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Una frase di Jack London sul valore dei nostri ricordi

Leggiamo questa frase di Jack London tratta dalla sua opera "Il vagabondo delle stelle", in cui approfondisce il rapporto tra uomini e ricordi.

Questa citazione, tratta da Il vagabondo delle stelle di Jack London, racchiude una profonda meditazione filosofica sulla natura dellโ€™esistenza, sul rapporto tra materia e spirito, e sul ruolo della memoria come custode ultima dellโ€™identitร  e dellโ€™esperienza umana. In poche righe, London riesce a condensare interrogativi antichi quanto lโ€™uomo, proponendo una visione che affonda le radici tanto nella filosofia antica quanto nelle inquietudini della modernitร .

โ€œLa menteโ€ฆ solo la mente sopravvive. La materia fluisce, si solidifica, fluisce di nuovo, le forme che essa assume sono sempre nuove. Poi si disintegrano in quel nulla eterno donde non vi รจ ritorno. La forma รจ unโ€™apparizione, […], ma il ricordo permane, rimarrร  fino a quando lo spirito resiste, e lo spirito รจ indistruttibile.โ€

Jack London e il rapporto tra essere umano e ricordi

Il vagabondo delle stelle รจ uno dei romanzi piรน singolari di Jack London, pubblicato nel 1915 e spesso trascurato rispetto ai piรน celebri Il richiamo della foresta o Zanna Bianca. Ambientato in una prigione americana di inizio Novecento, il romanzo racconta la vicenda di Darrell Standing, un professore condannato a morte che, sottoposto a torture e isolamento, riesce a viaggiare attraverso le proprie vite passate, abbandonando il corpo e immergendosi nei recessi piรน profondi della memoria e dello spirito. รˆ proprio in questo contesto che nasce la riflessione citata, a metร  tra unโ€™estasi mistica e una rivolta razionale contro lโ€™annientamento fisico.

La dicotomia tra materia e spirito รจ un tema cardine nella storia della filosofia. Giร  Platone, nei suoi dialoghi, sosteneva la superioritร  dellโ€™anima immortale rispetto al corpo corruttibile, concependo il mondo sensibile come unโ€™ombra imperfetta di un piano ideale eterno e immutabile. London, pur muovendosi in un contesto culturale molto diverso, sembra riprendere questo dualismo. La materia, scrive, โ€œfluisce, si solidifica, fluisce di nuovoโ€: essa รจ impermanente, instabile, destinata a mutare e infine a disgregarsi nel nulla. In questo flusso incessante, le forme โ€” e dunque i corpi, gli oggetti, le strutture materiali โ€” sono solo apparizioni, momentanei addensamenti di una sostanza destinata alla dissoluzione.

Ma contro questa caducitร  si erge la mente, o meglio lo spirito, che London considera โ€œindistruttibileโ€. รˆ significativo che lo scrittore non parli genericamente di anima, ma di spirito e memoria: ciรฒ che sopravvive alla morte del corpo non รจ tanto unโ€™essenza immobile, quanto piuttosto il ricordo, lโ€™esperienza accumulata attraverso il tempo e le incarnazioni. Il ricordo, infatti, โ€œpermane, rimarrร  fino a quando lo spirito resisteโ€. In tal senso, la memoria non รจ soltanto una funzione biologica, ma un principio ontologico, il filo invisibile che collega tutte le esistenze vissute dallโ€™individuo e, per estensione, dallโ€™umanitร  intera.

Il pensiero di London si avvicina per certi versi alle concezioni orientali della metempsicosi e del samsara, il ciclo delle rinascite a cui รจ soggetto ogni essere vivente. Tuttavia, mentre nelle religioni orientali il fine ultimo รจ la liberazione da questo ciclo, per London il valore risiede proprio nella permanenza del ricordo e della coscienza di sรฉ. รˆ attraverso il vagabondare della mente che lโ€™uomo si emancipa dalle catene materiali, riuscendo a oltrepassare i confini del tempo e dello spazio. Darrell Standing, rinchiuso in una cella di isolamento, trova nella memoria il solo rifugio possibile, dimostrando che la vera prigione non รจ quella dei muri e delle catene, ma la perdita della capacitร  di ricordare e immaginare.

Dal punto di vista letterario, questa concezione fa de Il vagabondo delle stelle un romanzo modernissimo, in cui si intrecciano elementi del romanzo dโ€™avventura, della narrativa carceraria e della speculazione filosofica. London anticipa temi che saranno cari agli scrittori del Novecento, come la relativitร  del tempo, lโ€™identitร  frammentata e la ricerca di un senso nellโ€™assurdo. Nello stesso periodo in cui Freud esplorava i territori dellโ€™inconscio e Proust celebrava la memoria involontaria, London metteva in scena un viaggio interiore che attraversa i secoli e le civiltร , riconoscendo alla mente il ruolo di custode suprema dellโ€™esperienza umana.

London, il corpo e la mente

La citazione iniziale, dunque, non รจ soltanto una riflessione sulla sopravvivenza dellโ€™anima, ma anche un monito a non dimenticare. In un mondo dove tutto passa e si dissolve, la memoria resta, come testimonianza e resistenza contro lโ€™oblio. La mente, nel pensiero di London, non รจ solo il luogo della conoscenza, ma anche della salvezza: finchรฉ lโ€™uomo ricorda, finchรฉ custodisce le proprie storie e i propri amori, egli non รจ mai veramente sconfitto.

Ed รจ forse questo il senso piรน profondo dellโ€™opera di London: il corpo puรฒ essere distrutto, le civiltร  possono crollare, le forme svanire โ€” ma lo spirito, nella sua capacitร  di ricordare e raccontare, รจ davvero indistruttibile.

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