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“Pace, cuor mio” (1913) di Rabindranath Tagore, vitale poesia sulla fine di un amore

Scopri come affrontare la fine o la perdita di una relazione importante grazie a "Il Giardiniere LXI - Pace, Cuor mio" poesia di Rabindranath Tagore.

Il Giardiniere LXI – Pace, Cuor mio di Rabindranath Tagore è una poesia che dona un messaggio di grande importanza e significato, ovvero saper accettare la fine di una relazione, la perdita di una persona cara, di un grande amore, di una vera amicizia. Il concetto dell’accettazione della perdita e della mancanza, non è semplice rassegnazione, ma un processo di crescita personale psicologica e spirituale.

Il poeta bengalese Rabindranath Tagore in questa poesia usa il termine “pace” nel senso di serenità, tranquillità, speranza. Quando si perde qualcuno di caro, la reazione può scatenare sentimenti ed emozioni negative, stimolare rabbia, odio, frustrazione e gli effetti possono essere devastanti e distruttivi. Proprio per questo la “pace” è l’unico elemento che può curare l’anima e la mente.

Il Giardiniere LXI – Pace, Cuor mio fa parte della raccolta The Gardener (Il Giardiniere) di Rabindranath Tagore, pubblicato per la prima volta nel 1913.

Leggiamo questa breve ma meravigliosa poesia di Rabindranath Tagore per coglierne l’importante significato.

Il Giardiniere LXI – Pace, Cuor mio di Rabindranath Tagore

Pace, cuor mio, che il tempo della la separazione sia dolce.
Non sia morte questa, ma raggiungimento della perfezione.
L’amore si fonda coi ricordi, e il dolore s’unisca ai canti.
Al termine del volo attraverso il cielo, le ali si ripieghino sul nido.
L’ultimo tocco delle tue mani sia soave come il fiore della notte.
Fermati per un’istante, o Fine bellissima, e di’ le tue ultime parole.
Mi inchino avanti a te, e tengo alta la lampada per illuminarti lungo il cammino.

 

The Gardener LXI – Peace, My Heart, Rabindranath Tagore

Peace, my heart, let the time for the parting be sweet.
Let it not be a death but completeness.
Let love melt into memory and pain into songs.
Let the flight through the sky end in the folding of the wings over the nest.
Let the last touch of your hands be gentle like the flower of the night.
Stand still, O Beautiful End, for a moment, and say your last words in silence.
I bow to you and hold up my lamp to light you on your way.

Quando un amore finisce o va via per sempre 

Pace, cuore mio è una poesia di Rabindranath Tagore che offre una riflessione struggente sulla fine di una relazione e sulla perdita. È una poesia che assume il significato che va oltre la morte, e che si focalizza più su quel senso di mancanza che genera ogni perdita.

La poesia di Tagore ci offre spunto per una riflessione su un tema molto attuale. La guerra che purtroppo imperversa in molte zone del mondo, genera effetti indelebili in coloro che purtroppo sono costretti a subirne le conseguenze da veri protagonisti.

Le guerra si elimina con la pace nel cuore

Ogni guerra finisce inevitabilmente per generare morte e allo stesso tempo odio nei confronti dell’altro, del nemico, di colui che si è portato via la vita delle persone care. E le conseguenze possono stimolare un incontrollabile senso di vendetta che finisce per generare altra morte, altro odio, altra vendetta.

Ecco che questa poesia di Tagore diventa uno “stimolo” contro la guerra, sensibilizza ad andare oltre, a superare gli inevitabili sentimenti negativi, distruttivi e a trovare “la pace nel cuore” necessaria per guardare ad un futuro in cui non ci siano più conflitti, ma pace e serenità.

Quando un amore finisce bisogna accettarlo e augurare il meglio all’altro

Una poesia che ci fa pensare a coloro che in nome dell’amore non ricambiato si macchiano di gesti che diventano crimini nei confronti della persona che dichiaravano si amare. Quando l’altro “va via” o sceglie un altro cammino bisogna saper accettare che questo possa accadere e fare in modo che “l’amore si fonda coi ricordi, e il dolore s’unisca ai canti.”.

Pace, cuore mio esorta ad accettare la separazione come una parte naturale e inevitabile della vita, piuttosto che come una separazione dolorosa. La poesia paragona l’amore a un volo che termina con il ripiegamento delle ali sul nido, suggerendo che la relazione, quando finisce, è giunta alla sua naturale conclusione.

Rabindranath Tagore chiede un addio dolce e silenzioso, inchinandosi alla “Bella Fine” e tenendo in alto una lampada per illuminare il suo cammino.

Rispetto alle altre opere di Tagore, questa poesia presenta un tema simile di accettazione e pace. Riflette la sua convinzione dell’interconnessione di tutte le cose e dell’imprevedibilità della vita.

Nei suoi versi il poeta bengalese non definisce chi è l’interlocutore, proprio perché intende rivolgersi direttamente a tutti i lettori e alle loro esperienze di vita. Il senso delle parole utilizzate nella poesia possono infatti essere utili a qualsiasi perdita, fine o mancanza.

Ogni fine va accettata e bisogna saper onorare la persona che va via augurando il meglio e offrendo la luce del proprio cuore affinché il suo cammino possa trovare la luce necessaria ovunque sia la sua meta. Questa è la vera grandezza di un essere umano.

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