I versi di Federico García Lorca tratti dalla poesia Ci sono anime che hanno… racchiudono, in poche immagini dense e suggestive, uno degli aspetti più profondi e poetici della scrittura del grande autore andaluso: la capacità di evocare dimensioni interiori e spirituali attraverso metafore luminose e quasi oniriche, in bilico tra malinconia e incanto. Lorca, poeta della memoria e del desiderio, della morte e della speranza, qui compone un piccolo affresco dell’anima umana, restituendole la sua complessità e le sue infinite sfumature.
Ci sono anime che hanno
stelle azzurre,
mattini secchi
tra le foglie del tempo
e angoli casti
che conservano un vecchio
rumore di nostalgia
e di sogni.
Federico Garcia Lorca e le anime silenziose e delicate che abitano il mondo
Il componimento si apre con una dichiarazione che è già di per sé una visione poetica: “Ci sono anime che hanno stelle azzurre.” L’immagine delle stelle azzurre richiama immediatamente un’idea di purezza, di cielo, di qualcosa di irraggiungibile ma anche di costantemente presente sopra di noi. Le anime a cui Lorca si riferisce non sono tutte le anime, ma quelle capaci di custodire una sorta di luce interna, un firmamento personale che le distingue. In questa scelta poetica si avverte una forte componente simbolista, dove i colori e gli elementi naturali diventano strumenti per dare forma ai sentimenti più intimi.
La poesia prosegue evocando “mattini secchi tra le foglie del tempo”. Qui Lorca ricorre a una sinestesia potente, in cui il tempo viene immaginato come un albero, o forse come un intero paesaggio autunnale in cui il mattino — simbolo tradizionale di rinascita, di inizio — appare secco, privo di rugiada e freschezza. È un mattino asciutto, che non porta nuova linfa, che si adagia tra le foglie cadute e il tempo trascorso.
Quest’immagine suggerisce la presenza di una nostalgia radicata, di un passato che grava sull’anima e che lascia i suoi segni come foglie morte sul suolo. Lorca riesce, con pochi tocchi, a trasmettere una percezione del tempo non lineare ma fatto di stratificazioni emotive, di istanti sospesi e di malinconie durevoli.
Ancora più intima e delicata è l’immagine successiva: “angoli casti che conservano un vecchio rumore di nostalgia e di sogni.” Qui il poeta esplora le zone più riposte dell’anima umana, quelle che rimangono incontaminate, angoli casti appunto, dove il tempo sembra essersi fermato e dove risuona ancora un vecchio rumore, quasi un’eco sbiadita ma persistente, di ciò che è stato e di ciò che si è desiderato. Lorca costruisce un piccolo spazio interiore in cui la nostalgia e il sogno coesistono, dove il passato e il possibile si incontrano senza cancellarsi a vicenda.
È proprio in questo incontro tra nostalgia e sogno che risiede uno dei nodi centrali della poetica lorchiana. La nostalgia, nel suo significato etimologico, è dolore per il ritorno, per qualcosa che si è perduto e che si vorrebbe recuperare; il sogno, al contrario, è proiezione verso il futuro, è immaginazione di ciò che potrebbe essere. Lorca, da fine conoscitore dell’animo umano, sa bene che nessuna di queste due dimensioni può esistere senza l’altra: l’essere umano è tale perché ricorda e desidera, rimpiange e immagina.
In questi pochi versi si ritrovano molti dei temi cari a García Lorca: il tempo, la memoria, la malinconia, ma anche la speranza e la ricerca di bellezza nelle pieghe più segrete dell’esistenza. Lorca appartiene a quella schiera di poeti che sanno dare voce all’invisibile, che sanno trovare parole per ciò che abita il cuore e la mente ma spesso rimane senza nome.
Inoltre, non si può trascurare il valore sonoro e musicale dei suoi versi, costruiti con una sensibilità quasi da compositore, dove ogni parola sembra scelta non solo per il suo significato ma anche per la sua risonanza emotiva. Termini come stelle, foglie, tempo, nostalgia, sogni, oltre a evocare immagini potenti, producono un effetto lirico che accompagna il lettore in un viaggio sensoriale e spirituale.
Lorca, con la sua scrittura, non offre risposte ma visioni. I suoi versi invitano a riconoscere dentro di sé quegli angoli casti, quelle stelle azzurre che illuminano anche i mattini più secchi della vita. La sua poesia è, in fondo, un atto di resistenza contro il logorio del tempo e dell’oblio, una dichiarazione che anche nelle esistenze più ferite resta uno spazio per la bellezza e per il sogno.
Federico Garcia Lorca, un poeta da riscoprire
In conclusione, Ci sono anime che hanno… è una poesia che riesce, con la sua semplicità apparente, a parlare a tutte le anime capaci di custodire memoria e desiderio, che continuano a sognare anche mentre raccolgono le foglie cadute del tempo. È un piccolo inno alla resilienza poetica dell’essere umano, alla sua capacità di trovare, dentro di sé, stelle azzurre che non smettono mai di brillare.
Ma ecco l’intera poesia:
Ci sono anime che hanno…
Ci sono anime che hanno
stelle azzurre,
mattini secchi
tra le foglie del tempo
e angoli casti
che conservano un vecchio
rumore di nostalgia
e di sogni.Altre anime hanno
dolenti spettri
di passioni. Frutta
con vermi. Echi
di una voce bruciata
che viene da lontano
come una corrente
d’ombre. Ricordi
vuoti di pianto
e briciole di baci.La mia anima è matura
da molto tempo
e si sgretola
piena di mistero.
Pietre giovanili
rose dal sogno
cadono sull’acqua
dei miei pensieri.
Ogni pietra dice:
«Dio è molto lontano!»