però a imporsi in nessun settore e la sua vita oscilla tra facili amori, il gran mondo e l’amore che prova, nonostante tutto per Mme Arnoux. Col passare degli anni tutti i sogni si infrangono e resta solo la sensazione del fallimento.

L’isola di Arturo” di Elsa Morante

Un ragazzino che vive, praticamente da solo, su un’isola vivace dai tratti quasi magici. La Procida che fa da sfondo all’Isola di Arturo ha tratti ancestrali, così come li ha la narrazione di Elsa Morante, capace di far immergere il lettore in un tempo e in un luogo che sembrano non essere mai stati. Uno dei romanzi di formazione più particolari della letteratura italiana.

Il romanzo è un’esplorazione attenta della prima realtà verso le sorgenti non inquinate della vita. L’isola nativa rappresenta una felice reclusione originaria e, insieme, la tentazione delle terre ignote.

L’isola, dunque, è il punto di una scelta e a tale scelta finale, attraverso le varie prove necessarie, si prepara qui, nella sua isola, l’eroe ragazzo-Arturo. È una scelta rischiosa perché non si dà uscita dall’isola senza la traversata del mare materno; come dire il passaggio dalla preistoria infantile verso la storia e la coscienza.

Il meraviglioso mago di Oz” di L. Frank Baum

Oggi si torna a parlare di lui grazie al nuovo, spettacolare adattamento adesso al cinema, “Wicked”. “Il meraviglioso mago di Oz” viene pubblicato per la prima volta nel 1900 in un’edizione illustrata perfetta per i più giovani. Un capolavoro assoluto che ha fatto la storia del genere di formazione per ragazzi anche grazie ai suoi adattamenti successivi, soprattutto in forma di musical.

“Il meraviglioso mago di Oz” è uno dei romanzi più famosi per l’infanzia. Dorothy e il suo amato cane Toto vengono depositati nella Terra dell’Est dei Biascichini da un tornado, ma nell’atterraggio schiacciano la Strega Cattiva.

La Strega Buona del Nord viene a complimentarsi con Dorothy per quanto avvenuto, donandole le scarpe d’argento della defunta strega. E le spiega, poi, che in tutto il Paese di Oz (così si chiama quel luogo fantastico) esistono quattro streghe, di cui due buone e due cattive.

Ma in realtà Dorothy è poco interessata alla storia, vuole solo tornare subito a casa, dagli zii nel Kansas. A quel punto, la Strega Buona le consiglia di recarsi dal Mago di Oz, l’unico che potrà aiutarla.

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