Dipinti e disegni di antichi maestri dal XVI al XIX secolo in mostra a Bologna

24 Ottobre 2024

La mostra è un tuffo nell'arte e nella storia, attraverso i capolavori di maestri che hanno segnato l'evoluzione pittorica tra il XVI e il XIX secolo.

Dipinti e disegni di antichi maestri dal XVI al XIX secolo in mostra a Bologna

La mostra Dipinti e disegni di antichi maestri dal XVI al XIX sarà ospitata fino al 31 dicembre 2024 presso la prestigiosa Galleria d’arte Fondantico di Tiziana Sassoli arrivata alla sua 31ª edizione della sua  autunnale presso la splendida Casa Pepoli Bentivoglio, nel cuore di Bologna. Quest’evento rappresenta un’opportunità unica per collezionisti, studiosi e appassionati di arte antica di ammirare opere di eccezionale valore storico e artistico, realizzate da alcuni dei più grandi maestri bolognesi ed emiliani attivi tra il Cinquecento e l’Ottocento.

La mostra è un viaggio affascinante che si snoda attraverso quattro secoli di pittura, dalle raffinatezze manieriste del Cinquecento alle innovazioni barocche del Seicento, fino alle espressioni artistiche del Settecento e agli sviluppi del paesaggismo nell’Ottocento. Le opere esposte, selezionate con cura e spesso di difficile accesso, offrono una visione ampia e completa dell’arte figurativa dell’Italia settentrionale, con particolare enfasi sulla scuola bolognese, che ha avuto un ruolo centrale nella storia dell’arte europea.

Quest’edizione della mostra permette di ammirare non solo dipinti, ma anche disegni preparatori, bozzetti e studi dal vero, che offrono uno sguardo prezioso sul processo creativo dei maestri esposti. Tra le firme illustri figurano artisti come Sebastiano Filippi detto il Bastianino, Giovanni Francesco Barbieri detto il Guercino, Francesco Albani, i fratelli Gandolfi, Giuseppe Marchesi e Antonio Basoli, protagonisti della scena artistica bolognese ed emiliana.

Attraverso i loro capolavori, i visitatori potranno cogliere l’evoluzione stilistica, le sperimentazioni tecniche e l’abilità di questi artisti nel coniugare le esigenze spirituali e iconografiche della committenza con un’espressività originale e innovativa. Ogni opera esposta è un tassello fondamentale che contribuisce a raccontare la storia e lo sviluppo dell’arte pittorica tra il XVI e il XIX secolo, rendendo questa mostra non solo un’esperienza visiva unica, ma anche un momento di profonda riflessione sull’importanza della tradizione artistica italiana.

In questo contesto, la mostra diventa non solo un’occasione per ammirare opere di altissimo livello, ma anche un luogo di incontro per il dibattito culturale, in cui studiosi e appassionati possono confrontarsi sulle influenze, le tecniche e i percorsi stilistici di artisti che hanno contribuito a plasmare il panorama artistico del loro tempo.

Questa mostra offre l’opportunità di immergersi nell’arte e nella storia, attraverso i capolavori di maestri che hanno segnato l’evoluzione pittorica tra il XVI e il XIX secolo.

Dipinti e disegni di antichi maestri dal XVI al XIX secolo: la mostra

Tra i capolavori più antichi della mostra spicca una tavola eseguita da Sebastiano Filippi, noto come Bastianino, con l’Adorazione dei Pastori, risalente al 1565. Quest’opera rappresenta una delle testimonianze più elevate del manierismo italiano, dimostrando la maestria di Bastianino, pittore attivo a Ferrara alla corte di Alfonso II d’Este. Questo dipinto colpisce per la delicatezza compositiva e l’intensità espressiva, simbolo della sua abilità nel fondere il sacro e il poetico.

Il Seicento è rappresentato da capolavori del barocco bolognese, tra cui spicca un frammento della pala d’altare con l’Apparizione della Vergine a San Guglielmo, realizzata entro il 1646 da Francesco Albani. Questo frammento, raffigurante la Madonna in gloria con cherubini, apparteneva alla grande pala d’altare della chiesa di Gesù e Maria a Porta Galliera, e viene presentato al pubblico per la prima volta a Bologna.

Un’altra opera di grande rilevanza è la tela di Giovanni Francesco Barbieri, detto il Guercino, raffigurante San Girolamo in preghiera. Questa opera, eseguita nella maturità del pittore, è identificata come uno dei due dipinti realizzati per Girolamo Panessi e il conte di Novellara, entrambi registrati nel 1648 e 1652 nel Libro dei conti del Guercino.

Nel passaggio al Settecento, incontriamo le vivaci Allegorie delle Stagioni, realizzate da Giuseppe Marchesi, soprannominato Sansone. Queste tele raffigurano bambini in scene allegoriche, esempio della freschezza e vitalità che caratterizzano l’arte del periodo. Accanto a queste, spiccano le opere dei fratelli Gandolfi, protagonisti del secondo Settecento italiano. Di Ubaldo Gandolfi si espone un olio su carta con il busto di un bambino, un dolce studio dal vero, mentre di Gaetano Gandolfi si presenta il bozzetto per La continenza di Scipione, una tela imponente conservata a Bologna, e una Madonna col Bambino destinata agli Uffizi di Firenze.

Il percorso artistico prosegue con le opere di Vincenzo Martinelli, il più importante paesaggista bolognese della seconda metà del Settecento. La sua serie di quattro paesaggi è un esempio della transizione dalla pittura rococò a una visione più moderna e realistica del paesaggio, che troverà la sua piena espressione con Antonio Basoli, altro grande nome dell’arte emiliana. Basoli chiude la mostra con un’opera straordinaria: l’Interno della Chiesa Metropolitana di San Pietro, che testimonia la sua maestria nella rappresentazione architettonica e scenografica.

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