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Veronica Manfrotto, Libreria Palazzo Roberti, ”Il mestiere del librario oggi è totalmente cambiato”

Un palazzo nobiliare seicentesco nel cuore di Bassano del Grappa è la culla di una tra le più belle librerie in Italia. La Libreria Palazzo Roberti, guidata dalle sorelle Manfrotto, dal 1998 è un punto di riferimento per la città...

La titolare di una delle più belle librerie italiane ci parla del mestiere del libraio e delle difficoltà a cui si deve far fronte in questo periodo di difficoltà dell’editoria

MILANO – Un palazzo nobiliare seicentesco nel cuore di Bassano del Grappa è la culla di una tra le più belle librerie in Italia. La Libreria Palazzo Roberti, guidata dalle sorelle Manfrotto, dal 1998 è un punto di riferimento per la città e per tutto il territorio circostante. Con una scelta eterogenea di testi ed una attenzione particolare alla narrativa per ragazzi, la libreria propone numerose attività tra cui incontri con l’autore, concerti di musica classica, esposizioni di fotografia, imponendosi dunque come luogo d’incontro e confronto per il pubblico. In questa intervista una delle tre sorelle Manfrotto, Veronica, ci parla della nascita di questo ambizioso progetto, della proposta editoriale e delle criticità che una libreria indipendente come quella di Palazzo Roberti è costretta a dover affrontare in questo periodo così difficile per l’editoria e la distribuzione.


Come mai la scelta di fare di un palazzo seicentesco una libreria?

In realtà è stata una scelta obbligata. La mia famiglia aveva acquistato il palazzo per venirci a vivere ma successivamente sono stati messi dei vincoli ministeriali che prevedevano che i locali del palazzo adibiti a libreria dovessero rimanere tali. Mio padre ha quindi acquistato una libreria storica che c’era qui a Bassano e nel frattempo sono stati eseguiti i lavori di restauro previsti. Dopo quattro anni abbiamo iniziato qui l’attività, nel 1998. La libreria è gestita da me e dalle mie due sorelle. Si è trattato di un destino scritto da altri ma che ci ha reso felicissime perché a noi questo lavoro piace moltissimo.

Quali sono le personalità  che, nel corso degli anni, hanno maggiormente contribuito a delineare l’identità della libreria?
Qualche mese prima di aprire, il nostro caso era stato analizzato dalla scuola per librai di Venezia, dove abbiamo ricevuto una sorta di battesimo che non aveva grosse prospettive nella carta ma che in realtà si è rivelato fino ad ora di un discreto successo. Abbiamo instaurato un ottimo rapporto con la scuola, tanto che oltre ad aver trascorso un periodo di formazione, negli anni siamo tornate spesso a far loro visita. Anche il nostro staff ricopre un ruolo centrale e fondamentale. Ognuno degli autori che è venuto a farci visita ci ha lasciato una lezione diversa ed un ricordo diverso, che sono davvero la ricchezza del nostro mestiere.

Quali sono i principi che ispirano il vostro lavoro? Quali sono le maggiori proposte in catalogo?
Noi siamo una libreria generalista. Nonostante questo abbiamo un reparto molto forte di libri per ragazzi. Siamo molto attenti all’infanzia e, ancor prima di essere mamme, abbiamo sempre avuto un occhio di riguardo nei confronti dei piccoli lettori. A dimostrazione di questo, di recente abbiamo anche aperto un bagno con il fasciatoio e con i servizi a misura di bambino. C’è anche un angolo della libreria nella quale ci si può sedere ad allattare con un po’ di privacy. Il nostro principio è quello di fornire un servizio di qualità, il più possibile efficiente. La libreria è situata a Bassano in pieno centro storico. Viviamo di una clientela abituale che si amplia durante il weekend ed in estate.

Come è cambiato il mestiere del libraio in questo ultimo periodo?
E’ cambiato molto. Ricordo che quando ho iniziato io i libri stavano sul tavolo delle nuove uscite per mesi. Ora soprattutto la narrativa ha una vita brevissima. Uscendo così tanti titoli uno dietro l’altro, se un testo non decolla nelle prime settimane è destinato ad essere sostituito da uno più nuovo. Alla fine sono quindi gli autori i soggetti che vengono penalizzati più di tutti. Oltre a questo, una volta si svolgeva la normale attività del libraio: si apriva, si gestivano gli ordini, si organizzava saltuariamente qualche evento. Adesso invece bisogna inventarsi di tutto per far venire la gente in libreria. Non ci si può sedere un minuto, bisogna sempre organizzare cose nuove. Nell’ultimo anno le mie sorelle hanno tenuto qui corsi di cucina per bambini, hanno organizzato il tè con i libri, dove le nostre clienti possono prenotarsi gratuitamente e trascorrere qualche ora in libreria gustando pasticcini preparati da noi, e intanto si propone la lettura di un brano. Nonostante tutto questo, si arriva a fare un incasso che ti permette a mala pena di stare in piedi.

Secondo lei a cosa è dovuta questa crisi?
I lettori in Italia sono sempre stati pochi. La crisi ha colpito tutti e purtroppo il libro non è un bene necessario. Anche la tecnologia non ha contribuito in senso positivo. Non possiamo ancora stimare quanto l’ebook abbia tolto al cartaceo, ma senza dubbio le grosse catene e le vendite on line hanno conquistato un segmento considerevole di mercato. Noi riusciamo ancora a stare in piedi, ma è davvero molto difficile.

30 luglio 2013

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