Goliarda Sapienza attraverso le sue opere, tra cui L’arte della gioia, ha raccontato la libertà femminile, l’autodeterminazione e la ribellione alle convenzioni sociali con un’intensità rara e dirompente. Ma chi era veramente Goliarda Sapienza? Quali sono le vicende più significative della sua vita?
Il 28 febbraio debutta in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW “L’arte della gioia“, la serie Sky Original diretta da Valeria Golino liberamente adattata dall’omonimo romanzo di culto di Goliarda Sapienza (edito da Einaudi), rifiutato per quasi trent’anni dalle case editrice italiane, finalmente scoperto in Germania e pubblicato in Francia dieci anni dopo la morte della sua autrice.
Goliarda Sapienza è stata una scrittrice fuori dal tempo, una donna che ha vissuto senza compromessi e che ha trasformato la propria esistenza in letteratura. Il suo nome, per anni dimenticato, è oggi sinonimo di libertà, di resistenza e di un nuovo modo di raccontare le donne nella letteratura.
Leggere i libri di Goliarda Sapienza significa immergersi in una scrittura potente, sensuale e visionaria, capace di sfidare le convenzioni e di farci riflettere sul significato più autentico della libertà. Un’autrice ribelle, che il mondo ha riscoperto tardi, ma che oggi è finalmente riconosciuta come una delle più grandi voci della letteratura italiana.
In occasione del debutto della serie tv ispirata a “L’arte della gioia”, scopriamo più da vicino chi era Goliarda Sapienza e perché viene considerata una delle voci più originali e rivoluzionarie della letteratura italiana del Novecento.
Goliarda Sapienza: la scrittrice ribelle riscoperta dopo la morte
Una vita fuori dagli schemi
Goliarda Sapienza nacque il 10 maggio 1924 a Catania in una famiglia fortemente anticonformista e politicamente impegnata. Suo padre, Giuseppe Sapienza, era un avvocato socialista, mentre sua madre, Maria Giudice, fu una delle prime donne leader sindacali in Italia e una fervente antifascista. Crescere in un ambiente così politicamente attivo e progressista influenzò profondamente la sua visione del mondo e la sua scrittura.
A differenza delle altre ragazze della sua epoca, Goliarda ricevette un’educazione poco convenzionale. Studiò privatamente, viaggiò molto con i genitori e venne educata all’indipendenza di pensiero. Questo la rese una donna determinata e libera, ma anche difficile da incasellare nelle rigide strutture della società italiana del tempo.
Nel 1941, all’età di 17 anni, si trasferì a Roma per frequentare l’Accademia d’Arte Drammatica, avviando una carriera nel mondo del teatro e del cinema. Lavorò come attrice per diversi anni, recitando in film come Una donna libera (1954) di Vittorio Cottafavi e Le quattro giornate di Napoli (1962) di Nanni Loy. Tuttavia, il cinema non era la sua vera vocazione: il suo spirito ribelle e il suo bisogno di esprimersi la spinsero verso la scrittura.
La scrittura come atto di ribellione
Negli anni ’60, Sapienza abbandonò definitivamente la carriera di attrice per dedicarsi alla letteratura. Scrivere divenne per lei un atto di necessità, un mezzo per raccontare le storie di donne che sfidavano le regole imposte dalla società.
Il suo romanzo più famoso, L’arte della gioia, fu scritto tra il 1967 e il 1976, ma non trovò editori disposti a pubblicarlo. Il libro racconta la storia di Modesta, una donna che, nata in povertà all’inizio del Novecento, riesce a emanciparsi grazie alla propria intelligenza e alla capacità di sfidare le convenzioni. Modesta è un personaggio fuori dagli schemi: è spregiudicata, bisessuale, ambiziosa, e non accetta di essere vittima di un destino prestabilito.
Il rifiuto degli editori fu un colpo durissimo per Sapienza, che cadde in una profonda crisi economica e psicologica. Negli anni ’80 arrivò persino a compiere piccoli furti, per cui fu incarcerata per alcuni mesi nel carcere di Rebibbia. Questa esperienza la segnò profondamente e la portò a scrivere un altro capolavoro: L’università di Rebibbia, un racconto autobiografico in cui descrive la vita in prigione e la solidarietà tra donne detenute.
Solo dopo la sua morte, avvenuta nel 1996, L’arte della gioia venne finalmente pubblicato prima in Francia e poi in Italia, diventando un caso letterario. Oggi è considerato uno dei romanzi più importanti della letteratura italiana contemporanea.
Alcune curiosità su Goliarda Sapienza
Il suo nome particolare: Il nome “Goliarda” fu scelto dai suoi genitori per evocare i goliardi medievali, studenti vagabondi e liberi pensatori. Era un nome simbolico, che rappresentava il loro spirito anarchico e anticonformista.
Una relazione intensa con Citto Maselli: Goliarda fu legata per gran parte della sua vita al regista Citto Maselli, con il quale ebbe una relazione che andava oltre il semplice legame sentimentale. Maselli la supportò nei momenti più difficili e fu uno dei primi a credere nel valore della sua opera.
La scrittura come atto di sopravvivenza: Durante il periodo di crisi economica più grave, Goliarda fu costretta a vendere mobili e oggetti personali per continuare a scrivere. La sua determinazione era incrollabile, anche quando tutto sembrava giocare contro di lei.
Il successo postumo: Oggi, L’arte della gioia è tradotto in diverse lingue e considerato un capolavoro della letteratura femminile e femminista. L’ironia del destino è che Sapienza non ha mai potuto vedere il riconoscimento che la sua opera meritava.