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I versi di Luis de Gongora sul tempo che velocemente passa

Leggiamo assieme questi stupendi versi contenuti a pagina quattrocento undici dell'edizione dei sonetti di Luis de Gongora edita da Salerno Editrice.

Nel cuore barocco della poesia di Luis de Gรณngora y Argote โ€” maestro dellโ€™enigma e della luminositร  concettuale โ€” si celano versi che affondano il loro significato nel tempo e nella consapevolezza della fine. Il brano che proponiamo, tratto da un sonetto del grande poeta spagnolo, รจ unโ€™esemplare meditazione sulla caducitร  della vita e sullโ€™illusione del tempo che passa inosservato:

โ€œMeno agognรฒ la rapida saetta
bersaglio destinato e morse acuta,
carro da corsa nell’arena muta
non coronรฒ con piรน silenzio meta,
di quanto corre, rapida e segreta,
l’etร  nostra alla fine. A chi ne dubita,
fosse pur fiera di ragione nuda,
ogni sole che torna sia cometa.โ€

Luis de Gongora e la vita che passa

Questo frammento ci pone immediatamente davanti a una delle piรน potenti metafore del tempo: la sua corsa silenziosa e inarrestabile, comparabile a una freccia che trova il bersaglio prima ancora di essere percepita, o a un carro che taglia il traguardo nellโ€™arena senza un rumore, senza una celebrazione. La struttura concettuale del passo รจ densa, armonizzata dal ritmo del sonetto e sostenuta da un lessico tanto incisivo quanto raffinato.

Nei primi quattro versi, Gรณngora disegna una traiettoria visiva e sensoriale del tempo: la freccia (โ€œla rapida saettaโ€) รจ unโ€™immagine classica della rapiditร  e della destinazione inevitabile; รจ anche il simbolo dellโ€™ineluttabilitร  del destino. La freccia “morse” il bersaglio โ€” verbo che suggerisce contatto improvviso, doloroso e irreversibile. Subito dopo, il poeta introduce il โ€œcarro da corsa nellโ€™arena mutaโ€: lโ€™evocazione del circo romano, o di una corsa solenne e tragica, dove anche la vittoria arriva senza clamore. Due immagini, quindi, che non celebrano la velocitร , ma la silenziosa certezza della fine.

Questa combinazione di rapiditร  e mutismo รจ ciรฒ che, per Gรณngora, definisce il vero volto del tempo: esso corre โ€œrapido e segretoโ€ verso la morte, verso la dissoluzione dellโ€™essere. E proprio questo segreto, questa sottrazione alla nostra percezione, รจ ciรฒ che rende lโ€™esperienza del tempo tanto drammatica quanto poetica.

โ€œLโ€™etร  nostra alla fineโ€ corre, suggerisce il poeta, proprio come la freccia o il carro: inevitabile, silenziosa, implacabile. Lโ€™espressione โ€œrapida e segretaโ€ fa del tempo un ladro perfetto, che ci accompagna senza farsi notare, che lavora nellโ€™ombra mentre viviamo, sogniamo, amiamo. รˆ un paradosso tragico: mentre ci sentiamo nel pieno della vita, stiamo invece muovendoci senza saperlo verso la conclusione. Il tempo รจ dunque uno scivolamento costante, piรน che una corsa sfrenata. La sua pericolositร  รจ proprio nella mancanza di clamore: nessun avviso, nessun suono, solo un avanzare impercettibile.

La ragione che non basta

Nel sestetto conclusivo, Gรณngora si rivolge a chi potrebbe โ€œdubitareโ€ di questa corsa verso la morte. E non lo fa con sarcasmo, ma con un ammonimento poetico: anche se si fosse โ€œfiera di ragione nudaโ€ โ€” cioรจ dotata della piรน lucida razionalitร , priva di illusioni o sentimentalismi โ€” la mente umana non riuscirebbe comunque a sfuggire a questa realtร . Il sole stesso, che ogni giorno sorge e sembra promettere vita, gioia, inizio, รจ in realtร  una cometa: segno celeste di presagio, figura della caducitร , corpo in transito. Ogni giorno che ci pare ciclico e pieno di vita, รจ in realtร  una porzione sottratta alla nostra esistenza, un passo in piรน verso il termine.

Lโ€™immagine del sole come cometa รจ di straordinaria forza. Il sole che deve essere visto come cometa, perchรฉ proprio la cometa, nelle culture classiche era vista come segno di sventura e imminenti eventi nefasti, come puรฒ essere, appunto, la morte.

Questi versi, pur immersi nello stile ricco e metaforico del Barocco spagnolo, restano attualissimi per chiunque voglia interrogarsi sul senso del tempo. La tensione tra la percezione soggettiva del vivere (lโ€™illusione di permanenza, lโ€™inerzia dellโ€™abitudine) e la realtร  oggettiva della morte รจ un tema universale, capace di attraversare epoche, lingue e culture. Gรณngora ci invita a non fidarci delle apparenze: il tempo non annuncia il suo passaggio, ma agisce come un assassino cortese. Non urla, non distrugge con fragore: semplicemente, consuma.

Il suo sonetto, con la potenza di una visione cosmica e allo stesso tempo intima, ci ricorda che la fine รจ inscritta nellโ€™inizio, e che la saggezza non consiste tanto nellโ€™evitarla โ€” cosa impossibile โ€” quanto nel riconoscerla e accoglierla con luciditร .

La poesia di Luis de Gรณngora, in questi versi, non รจ solo un esercizio di virtuosismo barocco: รจ una riflessione profonda e malinconica sulla condizione umana, sul tempo e sullโ€™inganno delle illusioni quotidiane. Invita alla consapevolezza, non alla disperazione: ci sollecita a guardare in faccia la veritร  della nostra corsa, silenziosa e rapida, verso la fine. In questo riconoscimento, se non cโ€™รจ salvezza, cโ€™รจ almeno dignitร . E, forse, anche bellezza.

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