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“Solo et pensoso i più deserti campi” (1333) di Petrarca, quando l’amore crea solitudine

Scopri la bellezza di "Solo et pensoso i più deserti campi" il sonetto di Francesco Petrarca sulla profonda solitudine che genera l'amore.

Solo et pensoso i più deserti campi è una poesia di Francesco Petrarca che mette in scena uno degli stati d’animo che forse abbiamo provato un po’ tutti. Quando si è innamorati e si desidera qualcuno la reazione è isolarsi, fuggire via dagli altri esseri umani, per vivere la propria sofferenza amorosa nella propria intimità.

La natura diventa lo spazio vitale, più intimo per far sì che l’amore possa agire e creare quella sofferenza in modo indisturbato. Ma, è anche il collegamento per dare vita ai propri sentimenti. Il paesaggio esteriore e la manifestazione del proprio stato interiore.

Solo et pensoso i più deserti campi può essere datato nel 1337 ed è il XXXV sonetto del Canzoniere, ovvero la storia raccontata attraverso le poesie della vita interiore di Francesco Petrarca, dove l’amore per Madonna Laura, una donna che “strappò” il cuore di Francesco Petrarca diventandone faro della sua poetica.

Laura è stata identificata in Laura de Noves, nobildonna francese sposata con il marchese Ugo De Sade (antenato del Marchese De Sade).

L’amore per Laura è quindi la fonte di questa poesia  che leggiamo insieme per comprenderne il significato.

Solo et pensoso i più deserti campi di Francesco Petrarca

Solo et pensoso i più deserti campi
vo misurando a passi tardi e lenti,
e gli occhi porto per fuggir intenti
ove vestigio human l’arena stampi.

Altro schermo non trovo che mi scampi
dal manifesto accorger de le genti,
perché negli atti d’allegrezza spenti
di fuor si legge com’io dentro avampi:

si ch’io mi credo omai che monti e piagge
e fiumi e selve sappian di che tempre
sia la mia vita, ch’è celata altrui.

Ma pur sì aspre vie nè si selvagge
cercar non so, ch’Amor non venga sempre
ragionando con meco, et io con lui.

L’amore può renderci più soli nel sonetto di Petrarca

Solo e pensoso i più deserti campi è uno dei sonetti più celebri e antichi del Canzoniere di Francesco Petrarca. Laura è la musa che ispira la poesia e allo stesso tempo è riuscita a conquistare il poeta.

L’amore che prova per Laura condiziona l’esistenza del poeta.

Solo e pensoso i più deserti campi
vo misurando a passi tardi e lenti,
e gli occhi porto per fuggir lenti
ove vestigio human l’arena stampi.

Il poeta è in fuga in cerca di luoghi che possano allontanarlo dagli sguardi delle persone, dalle routine quotidiane e dagli obblighi sociali. Petrarca è costretto a vagare i campi più deserti a passi lenti e stanchi.

Altro schermo non trovo che mi scampi
dal manifesto accorger de le genti,
perché negli atti d’allegrezza spenti
di fuor si legge com’io dentro avampi:

Finisce anche per evitare gli sguardi delle persone, fugge da dove ci sia presenza umana. Il suo animo è troppo triste perché possa essere mostrato alle persone. Ciò che prova è troppo manifesto, fa capire immediatamente i sentimenti di sofferenza che il poeta sta provando.

si ch’io mi credo omai che monti e piagge
e fiumi e selve sappian di che tempre
sia la mia vita, ch’è celata altrui.

Solo la natura, i luoghi dove è costretto a fuggire dagli sguardi della gente possono comprendere ciò che prova, la sua sofferenza interiore. Solo questi luoghi diventano i veri complici con cui poter condividere ciò che il poeta realmente prova.

Ma pur sì aspre vie nè si selvagge
cercar non so, ch’Amor non venga sempre
ragionando con meco, et io con lui.

Tuttavia, è solo attraverso questo rapporto empatico con i paesaggi naturali che Petrarca vive, sente, respira la magia del sentimento dell’amore.

Il sonetto rende esplicita l’intera poetica di Francesco Petrarca. La Solitudine, il rapporto con la natura, il dialogo interiore e l’esplorazione dei propri sentimenti sono l’essenza dell’opera del Petrarca.

Con il poeta aretino nasce il concetto di “paesaggio-stato d’animo” in cui la vita intima, lo sguardo interiore, ciò che provava il poeta si materializza e prende forma attraverso il paesaggio che incontra. L’intimo riesce a proiettare attraverso la natura i sentimenti del poeta.

Si avverte nel “racconto” del Petrarca l’imperare della malinconia, caratteristica anch’essa di tutta l’opera del poeta.

Cosa ci dona la poesia di Petrarca

Solo e pensoso i più deserti campi ci dona un’esperienza intima assoluta, in cui il lettore può specchiarsi nel cuore di un’anima innamorata costretta a vivere il travaglio dell’innamoramento. Un’esperienza come capita molte volte che non è gioia, ma dolore, bellezza, destino.

Un’immagine della solitudine interiore

Petrarca con il sonetto ci invita a entrare in una condizione di solitudine vissuta e sofferta. Il poeta si allontana dal mondo, ma non per misantropia, ma lo fa perché troppo carico di emozioni, di turbamento, di riflessioni che gli altri non capirebbero e che possono essere vissuti soltanto nell'”io-interiore”. È una solitudine non fisica, ma esistenziale. Il poeta sente il bisogno di proteggere il proprio fuoco interiore da uno sguardo che lo potrebbe fraintendere o giudicare.

Il dolore traspare sempre

Petrarca nella poesia è consapevole che, per quanto provi a nascondersi, il dolore interiore traspare nei gesti, nello sguardo, nella postura. Questo crea una frattura tra l’io pubblico e l’io interiore, ovvero quella sensazione tra ciò che sentiamo davvero e ciò che mostriamo agli altri.

Quando si soffre per amore si avverte anche nel momento in cui ci mostra all’esterno, si cambia, si vive come inseguiti da una visione esterna che vuole violare ciò che vive nell’intimo. Una sensazione che per certi aspetti accompagna la sofferenza d’amore.

L’amore è un sentimento eterno

L’immagine finale è potentissima. L’Amore come presenza costante, che insegue anche nei luoghi più selvaggi, e con cui è costretto a parlare, a confrontarsi, anche quando vorrebbe solo pace. È una rappresentazione dell’inesorabilità dell’esperienza amorosa, che non si può spegnere o dimenticare con un atto di volontà, ma che vive dentro di noi come una voce incessante.

Il racconto di un’esperienza interiore

Petrarca attraverso la poesia crea il racconto dell’interiorità. Non c’è ornamento, non c’è idealizzazione. C’è la verità nuda di un uomo che prova a convivere con il suo dolore, senza retorica, ma con sublime bellezza. La poesia diventa specchio per chiunque abbia amato, sofferto, pensato, camminato da solo interrogandosi sul proprio esistere d’innamorato.

Una condivisione che permette un confronto

Petrarca ci dona l’opportunità di poter trovare il dovuto conforto, semplicemente confrontandoci con lo stato interiore descritto nel sonetto. Anche un o dei più grandi poeti di tutti i tempi, ha vissuto la sofferenza d’amore e la solitudine che questa crea. Il poeta ci regala la sua intimità, facendo sentire gli altri meno soli.

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