Wislawa Szymborska (2 luglio 1923 – 1 febbraio 2012), Premio Nobel per la Letteratura nel 1996, ha una capacitร straordinaria di trasformare la quotidianitร in un campo di riflessione filosofica ed esistenziale. Nei versi tratti dalla poesia “Disattenzione” emerge la tematica dell’inerzia intellettuale e del rischio di perdere il senso del meraviglioso.
Ieri mi sono comportata male nel cosmo.
Ho passato tutto il giorno senza fare domande,
senza stupirmi di niente.
Ho svolto attivitร quotidiane,
come se ciรฒ fosse tutto il dovuto.
Wislawa Szymborska e l’irripetibile fortuna di essere vivi
Questa poesia affronta, con il tono leggermente ironico e profondamente riflessivo tipico dellโautrice, un aspetto essenziale della vita umana: la necessitร di meravigliarsi e interrogarsi sul mondo. Lโatto di โcomportarsi male nel cosmoโ non si riferisce a una colpa in senso morale, ma piuttosto alla trascuratezza con cui a volte affrontiamo la realtร , vivendo come automi immersi nella routine senza lasciarci toccare dalla bellezza e dalla complessitร dellโuniverso.
Nel primo verso, la poetessa introduce unโidea potente: lโidea di una colpa cosmica. Ma qual รจ questa colpa? Non aver fatto domande, non essersi stupiti. Il pensiero corre immediatamente alla curiositร , all’infanzia, quando tutto ci appare nuovo e meritevole di indagine. Crescendo, invece, spesso si perde questa capacitร di guardare con stupore ciรฒ che ci circonda, relegando la nostra attenzione esclusivamente al pratico e allโutile. Szymborska ci invita a non considerare la realtร come scontata, ma a percepirla con lo sguardo attento di chi รจ disposto a scoprire sempre qualcosa di nuovo.
Nei versi successivi, l’autrice sottolinea il comportamento meccanico e ripetitivo della vita quotidiana: “Ho svolto attivitร quotidiane, / come se ciรฒ fosse tutto il dovuto”. La routine viene presentata come un qualcosa che ci imprigiona, impedendoci di essere presenti a noi stessi e alla realtร . Il problema non รจ nelle azioni di per sรฉ, ma nellโassenza di coscienza con cui le svolgiamo. Mangiare, lavorare, interagire con gli altri sono attivitร fondamentali, ma se vissute in maniera automatica diventano un segnale di disattenzione verso la vita.
Questa visione rievoca pensatori del passato come Socrate, che considerava il porsi domande come la base della conoscenza, o filosofi moderni come Heidegger, che sottolineava il rischio dellโesistenza inautentica, vissuta senza consapevolezza. Anche Pascal, con il suo concetto di divertissement, individuava nel riempire le giornate di azioni ripetitive e automatiche il modo in cui l’uomo sfuggiva alla vera riflessione sulla propria condizione. Szymborska sembra riprendere queste tematiche in chiave poetica, rendendole accessibili e immediate attraverso la semplicitร delle sue parole.
La responsabilitร dellโindividuo nel cosmo
Lโuso della parola “cosmo” nel primo verso allarga il discorso a una prospettiva piรน ampia. Non si tratta solo di un discorso individuale, ma di una condizione universale. La poesia ci invita a considerare la nostra esistenza non come un elemento isolato, ma in relazione all’universo, ai suoi misteri e alla sua bellezza. Ogni giorno che passiamo senza riflettere รจ unโoccasione mancata, un piccolo “torto” che facciamo allโordine delle cose.
La riflessione di Szymborska รจ una potente esortazione a riappropriarci del senso del meraviglioso e a vivere con maggiore consapevolezza. La sua critica alla disattenzione non รจ accusatoria, ma un invito affettuoso a svegliarsi dal torpore della routine e a riscoprire la curiositร . La sua poesia ci ricorda che ogni giorno รจ unโopportunitร per osservare il mondo con occhi nuovi, porci domande e, soprattutto, stupirci di tutto ciรฒ che ci circonda. Una sfida semplice ma profonda: non dare mai nulla per scontato.
Ecco qua di seguito l’intera poesia, per poterla apprezzare in tutta la sua mirabile grazia:
DISATTENZIONE
Ieri mi sono comportata male nel cosmo.
Ho passato tutto il giorno senza fare domande,
senza stupirmi di niente.
Ho svolto attivitร quotidiane,
come se ciรฒ fosse tutto il dovuto.
Inspirazione, espirazione, un passo dopo lโaltro,
incombenze,
ma senza un pensiero che andasse piรน in lร
dellโuscire di casa e del tornarmene a casa.
Il mondo avrebbe potuto essere preso per un mondo folle,
e io lโho preso solo per uso ordinario.
Nessun come e perchรฉ โ
e da dove รจ saltato fuori uno cosรฌ โ
e a che gli servono tanti dettagli in movimento.
Ero come un chiodo piantato troppo in superficie nel muro
oppure
(e qui un paragone che mi รจ mancato).
Uno dopo lโaltro avvenivano cambiamenti
perfino nellโambito ristretto dโun batter dโocchio.
Su un tavolo piรน giovane, da una mano dโun giorno
piรน giovane,
il pane di ieri era tagliato diversamente.
Le nuvole erano come non mai e la pioggia era
come non mai,
poichรฉ dopotutto cadeva con gocce diverse.
La Terra girava intorno al proprio asse,
ma giร in uno spazio lasciato per sempre.
ร durato 24 ore buone.
1440 minuti di occasioni.
86.400 secondi in visione.
Il savoir-vivre cosmico,
benchรฉ taccia sul nostro conto,
tuttavia esige qualcosa da noi:
un poโ di attenzione, qualche frase di Pascal
e una partecipazione stupita a questo gioco
con regole ignote.