Fino al 16 febbraio 2025, il Mudec di Milano ospiterà la prima mostra italiana dedicata a Niki de Saint Phalle, una delle artiste più influenti del XX secolo. La mostra, curata da Lucia Pesapane, offre un ampio sguardo sulla carriera e sulla personalità della “donna e artista” – come Niki amava definirsi – attraverso una selezione di 110 opere.
La mostra del Mudec rivela il lato più intimo e complesso di una donna che, pur celebrata come celebrità artistica, ha affrontato fragilità fisiche e battaglie personali, temi che si riflettono nelle sue opere. Questa retrospettiva al Mudec rappresenta una tappa fondamentale per il riconoscimento di Niki de Saint Phalle in Italia.
Sebbene l’artista sia stata celebrata con mostre in tutto il mondo, mancava ancora un evento che rendesse giustizia alla sua influenza nel panorama artistico italiano. La mostra non solo celebra le “Nanas” che l’hanno resa celebre, ma esplora anche il suo impegno personale e sociale, offrendo al pubblico un’opportunità unica per scoprire la complessità di una delle artiste più innovative del secolo scorso.
“Amo le curve, le sinuosità, il mondo è rotondo, il mondo è un seno”.
Niki de Saint Phalle
La mostra
La mostra al Mudec offre una visione completa della sua carriera, suddivisa in otto sezioni che tracciano un percorso cronologico e tematico. La curatrice Lucia Pesapane sottolinea come Saint Phalle abbia saputo utilizzare i media e lo schermo per promuovere il suo impegno sociale, parlando delle minoranze e dei più fragili, compresi malati, bambini e animali. La sua arte inclusiva e gioiosa ha saputo superare barriere culturali, diventando accessibile e amata da un pubblico eterogeneo.
Prima sezione: Fuoco a volontà
Tra il 1961 e il 1962, Niki de Saint Phalle realizza circa venti performance chiamate Tirs, in cui spara con una carabina a sacchetti di pittura su tele, esprimendo emozioni e critiche verso la violenza della società occidentale degli anni ’60. Questi gesti, che uniscono performance, arte corporale e pittura, riflettono una sensibilità critica nei confronti della guerra e della condizione femminile. In mostra sono presenti lavori dalla serie “Cattedrali” e “Altari”, evidenziando il suo anticlericalismo e l’apprezzamento per opere collettive. Un video ricorda una performance a Milano nel 1970.
Seconda sezione: Prostitute, streghe, spose, madri, dee
Dopo il divorzio nel 1960, Niki si trasferisce a Parigi con Jean Tinguely, creando assemblaggi di plastica e tessuto che rappresentano figure femminili come madri e spose, denunciano i ruoli tradizionali delle donne. Le sue opere, tra cui “La Mariée à cheval”, mostrano la violenza e la radicalità del suo intento critico, mentre propone nuove figure femminili forti e indipendenti.
Terza sezione: Nana Power…
Negli anni ’60 e ’70, Niki crea le Nanas, figure femminili colorate che celebrano la body positivity e rappresentano una nuova società matriarcale. Ispirate alla Grande Madre, queste sculture si oppongono agli stereotipi di genere e al patriarcato. Nella serie delle Nanas nere, Niki affronta anche temi di giustizia razziale, in dialogo con movimenti come le Pantere Nere e critiche alla politica conservatrice.
Quarta sezione: Sognare in grande: Il Giardino dei Tarocchi
Dal 1978, Niki costruisce il Giardino dei Tarocchi a Capalbio, un parco scultoreo che rappresenta le 22 carte degli arcani maggiori del tarocco. Le sculture, colorate e monumentali, creano un ambiente magico e surreale. Questa opera riflette l’influenza di varie culture e rappresenta il potere dell’arte collettiva, opponendosi al mito dell’artista solitario.
Quinta sezione: Impegno, giustizia, cura
Negli anni ’70, Niki continua a denunciare i ruoli femminili con la serie “Madri divoratrici”. Negli anni ’80 e ’90, diventa un’advocata per i malati di AIDS, affrontando il tema della stigmatizzazione. Pubblica il libro “AIDS: You Can’t Catch It Holding Hands”, proponendo una visione inclusiva e positiva. Le sue opere, come i grandi preservativi, richiamano alla protezione e all’amore.
Sesta sezione: Daddy & Mon Secret
Niki utilizza i media per promuovere la sua arte, affrontando la violenza subita dal padre nel film “Daddy”. Questa opera è affiancata dal libro “Mon Secret”, in cui cerca di perdonare e mostrare l’indifferenza verso i più deboli, dimostrando la sua capacità di affrontare temi personali attraverso l’arte.
Settima sezione: Oggetti d’incontro, l’invito al dialogo
Niki de Saint Phalle si ispira a culture diverse, creando un’opera che mescola miti e simboli vari. La sua arte diventa un dialogo tra culture, riflettendo la sua affinità per l’arte messicana, indiana, italiana e orientale. In mostra, opere come le Nanas serpenti dialogano con oggetti etnografici.
Ottava sezione: La regina del deserto californiano
Negli anni ’90, Niki progetta un parco di sculture, il Queen Califia’s Magical Circle, dedicato alla dea Califia. Questa opera celebra la potenza femminile e i popoli nativi americani, culminando un percorso di riscrittura della storia. Le sue opere tardive, tra cui i teschi, riflettono la gioia e la celebrazione della vita e della morte, mentre affronta tematiche ambientali e critiche alla politica conservatrice.
Niki de Saint Phalle: artista ribelle tra femminismo e avanguardie
Niki de Saint Phalle (1930-2002), artista franco-americana, è conosciuta per le sue sculture monumentali e colorate, come le iconiche “Nanas”. Tuttavia, la sua opera non si limita a queste figure vivaci e gioiose. È stata un’artista impegnata, capace di fondere la sua creatività con un profondo senso di giustizia sociale.
Niki de Saint Phalle è stata una figura centrale del movimento femminista degli anni ’60 e ’70 e del Nouveau Réalisme, movimento artistico in cui era l’unica donna. La sua arte sfida costantemente gli stereotipi di genere, esprimendo un’identità femminile potente e sensuale. Attraverso performance radicali, come i “Tiri”, in cui sparava a quadri bersaglio, l’artista gridava contro i ruoli imposti alle donne, mettendo in scena una ribellione che continua a ispirare le generazioni future.
Uno degli aspetti più affascinanti di Niki de Saint Phalle è il suo impegno sociale. Le sue opere monumentali, come il “Giardino dei Tarocchi” a Capalbio, rappresentano la sua visione di una società matriarcale e inclusiva. Questo parco di sculture, costruito in Italia, testimonia il suo legame con il patrimonio artistico italiano, e la sua capacità di coniugare arte pubblica e significati profondi.
Una star mediatica e indipendente
Niki era perfettamente consapevole del potere della sua immagine pubblica. Amava mescolare arte e spettacolo, apparendo nei media come una figura glamour, ma mantenendo sempre una forte indipendenza artistica. La mostra include fotografie della sua carriera di modella e collaborazioni con grandi case di moda come Dior, offrendo una visione completa del suo spirito ribelle e innovatore.