MILANO – Una cultura di 5000 anni che si esprime in territori diversi trasmettendo perรฒ sempre il suo contenuto valido e nutriente, ovunque arrivi. E’ questa la forza della cultrua cinese secondo Shi Yang Shi,ย nato nel 1979 a Jวnรกn, nel Nord della Cina, รจ arrivato in Italia nel 1990 e dal 2006 รจ cittadino italiano. Domo mille lavori, dal lavapiatti al venditore ambulante, oggi Yang รจ interprete ed attore, ed ha voluto raccontare i tentativi fatti per raggiungere un equilibrio faticoso quanto delicato all’interno del libro “Cuore di seta“, opera in cui trasporta il lettore nel suo mondo multicolore di giovane cinese cresciuto in Italia, attraverso una storia che sa essere amara, ma anche divertente e piena di speranza.
Cosa ha significato per te partire dalla Cina direzione Italia a 11 anni?
Nel libro racconto del mio primo strappo al cuore proprio a quellโetร , quando finisce il momento in cui โรจ finito il tempo in cui ti arriva il vestito e tu tendi la mano, ti arriva il cibo e tu apri la boccaโ. Finรฌ drasticamente la mia infanzia piรน o meno innocente, piรน o meno semplice, piรน o meno diversa. Lโimpatto con lโItalia allโinizio non sembrรฒ cosรฌ duro ma nei pochi anni successivi si รจ rivelato quasi drammatico. Imparai presto a non raccontare ai cari rimasti in Cina che stavamo male in Italia, ma anchโio mi sforzavo a raccontare solo cose belle, per non farli preoccupare, naturalmente. E questo ha fatto sรฌ che perรฒ ben presto finirono le lettere, cosรฌ come le telefonate, diventate sempre piรน rare. Fu uno shock che pur nella sua durezza mi ha permesso, proprio perchรฉ accadeva in un etร fertile per apprendere lingua e culture diverse, a scontrarmi con altre mentalitร e ad assimilare nuovo nutrimento per la mente. A dir la veritร , non solo per la mente, anche per la pancia. Con rispetto parlando verso gli spaghetti di soia, ovviamente.
Quali sono state le prime differenze che hai notato, e le eventuali difficoltร vissute sulla tua pelle?
Ve ne racconto una. Eโ quella legata al fatto che in Cina io per essere elogiato come studente modello non dovevo solo studiare e riportare ottimi voti, ma anche essere in prima fila nei lavori diciamo pesanti e sporchi, come pulire le finestre ( al secondo piano di altezza) o piuttosto lavare il pavimento della classe o svuotare la sputacchiera! Sgomitavo per farlo, pur di meritarmi il titolo di โSanhao Xueshengโ, studente dalle tre Bontร . Che non รจ parente della pizza ai quattro formaggi. Sia chiaro! Invece qui io quando ho provato a dare una mano alla โzia ayiโ che vedevo pulire al posto degli studenti, la signora delle pulizie tutta contrariata mi ordinรฒ โtorna in classe! Questo รจ il mio lavoro! Non il tuo! โ Dopo pochi mesi, mi adeguai cosรฌ tanto alle nuove regole che fui ripreso dalle maestre per aver gettato tantissimi coriandoli in giro per i corridoi durante il periodo del Carnevale.
Cosa importeresti dalla Cina che manca nellโattuale sistema scolastico italiano?
Non conosco bene tutto il sistema scolastico cinese nรฉ tanto piรน bene quello italiano per azzardarmi a dare suggerimenti campati in aria. Sulla mia esperienza penso che da bambini in Cina studiavamo troppo ma sapevamo molto di piรน dellโoccidente di quanto i bambini italiani sappiano dellโoriente. Giร alle elementari, mi sembra in terza o quarta, avevamo una lezione chiamata โVeneziaโ e mi ricordo di aver visto quelle barchette particolari senza sapere il loro nome. Sapevo perรฒ che era una โShuichengโ, una cittร sullโacqua. Vorrei sapere quanti bambini italiani sanno che XiAn รจ la cittร dei soldatini di terracotta e che significa โPace Occidentaleโ. Forse non lo sanno neanche alle superiori! O magari sรฌ. Spero di sbagliarmi.
In Cina lโavanzamento di uno studente nel percorso scolastico รจ legato alle caratteristiche peculiari del sistema paese Cina e quindi non credo che metodi che funzionano lรฌ, ammesso che funzionino perรฒ, possano essere trapiantati pari pari qui in Italia. E viceversa.
Ben vengano le sperimentazioni. Magari non con i miei figli, sempre che arrivino anche questiโฆ
La cultura cinese riesce ad affermarsi e a trovare i suoi spazi in tutto il mondo, basti pensare ai vari quartieri cinesi presenti nelle principali cittร del mondo. A cosa pensi sia dovuto questo tipo di fenomeno, non valido per tutte le culture che vengono esportate oltre i confini nazionali?
Penso alla forza e alla potenza di una cultura di 5000 anni che si esprime in territori diversi trasmettendo perรฒ sempre il suo contenuto valido e nutriente, ovunque arrivi. Penso perรฒ anche ai milioni e milioni di cinesi poveri che nel fenomeno delle migrazioni, oggi con accenti particolari legati al fenomeno della globalizzazione, sono anche loro tutti veicoli di cultura cinese, ovunque mettano casa.
Cosa pensi che ti abbia maggiormente formato, come uomo, nel corso della tua esperienza in Italia?
In Italia ho conosciuto il teatro nella sua forza greca primordiale. Questโereditร artistica nelle vene degli italiani mi sta trasmettendo ancora oggi fiducia per me e per il Paese a cui appartengo e a cui voglio contribuire nel mio piccolo a costruire un futuro. Penso che le mie piccole sofferenze incontrate nellโesperienza di immigrato in Italia mi abbiano aperto gli occhi sia sui cinesi sia sugli italiani. Naturalmente quando io stesso riesco a tenere gli occhi aperti sul mio mondo interiore, sui miei pezzi di identitร spesso disorganici e in lotta tra loro. Tranne quando mangio gli spaghetti. In quel caso, vado dโaccordo con tutti.
Foto ยฉ Alberto Pelayo