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Elisabetta Cametti, “Nel mio nuovo libro svelo il lato oscuro di New York”

Dopo il successo internazionale di "K I guardiani della storia", l’autrice ci rivela segreti e retroscena di questa sua nuova opera.

MILANO – Mostrare tutti i volti di New York, soprattutto i più cupi. E’ questo il fil rouge che contraddistingue “Il regista”, l’ultima fatica letteraria di Elisabetta Cametti, il primo romanzo della Serie “29”, risultato di un approfondito studio dei casi di cronaca di questi anni e racconta le ultime 29 ore di un serial killer che con la sua strategia omicida scriverà una nuova pagina della storia del crimine. Dopo il successo internazionale di K I guardiani della storia, l’autrice ci rivela segreti e retroscena di questa sua nuova opera.

 

Da cosa hai tratto ispirazione per le atmosfere claustrofobiche di questo tuo nuovo romanzo?

Nel Regista si contrappongono ambientazioni diverse: dai vicoli dove si rifugiano i senzatetto, al set del talk show vincitore dell’Emmy Award; dallo scantinato di un edificio disabitato, all’ultimo piano del 432 Park Avenue, il grattacielo ancora in costruzione che con i suoi novantasei piani supera l’Empire State Building e la Freedom Tower. Lo scopo è mostrare tutti i volti di New York, soprattutto quelli più cupi.

 

Quali sono i punti di continuità e quali le differenze rispetto alla serie che inizia con “K I guardiani della storia”?

Dopo aver scritto i due romanzi della serie K, I guardiani della storia e Nel mare del tempo, in cui l’azione ruota attorno a misteri storici, volevo sfidarmi con una trama che affronta temi di grande attualità come il giornalismo d’assalto, le inchieste al centro dei programmi televisivi, gli attacchi degli hacker. Il Regista è il risultato di un approfondito studio dei casi di cronaca di questi anni e racconta le ultime 29 ore di un serial killer che con la sua strategia omicida scriverà una nuova pagina della storia del crimine.

Ancora una volta la protagonista è una donna intensa, vera. Si chiama Veronika Evans e, come Katherine Sinclaire, non vuole essere un riferimento per i canoni estetici ma per gli ideali in cui crede. Katherine lotta per l’integrità e per la difesa di ogni forma di vita. Veronika denuncia l’indifferenza. Entrambe vivono in una società corrotta e si adoperano per cambiarla.

 

La trama del libro si svolge nell’arco di 29 ore. Perché hai scelto proprio questo numero?

Nel simbolismo il 29 è il numero delle avversità e degli ostacoli, ed è rappresentato dalla bara. Inoltre è un numero che torna nelle statistiche di omicidi seriali: ci sono stati serial killer che hanno compiuto il primo omicidio a 29 anni, il numero medio di vittime di alcuni serial killer è 29, negli Stati Uniti il 29% dei serial killer è itinerante, il 29% dei serial killer donna uccide a casa propria, e così via. Quindi Il Regista prevede 29 ore serrate di interrogativi, attentati e minacce. Una corsa contro il tempo nella quale ogni traccia conduce a una nuova pista, senza mai portare a un movente.

 

Cosa rappresenta per te essere definita “la signora italiana del thriller”?

È una definizione che mi rende felice, perché significa che ho saputo interessare i lettori di genere.

 

Quali sono altri autori e autrici internazionali legati al genere giallo e noir che apprezzi maggiormente?

Premetto che leggo di tutto, senza una preferenza di genere. Le mie letture sono dettate dallo stato d’animo e inizio sempre un nuovo libro prima di finire quello in corso. Sono tanti gli scrittori internazionali che apprezzo. Alcuni li sento più vicini a me come stile, altri li ammiro per la capacità di tenere alta l’attenzione, altri ancora per la maestria con cui tessono la trama. È difficile fare una classifica, perché da ogni libro ho imparato qualcosa, nel bene e nel male. Come sosteneva Plinio il Vecchio: “Non c’è libro tanto cattivo che in qualche sua parte non possa giovare”.

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