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Marco Polillo, ”Votare contro l’ACTA è una decisione a scapito della proprietà intellettuale e dell’industria culturale”

Ieri il Parlamento europeo ha votato contro l’ACTA, l’accordo internazionale che si pone l'obiettivo di dettare norme più efficaci per contrastare la contraffazione e la pirateria informatica, al fine di tutelare copyright e proprietà intellettuali su beni, servizi e attività legati alla rete. Sono stati 478 i deputati che hanno votato contro, 39 quelli favorevoli, mentre 165 si sono astenuti...

Il Presidente di Confindustria Cultura Italia si dichiara preoccupato per il voto espresso dal Parlamento europeo contro l’accordo internazionale che combatte la contraffazione e la pirateria informatica

 

MILANO – Una decisione che penalizza la proprietà intellettuale e l’industria culturale. Lo afferma Marco Polillo, Presidente di Confindustria Italia subito dopo il voto di ieri del Parlamento europeo contro l’ACTA, l’accordo internazionale che si pone l’obiettivo di dettare norme più efficaci per contrastare la contraffazione e la pirateria informatica, al fine di tutelare copyright e proprietà intellettuali su beni, servizi e attività legati alla rete. Sono stati 478 i deputati che hanno votato contro, 39 quelli favorevoli, mentre 165 si sono astenuti

 

LE REAZIONI EUROPEE – Le imprese europee innovative dei settori manifatturieri e creativi ritengono che il voto del Parlamento europeo sarà pregiudizievole per la proprietà intellettuale, l’occupazione e l’economia europee. “L’ACTA è uno strumento importante per promuovere l’occupazione e la proprietà intellettuale in Europa. Purtroppo, al Parlamento europeo il trattato è partito con il piede sbagliato, e le sue motivazioni più autentiche e significative andranno perdute” pronuncia Anne Bergman-Tahon, Direttrice della FEP (Federazione degli Editori europei), uno dei membri della coalizione di oltre 130 organizzazioni che sostengono l’ACTA.

 

DIFESA DELLA PROPRIETA’ INTELLETTUALE – I diritti di proprietà intellettuale rimangono il motore della competitività globale dell’Europa e uno stimolo alla crescita dell’economia e dell’occupazione. Nell’attuale congiuntura economica la loro tutela è particolarmente importante oltre i confini dell’UE. “L’Europa potrebbe avere colto l’occasione di sostenere un importante trattato che migliora le norme della proprietà intellettuale sul piano internazionale. Ci aspettiamo che l’ACTA andrà avanti senza l’UE, e sarà una perdita non da poco per i 27 Stati membri” afferma Alan C. Drewsen, Executive Director dell’ INTA (International Trademark Association).

 

IL PARERE ITALIANO – Le reazioni al voto del Parlamento europeo sull’ACTA, acronimo di Anti-Counterfeiting Trade Agreement, arrivano anche dall’Italia. E’ di grande amarezza il primo commento del Presidente di Confindustria Cultura Italia Marco Polillo, alla luce del voto del Parlamento europeo su ACTA. “Prendiamo atto della decisione del Parlamento Europeo di rigettare l’accordo ACTA senza attendere il parere della Corte di Giustizia UE, ma non possiamo non denunciare gli ennesimi paradossi a cui abbiamo assistito in questa vicenda”.

 

CAPIRE LA COMUNICAZIONE IN RETE – “Le norme contenute nell’accordo bocciato – ha proseguito Polillo – sono già all’interno dell’ordinamento italiano e della maggior parte dei Paesi firmatari: ACTA aveva la sola funzione di armonizzare queste norme. Come troppo spesso accade quando si trattano i temi della proprietà intellettuale, le falsità diffuse da chi è interessato a continuare ad approfittare e trarre illeciti guadagni dal lavoro altrui ed amplificate artatamente in nome di un presunto “popolo del web” sono state fatte proprie dal decisore politico che continua a rincorrere istanze populistiche di cui non è in grado di comprendere l’origine, mostrando una persistente incapacità di capire le dinamiche della comunicazione in rete. Il tutto a scapito del lavoro intellettuale e dell’industria dei contenuti, un settore produttivo che dovrebbe fungere da spina dorsale per rilancio economico del vecchio continente e che invece rischia l’estinzione a causa di decisioni come questa”.

 

CONTRADDIZIONI – “Ancora – ha concluso -, è paradossale che i legislatori si riempiano la bocca parlando di politiche culturali e contemporaneamente decidano di continuare a proteggere chi uccide la cultura e la ricerca. Così come è paradossale che le tesi mistificatorie di chi vuole distruggere la proprietà intellettuale trovino solerti sostenitori anche su quei mezzi di informazione che fondano proprio sul lavoro intellettuale la propria attività e che rischiano di essere spazzati via dal saccheggio non autorizzato dei propri contenuti”.

 

5 luglio 2012

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