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Italia, la ripresa economica passa dal cibo, ma non dai libri

La ripresa dellโ€™Italia? Passa dai consumi alimentari, ma non dalla cultura. Eโ€™ quanto emerge dagli ultimi dati Istat, secondo cui i consumi in generale sono cresciuti dell' 0,4%...

La ripresa dell’Italia? Passa dai consumi alimentari, ma non dalla cultura. E’ quanto emerge dagli ultimi dati Istat, secondo cui i consumi in generale sono cresciuti dell’ 0,4%, grazie sorpattutto al maggior consumo di prodotti (+ 6,7), mentre la sfera riguardante la lettura e la cultura fa segnare il -1,0%. Urgono interventi decisi da parte delle Istituzioni

MILANO – La ripresa dell’Italia? Passa dai consumi alimentari, ma non dalla cultura. E’ quanto emerge dagli ultimi dati Istat, secondo cui i consumi in generale sono cresciuti dell’ 0,4%. Rispetto a marzo, ad aumentare sono state soprattutto le vendite di alimentari, con +1,2%. Insomma, quando gli italiani si concedono qualche spesa extra, preferiscono dedicarsi al cibo.

I CONSUMI DEGLI ITALIANI – Una significativa boccata d’ossigeno per i negozianti, complici anche le feste di Pasqua del mese di Aprile. Rispetto a un anno fa, l’indice grezzo del totale delle vendite registra +2,6%.  Variazioni positive sono certificate sia per le vendite di prodotti alimentari, + 6,7, che per quelli di natura diversa, + 0,2%. Il dato è rivelante per la grande distribuzione, +5%, meno per la media e piccola, +0,4. Aumentano le vendite soprattutto nei discount, 8,5%, nei supermercati, 5,7%, e ipermercati, 4,7%. Crescono, seppure in modo minore, anche giochi, giocattoli, articoli per lo sport e per il campeggio, +3,0%, seguiti da profumeria e cura della persona, +2,4%. Bene anche calzature, articoli in cuoio e da viaggio, +1,8%. Cali sensibili si registrano invece per elettrodomestici, radio, tv e registratori, -1,2%, dotazioni per l’informatica, telecomunicazioni, telefonia, ma il dato che più ci preoccupa è il segno “meno” che costantemente caratterizza la sfera riguardante la lettura e la cultura: -1,0% cartoleria, libri, giornali e riviste, 1,0%. 

LA CULTURA? PER GLI ITALIANI NON E’ UN BENE NECESSARIO – Proprio quest’ultimo dato rappresenta per noi un campanello d’allarme. I libri, l’arte e la cultura in generale non rappresentano ancora per l’economia italiana un volano per la crescita, non solo economica, della nazione. Nonostante la decisione dei consumi spetti in primis agli italiani, i quali sono padroni di decidere come investire i propri soldi, è pur vero che ciò è la naturale conseguenza del fatto che le istituzioni fanno ben poco per promuovere la cultura e tutelare i nostri beni artistici.Ciò a come conseguenza il fatto che gli stessi italiani non intendano la lettura e qualsiasi altra attività culturale come un bene necessario e indispensabile, ma come un qualcosa di accessorio, quasi futile, a cui preferire altri settori come attività ludiche, accessori tecnologici, sport. Ecco perché riteniamo sia urgente una forte azione e piano strategico che parta dalle istituzioni, in particolare dal Ministero dei Beni Culturali. L’approvazione della legge che riconosce le professioni della cultura è un primo passo, ma molto ancora c’è da fare, soprattutto per cambiare la mentalità degli italiani.

26 giugno 2014

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