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Google News chiude in Spagna, le prime reazioni dall’Italia

Una notizia che può cambiare il modo di fare informazione su internet. Google ha annunciato che a partire dal prossimo 16 dicembre chiuderà il suo servizio Google News in Spagna. La chiusura è stata resa necessaria...

L’avvocato Luca Bolognini (Presidente dell’Istituto Italiano per la Privacy e la Valorizzazione dei Dati), ”Decisione giusta ma terribile, aggregatori e motori di ricerca aiutano il pluralismo”

MILANO – Una notizia che può cambiare il modo di fare informazione su internet. Google ha annunciato che a partire dal prossimo 16 dicembre chiuderà il suo servizio Google News in Spagna. La chiusura è stata resa necessaria dalla recente approvazione da parte del parlamento spagnolo di una nuova legge sul copyright che tra le altre cose prevede anche il pagamento del diritto d’autore ai giornali da parte dei motori di ricerca che mostrano anteprime dei loro articoli. La norma sulla proprietà intellettuale, approvata lo scorso ottobre, dal primo gennaio 2015 impone a chi aggrega e punta a siti che producono contenuti di pagare i diritti d’autore anche qualora non richiesti e pure se la citazione riguardi solo titolo e sommario.

LE REAZIONI – L’avvocato Luca Bolognini, Presidente dell’Istituto Italiano per la Privacy e la Valorizzazione dei Dati, commenta a caldo la decisione di Google di spegnere Google News in Spagna che sta destando in queste ore sgomento in tutta Europa: “E’ stata una scelta giusta e, a mio avviso, condivisibile, seppur terribile per gli utenti: i rischi legali, per Google, nel continuare a tenere accese le News in Spagna erano troppo alti, vista la legge che entrerà in vigore da gennaio 2015 che di fatto impedisce il diritto di citazione delle notizie. In Europa abbiamo legislazioni obsolete, assai analogiche e ben poco digitali, che non tengono conto del ruolo cruciale svolto da motori di ricerca e aggregatori a favore del pluralismo dell’informazione. Da anni, come Istituto, ci occupiamo del delicato confine tra privacy, proprietà intellettuale e libertà d’informazione: e ora, mentre Google chiude un servizio utilissimo perché costretta a farlo da regole d’altri tempi, tutti gli utenti spagnoli saranno più poveri di idee e di notizie. E speriamo non sia la prima di una serie di chiusure del servizio in altri Stati UE.”

MOTORI DI RICERCA ED INFORMAZIONE – Bolognini aggiunge: “Proprio oggi, l’Istituto Italiano per la Privacy e la Valorizzazione dei Dati pubblica uno studio internazionale (“Effetti dei motori di ricerca sul pluralismo dell’informazione”,  sugli effetti dei motori di ricerca sul pluralismo dell’informazione, nel quale si dimostra oggettivamente sia sotto il profilo del rispetto dei diritti fondamentali, sia dal punto di vista econometrico, che i search engines e gli aggregatori di notizie sono formidabili abilitatori del pluralismo, specialmente a favore dei piccoli editori. Leggi come quella spagnola o anche come quella italiana, che impone di includere nei mercati SIC regolati da Agcom anche i motori di ricerca, sono irragionevoli perché trattano i motori al pari degli editori, quando in realtà essi sono solo abilitatori e “incrementatori” di pluralismo e di accesso all’informazione. Anche sentenze come quelle della Corte di Giustizia sul caso Google Spain non sembrano pienamente comprensibili, perché scindono l’interesse pubblico alla notizia dal nostro diritto di ricercarla on line, così limitando di fatto la libertà d’informazione di tutti noi utenti. La politica dovrebbe occuparsi di questi temi, per non isolare i cittadini europei dal resto del mondo libero.”

11 dicembre 2014

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