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“Tramonto” (1966), la poesia di José Saramago che racconta il paesaggio del cuore

"Quanti tramonti affollano i ricordi"... "Tramonto", una poesia di José Saramago per non dimenticare la bellezza della natura e della memoria.

Chi non si è mai emozionato davanti a un paesaggio naturale durante il momento del “Tramonto“? A esso è dedicato una bellissima poesia in cui José Saramago, uno degli scrittori più importanti del XX secolo nonché vincitore del Premio Nobel per la Letteratura nel 1998 – parte da un paesaggio reale per raccontare il paesaggio del cuore.

“Tramonto” di José Saramago

Cos’altro mai puoi dirmi che io non sappia,
vena del sol che sangue dai alla terra,
sfilacciar quieto di nebbia rifratta
tra l’azzurro del mare e il ciel vermiglio?
Quanti tramonti affollano i ricordi,
quante lingue di fuoco sulle acque,
e tutti si confondono, di notte,
quando, calato il sole, chiudi gli occhi.

La realtà e il sublime

Il tramonto è uno dei topos della poesia sin dalla notte dei tempi. Colorato, variopinto ogni volta di sfumature diverse, rappresenta la chiusura del giorno.

Come una magia che di volta in volta si svela ai nostri occhi con un dettaglio diverso, il tramonto ci emoziona, ci fa sognare, ci fa elevare verso una dimensione altra, in cui gli affanni del quotidiano si perdono, quasi dissolvendosi, lasciando spazio alla straordinarietà dell’attimo presente.

Il poeta descrive il tramonto usando un eccezionale linguaggio poetico: vena del sol che sangue dai alla terra e lingue di fuoco sulle acque sono due delle definizioni che Saramago da al momento del calar del sole.

Nella sua splendida poesia, José Saramago ci mostra, attraverso poche righe, il passaggio inconscio che avviene nel momento in cui si contempla il tramonto.

La descrizione, prima concreta e tradizionale, con lessico che appartiene al campo semantico del calore, del rosso, del sangue da sempre tipici della rappresentazione poetica dei tramonti, si fa via via più eterea, fino a divenire impalpabile, sublimata, legata all’immaginario e al ricordo:

Quanti tramonti affollano i ricordi,
quante lingue di fuoco sulle acque,
e tutti si confondono, di notte,
quando, calato il sole, chiudi gli occhi.

Dalla realtà al sublime: nell’ultima parte della poesia si rievoca il ricordo di tutti i tramonti passati, a cui sono associati momenti particolari, resi ancor più importanti dalla meraviglia che la natura ci regala durante il tramonto: il sole che si inabissa nelle acque, arriva la notte e chiudendo gli occhi si entra in una nuova realtà immaginaria, fatta di ricordi e di emozioni passate.

L’anticonvenzionalità di José Saramago

L’autore di “Tramonto” ottiene nel 1998 il Premio Nobel per la Letteratura con la seguente motivazione: «con parabole sostenute da immaginazione, compassione e ironia ci permette ancora una volta di afferrare una realtà illusoria».

Anticonvenzionale nello stile e nelle prospettive che utilizza per la costruzione delle sue opere, José Saramago è uno degli autori più rappresentativi della letteratura del Novecento. Con i suoi romanzi, infatti, che spesso sono stati definiti “allegorici”, ha saputo cogliere il lato umano dietro i grandi e piccoli avvenimenti della storia, facendo uso di uno stile unico nel suo genere.

Periodi lunghi, complessi, con una punteggiatura fuori dal comune, insieme al sapiente utilizzo del surreale e dell’ironia fanno delle opere di José Saramago dei piccoli capolavori della cultura umana.

Le poesie dell’autore

José Saramago nasce come poeta. Il suo esordio sulla scena letteraria avviene nel 1966 con la pubblicazione della sua prima raccolta di poesie. Ha così inizio un’operazione di scavo importante della parola, che lo condurrà in seguito a un’interessante sperimentazione sulla struttura della frase e la punteggiatura: “E ci sono poeti che sono artisti / e lavorano i loro versi / come un falegname le tavole!”. Tra gli echi delle sue ispirazioni letterarie – Gogol’, Kafka e Pessoa – si fa strada così una poetica che è volta a restituire nuova dignità all’uomo, véro filo rosso di tutta l’estetica di Saramago.

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