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“È finita la notte” di Rabindranath Tagore, una poesia per trovare la speranza

I versi di Rabindranath Tagore tratti da "È finita la notte" comunicano un senso di legame universale e di fratellanza tra coloro che sono destinati a percorrere gli stessi sentieri.

I versi di Rabindranath Tagore tratti da È finita la notte, così vibranti e suggestivi, comunicano un senso di legame universale tra gli esseri umani che, compiuto un percorso fatto di oscurità e momenti difficili, finiscono per incontrarsi e riconoscersi.

Una poesia che infonde luce e speranza, per sé stessi e per un mondo migliore, che oggi piange per tutte le guerre che vi infuriano.

“È finita la notte” di Rabindranath Tagore

È finita la notte
Spegni la lampada fumante
nell’angolo della stanza.
Sul cielo d’oriente
è fiorita la luce dell’universo:
è un giorno lieto.
Sono destinati a conoscersi
tutti coloro che cammineranno
per strade simili.

La fine e l’inizio

In questa poesia, l’autore si rivolge all’interlocutore – che è anche protagonista dei versi – avvisandolo della fine della notte, metafora di qualcosa che trova finalmente la sua conclusione dopo un lungo periodo di sofferenza e travaglio, e dell’arrivo di una novità.

“È finita la notte
Spegni la lampada fumante
nell’angolo della stanza”.

Dopo il buio, affrontato con coraggio e con “la lampada fumante nell’angolo della stanza”, arriva “la luce della speranza”. Perché l’oscurità non può durare per sempre, il buio della notte è costretto sempre a lasciare spazio alle prime luci dell’alba.

Con il nuovo giorno comincia anche un nuovo cammino, “un giorno lieto” durante il quale sono destinati a conoscersi “coloro che cammineranno su strade simili”, proprio come fratelli appartenenti ad una stessa, grande famiglia: quella della Terra.

“È finita la notte” è una poesia di pace e speranza, in cui Tagore racconta il destino di chi, sperimentando il proprio percorso di vita, alla fine trova il suo equilibrio e la sua pace, insieme alle persone a cui vuole bene ed ai cuori a lui affini.

Un percorso di pace che oggi, “sul cielo d’Oriente”, sembra ben lontano dal raggiungimento; ma se può essere la speranza la via per trovare la forza e il coraggio per far sì che si torni a camminare “per strade simili”, affidiamo allora attraverso i versi del celebre poeta e filosofo indiano un messaggio che sia di buon auspicio.

È una poesia che offre un grande messaggio, il cammino comune è l’unico in grado di poter garantire positività. Purtroppo, una lezione che non si vuole imparare convinti che il percorso diviso possa garantire maggiori vantaggi. Ma se si guarda alla storia e alla vita questo modo di agire penalizza sempre.

La ricerca dell’armonia

Nelle sue liriche, come nella sua vita, Rabindranath Tagore espresse la propria passione e la sua convinta ricerca dell’armonia e della bellezza nonostante le difficoltà.

Nella sua vita, Tagore cercò di conciliare e integrare Oriente ed Occidente. Opera difficile, cui egli era preparato dall’esempio di suo nonno che nel 1928, fondando il Sodalizio dei credenti in Dio, integrò il monoteismo cristiano ed il politeismo induista.

Dopo aver studiato nel Regno Unito, tornò in patria con la convinzione che gli inglesi potessero proteggere un’India bisognosa di protezione. Tagore si dedicò quindi all’amministrazione delle sue terre e ad ogni forma d’arte: lo fece attraverso liriche destinate al canto, che egli stesso musicò e tradusse in inglese (Offerta di canto, 1913), in lavori teatrali ricchi d’intermezzi lirici (La vendetta della natura, 1884), in romanzi (Il naufragio, 1906), in novelle, memorie, saggi e conferenze.

Proprio come nella poesia “È finita la notte”, Tagore cercò di affermare il proprio amore per la natura e per Dio, le proprie aspirazioni di fratellanza umana, la propria passione (anche erotica), l’attrattiva della fanciullezza.

Tagore esercitò un enorme fascino anche sul mondo occidentale, che lo premiò col Premio Nobel per la Letteratura nel 1913 per “la profonda sensibilità, per la freschezza e bellezza dei versi che, con consumata capacità, Rabindranath Tagore riesce a rendere nella sua poeticità, espressa attraverso il suo linguaggio inglese, parte della letteratura dell’ovest.”

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