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Stefano Grosso, ”Ho chiuso la mia libreria in centro, ma ‘la storia continua’ ”

Affitti alle stelle, librerie di catena che ogni giorno aprono nuove sedi nelle città d'Italia, mangiandosi letteralmente il mercato e stritolando l'attività di molte realtà locali: è questo il destino che negli ultimi tempi di crisi accompagna molte librerie indipendenti. E purtroppo non ha risparmiato neppure una delle storiche case del libro di Verona...
Stefano Grosso racconta come è nata la sua nuova attività, una nota felice in seguito alla chiusura della Ghelfi e Barbato, la storica libreria di Verona

MILANO – Affitti alle stelle, librerie di catena che ogni giorno aprono nuove sedi nelle città d’Italia, mangiandosi letteralmente il mercato e stritolando l’attività di molte realtà locali: è questo il destino che negli ultimi tempi di crisi accompagna molte librerie indipendenti. E purtroppo non ha risparmiato neppure una delle storiche case del libro di Verona, quella Ghelfi e Barbato che nella centralissima via Mazzini padroneggiava all’angolo con via della Scala con le sue 12 vetrine e la sua insegna a caratteri d’oro. Ma per il suo titolare Stefano Grosso “la storia continua…”: come spiega in quest’intervista è questo infatti lo slogan che ha accompagnato l’apertura della nuova Libreria Grosso, un’occasione imprevista e insperata, ma che ha coinvolto il libraio in una nuova avventura a soli 2 mesi dalla cessata attività.

Qual è la storia della sua attività? Può raccontarcela brevemente?

La mia famiglia si occupa di libri da ben tre generazioni. Il primo ad aprire una libreria fu mio nonno nel lontano 1927. Commerciava prevalentemente nel settore scolastico e dal momento che la richiesta era piuttosto alta decise di aprire due punti vendita, uno in periferia e l’altro in centro, per offrire una varietà di titoli a una clientela più ampia. Nel 1980 fu poi il turno di mia madre, Mirella Turco, che rilevò la allora libreria Grazia Barbato, situata in zona centralissima a Verona, in via Mazzini, all’angolo con via della Scala.

Parliamo della libreria Ghelfi e Barbato, la storica libreria di via Mazzini a Verona.
Sì, una volta chiusa la libreria Grosso per la crisi del mercato dei libri scolastici, mia madre ha gestito la libreria Ghelfi e Barbato per oltre trent’anni. In via Mazzini la nostra libreria godeva di 12 vetrine importanti, contornate da quell’insegna preziosa e inconfondibile, che accoglieva la nostra ampia clientela. Al suo interno la libreria offriva, oltre ai testi di narrativa più richiesti, una selezione di titoli ricercati e testi di pregio, dai libri d’arte ai libri di fotografia, a quelli di collezione. Il turista esperto del settore o il lettore appassionato giungeva da tutto il mondo a Verona per apprezzare la nostra offerta.   

Trent’anni di attività che si sono appena conclusi. Per quali motivi siete stati costretti a chiudere?
La libreria Ghelfi e Barbato ha chiuso i battenti a maggio. La decisione è maturata in seguito ad una serie di difficoltà, causate principalmente dall’apertura di numerose nuove librerie, che hanno letteralmente saturato il mercato del libro. Sicuramente è stata determinante l’apertura delle librerie di catena, ma c’è da considerare un dato importante: nell’ultimo anno Verona è arrivata ad ospitare quasi 30 librerie, un numero decisamente alto per una città così piccola. Nel frattempo il prezzo degli affitti, che è letteralmente esploso, ci ha dato il colpo di grazia.

E poi cosa è successo?
Al momento della chiusura non pensavamo assolutamente che avremmo riaperto: a confermarlo è anche il fatto che avevamo reso tutti i libri che avevamo nei nostri locali, non ci era rimasto più nulla. L’occasione si è presentata casualmente poco tempo dopo, in un locale recentemente ristrutturato e vicinissimo alla nostra vecchia sede, proprio in quella via della Scala che fa angolo con via Mazzini.

Quindi ad agosto è nata la nuova libreria Grosso, ex Ghelfi e Barbato. Qual è ora la vostra offerta? Cosa è cambiato?
La nuova libreria Grosso, che gestisco insieme a mia madre e a mia moglie Loretta, naturalmente vorrebbe proseguire l’attività di Ghelfi e Barbato, ma al momento alcune difficoltà logistiche ci avvertono che non è ancora possibile. Uno dei motivi è che alla chiusura i fornitori non sono passati automaticamente a questa nuova sede, lasciandoci sprovvisti dell’appoggio per il rifornimento di nuovi titoli; inoltre ci rendiamo conto che la nuova struttura non gode di quella posizione favorevole che aveva la precedente e non essendo ben visibile al pubblico, sostanzialmente perde quell’afflusso di turisti esperti ed intenditori d’arte che giornalmente transitavano nella via più nota di Verona. Ci piacerebbe moltissimo riproporre quella selezione di qualità libraria che caratterizzava la Ghelfi e Barbato e sono sicuro che riusciremo a farlo, ma prima abbiamo bisogno di reinventarci, soprattutto sul piano della promozione: internet, i social network, la pubblicità in generale sono campi per noi ancora sconosciuti e inesplorati.

8 novembre 2012

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