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Lingua italiana: nei documenti come va scritta la data?

Scopriamo tramite questo articolo se per la lingua italiana è meglio scrivere le date sui documenti a numeri romani o a cifre arabe e come scriverle.

Le date scritte sui documenti che fanno uso della lingua italiana rappresentano un elemento fondamentale nella comunicazione ufficiale e amministrativa, regolato da precise convenzioni linguistiche e tipografiche. La corretta scrittura delle date segue norme ben definite, che riguardano la disposizione e la grafia degli elementi che le compongono: giorno, mese e anno.

Struttura della data nella lingua italiana e nei documenti

Le date sono costituite da tre elementi principali:

Il giorno del mese, che si scrive in cifre arabe (1, 2, 3, etc.). L’unica eccezione riguarda il primo giorno del mese, che può essere scritto come “1°” per indicare l’uso ordinale.

Il mese, che può essere indicato in lettere (ad esempio, “agosto”) o in cifre arabe (08) o romane (VIII), sebbene quest’ultima forma sia poco usata.

L’anno, che va sempre scritto in cifre arabe (es. 2024). In alcuni contesti, soprattutto informali, le prime due cifre dell’anno possono essere omesse, sostituite da un apostrofo (es. “9 agosto ’10” per “9 agosto 2010”).

Modi di scrivere la data

A seconda del contesto, la data può essere rappresentata in diversi modi:

Forma estesa: “9 agosto 2010” (forma più elegante e usata nei documenti ufficiali e nella corrispondenza formale).

Forma abbreviata: “9 agosto ’10” (uso più informale, talvolta presente in scritti personali o in vecchi documenti).

Forma numerica con punti: “9.8.2010”.

Forma numerica con trattini: “9-8-2010”.

Forma numerica con barra obliqua: “9/8/2010” (molto diffusa nei moduli e nei documenti amministrativi).

Forma con mese in numeri romani: “9.VIII.2010”, “9-VIII-2010”, “9/VIII/2010” (forma meno frequente ma ancora in uso in contesti ufficiali o cerimoniali).

Formati nei documenti ufficiali

Nei moduli cartacei e telematici, spesso è richiesto un formato standardizzato, solitamente nella forma gg/mm/aaaa, che prevede:

Due cifre per il giorno (es. “09” per il 9 di un mese).

Due cifre per il mese (es. “08” per agosto).

Quattro cifre per l’anno (es. “2010”).

Questa convenzione è utilizzata soprattutto nei sistemi informatici, dove la chiarezza e l’uniformità nella gestione delle date sono essenziali. Ad esempio, la data “9 agosto 2010” viene rappresentata come 09/08/2010.

Differenze tra formati internazionali

A livello internazionale, esistono differenze significative nella scrittura delle date:

Formato italiano ed europeo: gg/mm/aaaa (es. “09/08/2010”).

Formato anglosassone: mm/dd/yyyy (es. “08/09/2010”).

Formato ISO 8601: aaaa-mm-gg (es. “2010-08-09”), utilizzato in contesti ufficiali e tecnologici per evitare ambiguità.

Considerazioni stilistiche e pratiche

Preferenza per la forma estesa: nei documenti formali, lettere ufficiali e contratti, è consigliato scrivere il mese per esteso (“9 agosto 2010”) per maggiore chiarezza.

Uniformità nei documenti: all’interno di uno stesso documento, è buona norma mantenere un unico stile di scrittura della data.

Uso delle cifre nei sistemi informatici: nei database e nei moduli elettronici è preferibile il formato numerico con barre o trattini per garantire compatibilità con i software.

La corretta scrittura delle date nei documenti è essenziale per garantire chiarezza e comprensione. Sebbene esistano diverse modalità di rappresentazione, il contesto in cui viene utilizzata una data ne determina la forma più appropriata. La distinzione tra forma estesa e numerica, tra grafie tradizionali e standardizzate per l’uso digitale, evidenzia l’importanza di un uso consapevole della lingua e della tipografia nella comunicazione scritta.

Numeri arabi e numeri romani

I numeri arabi, oggi universalmente utilizzati nella scrittura delle date, hanno origine in India, dove furono sviluppati tra il III e il V secolo d.C. Questo sistema numerico fu poi adottato dal mondo islamico e successivamente introdotto in Europa grazie ai commerci e agli scambi culturali. Il grande matematico Fibonacci contribuì alla loro diffusione nel XIII secolo con il suo “Liber Abaci”, evidenziando la praticità di questi numeri rispetto a quelli romani.

I numeri romani, invece, erano utilizzati nell’antica Roma e sono ancora oggi presenti in ambiti cerimoniali, monumentali e tradizionali. Questo sistema si basa sulla combinazione di lettere dell’alfabeto latino (I, V, X, L, C, D, M) per rappresentare i numeri. Sebbene i numeri romani fossero diffusi per secoli, la loro scarsa praticità nei calcoli aritmetici ha portato al graduale abbandono a favore dei numeri arabi, che oggi dominano la scrittura delle date nei documenti ufficiali.

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