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“Caraluce”, il nuovo libro di Franco Arminio che abolisce i confini della realtà

Con “Caraluce”, Franco Arminio è appena tornato in libreria: un “atlante dei paesi invisibili” che abolisce i confini imposti dalla realtà.

Caraluce” è il nuovo, visionario lavoro nato dalla penna di Franco Arminio, il poeta che si serve del potere della parola per far rivivere luoghi e tempi remoti. Approdato in libreria dallo scorso 25 febbraio, il libro esplora mondi immaginati, invisibili, possibili e impossibili. Scopriamolo più da vicino.

“Caraluce” di Franco Arminio

La sinossi del libro

La realtà non ha confini. Ci sono vie di fuga ovunque: la via del cielo, la via di un bacio, la via che segue il volo di una mosca. La via misteriosa che conduce agli universi intorno al nostro.

I paesi invisibili di questo Atlante nascono ai confini del mondo che conosciamo, impercettibili strappi che raccontano la letizia e la bontà dell’immaginazione, e che rispondono a un bisogno profondo, una fame di spazi dove sentirsi attraversati dalla scossa della fantasia.

Accade, in queste pagine, di trovarsi in un paese dove si accendono sigarette con i lampi oppure in un paese poggiato su una mandria di cavalli o in uno sbadiglio.

Non c’è un solo paese in cui non vorremmo abitare almeno un giorno, contenti di dimenticare per un attimo la mestizia del tempo presente, delle cose inchiodate a un realismo malato, che relega l’immaginazione tra i giochi senza conseguenze. È lo scatto nell’impensato, invece, a darci lo slancio per andare avanti.

Andiamo a cercare paesi e paesaggi, quelli che ci sono e quelli che solo lo stupore può trovare. In queste pagine pervase da una luce che cura, Franco Arminio ha disegnato una mappa di luoghi che appartengono a tutti proprio perché nessuno li ha mai abitati. E con la voce di chi sa inventare mondi provvisori e cangianti ha composto un libro che è un importante esito letterario del suo originale lavoro di poeta e paesologo.

La frontiera “fra il dentro e il fuori”

“Forse essere vivi è solo tenere aperta la frontiera fra il dentro e il fuori”.

Della nota introduttiva di “Caraluce” colpiscono almeno due elementi: la trasposizione del lavoro di paesologo nel mondo immaginario e la giocosità con cui Arminio dichiara di essersi avventurato nella stesura del suo ultimo libro.

Dopo aver visitato e scritto di tanti luoghi reali, l’autore si dice pervaso da una “lieve stanchezza”, e si sente invece ispirato per una nuova avventura, ma stavolta immaginaria.

Per un intellettuale che da sempre è affascinato dalla geografia, ma anche dall’arte di raccontare, l’ispirazione è quindi atterrata su un atlante di luoghi invisibili e immaginati. Sembra che con “Caraluce” Arminio voglia ricordarci che tutti noi viviamo non solo nel mondo reale e presente, ma anche in un mondo altro, che non c’è ma che ci immaginiamo.

Così, “Caraluce” è un viaggio che interessa tutti: un modo per ricordarci che per vivere non basta attaccarsi al visibile, ma che è fondamentale anche “tenere aperta la frontiera fra il dentro e il fuori”.

Chi è Franco Arminio

Franco Arminio (1960) è un poeta, documentarista e scrittore campano, salito alla ribalta per i suoi scritti sulla “paesologia”, ovvero un modo nuovo di guardare alle zone disabitate o ai piccoli paesi che lentamente e inesorabilmente si stanno spopolando, a favore di agglomerati urbani più grandi.

Da anni, ormai, Arminio si batte per sensibilizzare sul problema dello spopolamento dei paesi e sulla ricchezza delle storie che dovrebbero essere tramandate riguardo a vecchie tradizioni.

Considerato l’inventore della paesologia, Franco Arminio è prima di tutto un poeta d’amore, e lo abbiamo visto anche questa volta, leggendo la sua bellissima poesia. I suoi versi sono come paesaggi dipinti e il corpo, trasfigurato spesso in vegetazione, emana una sensualità conturbante.

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