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‘Il condominio’ di James G. Ballard, non una classica lettura da ombrellone

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È estate e anche per me è tempo di vacanze. Capisco che sta arrivando il caldo perché il mio condominio piano piano si svuota e rimaniamo in 4 gatti. Letteralmente non metaforicamente. Comunque quest’anno per una settimana in Croazia ho messo in valigia, per stare in tema ‘Il condominio‘ di James G. Ballard, di certo non una lettura da ombrellone alla Kinsella.

 

Praticamente il romanzo è ambientato in un complesso di grattacieli da 40 piani che ospita un migliaio di coinquilini, un palazzo sofisticato che comprende ristoranti, supermarket, asili, piscine, balconi da cocktail e parcheggio enorme. Le personalità che abitano il condominio sono delle più disparate (e disperate), medici, farmacisti, giornalisti, donne ricche e annoiate e adulteri. Più che un grattacielo sembra il set di una soap opera. Le gerarchie sociali sono ben distinte, le famiglie numerose e rumorose abitano nei primi piani, poi salendo con gli ascensori si sale anche nella fascia di reddito.

 

Una brutta sera un blackout mette fuori uso tre piani sotto al decimo ed è questo l’evento scatenante. Si ritorna alle origini, diventa una lotta per la sopravvivenza. Chi arriva prima si prende gli ascensori, chi corre più veloce saccheggia i supermercati, si organizzano squadroni della morte pronti a pestare chiunque sfori nel loro territorio. Si regredisce allo stadio primitivo, il più forte ha più donne, mangia i frutti più succulenti della caccia, (che in questo caso parliamo dei cani dei signorotti dei piani alti). La piscina teatro di aperitivi con gli ombrellini nei biccheri diventa una fossa comune di corpi galleggianti in putrefazione Cambia la mentalità dei partecipanti a questo gioco dove il premio non è nient’altro che la vita. Non saprei definire il genere di appartenenza di questo libro, pulp forse, una specie di signore delle mosche in chiave civile che poi tanto civile non è. Ma da leggere, meglio sotto l’ombrellone che nel proprio appartamento condominiale a mio avviso.

 

Francesca Marchesani

 

23 luglio 2015

 

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