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La moda degli aforismi: la chiave della curiosità – Parte 1

Oggi vorrei tentare di affrontare in termini semplici, due temi: superficialità e curiosità. Partendo da Facebook...

Oggi vorrei tentare di affrontare in termini semplici, due temi: superficialità e curiosità. Partendo da Facebook. Ebbene si e vi spiego subito per quale motivo mi preme iniziare proprio dal più grande social network frequentato molto probabilmente, dalla maggior parte di voi.

 

Faccio una breve premessa: su Facebook gestisco una pagina sociale dedicata ai libri e agli scrittori. Come nella mia, anche in tutte le pagine presenti nel network, il metodo più proficuo per condividere i propri interessi con gli iscritti, consiste nella creazione dei cosiddetti link, ovvero frasi più o meno lunghe associate quasi sempre a delle immagini.

 

Queste frasi non sono altro che gli aforismi e le citazioni. In breve, si tratta di massime che sintetizzano un dato pensiero morale o un sapere pratico. Se io cito uno scrittore non sto facendo altro se non riportare una sua frase, spesso estrapolata da un contesto più ampio, vuoi un suo libro o una sua poesia per esempio. Che cosa ho notato nel tempo..ho osservato che molti utenti di Facebook, a furia di leggere frasi su frasi di certi autori, si sono apparentemente, sottolineo apparantemente, innamorati degli autori stessi, ma non fino al punto di approfondirne la conoscenza.

 

Mi spiego meglio, con un esempio pratico: fino a più o meno 4 anni fa conoscevo alcuni autori ( scrittori, poeti e filosofi ) solo di nome. Con l’avvento di Facebook ho avuto la grande opportunità di conoscerli un pò più da vicino, proprio grazie ai loro aforismi. E’ capitato per esempio con Nietzsche, perchè un’amica virtuale lo amava moltissimo e condvideva spesso le sue citazioni. A casa non avevo neanche un libro di questo filosofo, considerato il più grande filosofo di tutti i tempi ( salvo eccezioni che tendono a smentire questo suo primato ) e credo che mai avrei avuto modo di conoscerlo, senza Facebook. Grande merito a questo potentissimo social network quindi.

 

Ebbene, a forza di leggere le sue frasi mi accorgevo che mi ritrovavo sempre di più nelle sue parole, mi riflettevo tantissimo in ciò che scriveva. Ma erano comunque, solo delle massime. Ed ecco che, da una semplice lettura superficiale, mi sono incuriosita così tanto da leggere prima un suo scritto, poi un altro, fino ad amarlo, posso dire senza giri di parole, totalmente. E’ un pò ciò che capita nella vita di tutti, no ? Prima ci si innamora, ma ci si trova ad uno stadio superficiale della conoscenza e poi si impara ad amare per poi lasciare spazio all’amore vero, quando il rapporto diventa più profondo, quando ci si conosce molto più in profondità. Questo quando va bene. Altrimenti semplicemente ci si accorge che era solo una bella storia, che farà parte di noi stessi, ma non tanto da essere parte integrante anche della propria personalità.

 

Ritornando a Nietzsche, sarebbe anche potuto capitarmi di disinnamorarmi al punto da trovarlo addirittura noioso o molto lontano dalla mia visuale o addirittura incomprensibile. Ma non è questo il punto, quanto piuttosto quello di non rimanere in superficie, non restare succubi di una moda sempre più frequente che è quella di idolatrare alcuni autori, senza saperne praticamente niente. O peggio, di millantare una falsa conoscenza di un certo autore, solo in base al numero dei suoi aforismi o delle sue frasi ad effetto. Mi vengono in mente i tanti che adorano Bukowski ( ma l’elenco è lungo ) perchè i suoi aforismi che circolano su Facebook sono sarcastici, attirano l’attenzione, sono spesso crudi, a volte romantici e altro ancora.

 

Ma se quelle frasi piacciono così tanto, io mi domando, perchè non viene la voglia di leggere almeno uno dei libri da cui quelle frasi sono tratte ? Perchè ? Perchè si va di fretta, si accumulano dati su dati che poi si accantonano, si dimenticano. Forse non si capiscono nemmeno, però fanno volume per infine lasciare spazio al nulla o quasi. Insomma, soffermarsi per approfondire costa e se già è un costo sfogliare un libro, la mediocrità la fa spesso franca. Io invece penso che sia importante imparare ad incuriorirsi.

 

Naturalmente la lista degli autori straziati virtualmente e poi come dire ammucchiati nel cantuccio della superficialità, è lunga, per quel che mi è dato di osservare. Non voglio dire che sia un reato per carità, alla fine ciascuno è libero di far del suo tempo e delle sue blande nozioni quel che più gli aggrada, però mi concedo di dire che è un peccato. La superficialità è un grave peccato.Nella seconda parte di questo mio discorso, di prossima pubblicazione, sempre qua, su Libreriamo, vi proporrò una prova riguardante Oscar Wilde, considerato uno dei maggiori aforisti di tutti i tempi e per il momento non aggiungo altro.

27 maggio 2013

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