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Giulio Einaudi, una mostra per celebrare la storia e il lavoro della gloriosa casa editrice

Una riflessione filologica sul lavoro editoriale di uno dei più grandi editori italiani di tutti i tempi, che chiude degnamente le manifestazioni dedicate al centenario della sua nascita. La mostra inaugurata ieri a Milano a Palazzo Reale, dal titolo ''Giulio Einaudi. L'arte di pubblicare'' è la prima in cui si indagano ed evidenziano quegli intrecci tra arte, tipografia ed editoria, che caratterizzarono l'esperienza della Giulio Einaudi editore...

Allestita a Milano a Palazzo Reale fino al 13 gennaio 2013 la mostra “Giulio Einaudi. L’arte di pubblicare”, in occasione del centenario della nascita del grande editore italiano di cultura

 

MILANO – Una riflessione filologica sul lavoro editoriale di uno dei più grandi editori italiani di tutti i tempi, che chiude degnamente le manifestazioni dedicate al centenario della sua nascita. La mostra inaugurata ieri a Milano a Palazzo Reale, dal titolo “Giulio Einaudi. L’arte di pubblicare” è la prima in cui si indagano ed evidenziano quegli intrecci tra arte, tipografia ed editoria, che caratterizzarono l’esperienza della Giulio Einaudi editore, storica casa editrice di cultura italiana. La mostra resterà aperta fino al 13 gennaio 2013.

 

I PROMOTORI DELLA MOSTRA – A renderla possibile la ferma volontà del Comune di Milano – Cultura, Moda, Design e di Palazzo Reale, che promuovono la mostra in collaborazione con la Fondazione Giulio Einaudi e Skira editore. Nella scia di “Book City”, la mostra ha voluto proporre anche una riflessione sul senso originario dell’editoria di cultura in Italia, e in particolare su quell’intreccio di relazioni che, nel dopoguerra, si annodarono tra Torino e Milano, portando alla rinascita democratica del paese.

 

LA STORIA DELLA CASA EDITRICE – Giulio Einaudi è forse l’editore che rappresenta al meglio il grande viaggio che la cultura italiana ha percorso dagli anni trenta del Novecento alla fine del secolo scorso. L’avventura della Casa editrice inizia nel 1933 quando Giulio, a soli 21 anni, fonda la Giulio Einaudi editore assecondato in tal senso dal padre Luigi (futuro Presidente della Repubblica) e sospinto dagli amici e compagni del liceo D’Azeglio di Torino. Un gruppo formatosi attorno alla grande personalità del professor Augusto Monti e nella scia di un altro giovane, straordinario, editore, precocemente eliminato dai fascisti: Piero Gobetti. Tra questi giovani, fin dall’inizio, operano intellettuali come Leone Ginzburg di 24 anni, Cesare Pavese di 25, Massimo Mila di 23, Norberto Bobbio di 24, che diventeranno colonne portanti non solo dell’Einaudi ma della cultura italiana; successivamente, a cavallo del periodo bellico, Giaime Pintor, Elio Vittorini, Gianfranco Contini, Carlo Muscetta. Dopo la guerra, Italo Calvino, Giulio Bollati, Paolo Fossati, Delio Cantimori, Federico Chabod, Paolo Spriano.

 

SPIRITUS DURISSIMA COQUIT – Un’avventura, quella dell’Einaudi, che fin dall’inizio dovette sopportare censure, delazioni, confinamenti forzati, galere ed interrogatori, fino al tragico assassinio di Leone Ginzburg a seguito delle torture inflitte. Ma che, in contrapposizione a mille difficoltà, mise in evidenza anche la forza morale, il carattere, la caparbietà e la tenacia dei suoi protagonisti; di più, un ineguagliabile, fortissimo spirito di gruppo. Queste furono le doti che più di ogni altra permisero all’Einaudi di superare ogni ostacolo, meritandole il motto della casa: “Spiritus durissima coquit” (“lo spirito digerisce le cose più dure”).

 

I COLLABORATORI E I CONTENUTI EINAUDI – Per ciò che attiene ai contenuti Einaudi, fra i collaboratori “interni”, o consulenti stretti, che hanno fatto grande la casa editrice, siano essi autori o curatori o traduttori, oltre ai già citati possiamo ricordare Carlo Ludovico Ragghianti, Paolo Boringhieri, Natalia Ginzburg, Gianfranco Contini, Carlo Levi, Italo Balbo, Paolo Grassi, Ernesto De Martino. Una ulteriore cerchia, sarà rappresentata dagli autori letterari di stretto entourage einaudiano: Carlo Emilio Gadda, Eduardo De Filippo, Elsa Morante, Beppe Fenoglio, Mario Rigoni Stern, Carlo Cassola, Giorgio Bassani, Leonardo Sciascia, Lalla Romano, Primo Levi, Giovanni Arpino. Vi sono, infine, gli scrittori stranieri divulgati in Italia da Einaudi, dai classici – Goethe, Dostojevskij, Melville, Tolstoj, Stevenson, Flaubert, Kafka, Gogol, Conrad, Lee Masters, Proust – ai moderni – Sartre, Hemingway, Borges, Mann, Salinger, Brecht, Musil, Miller, Beckett, Queneau, Ionesco, Bulgakov, Robbe-Grillet, solo per citarne alcuni.

 

LE COLLANE E LE RIVISTE – Ma Einaudi è solo in parte letteratura, poesia, teatro. Le collane Einaudi negli anni dal 1933 al 1983 sono state quasi un centinaio e quasi venti le riviste. Dalla collana Viola di Studi etnologici, alla Biblioteca di cultura storica, dai Saggi alla Biblioteca di cultura scientifica, dai Libri per ragazzi ai Manuali, dalla Piccola biblioteca Einaudi alla Serie politica e così via. Per le riviste basti citare le gloriose La Riforma Sociale di Luigi Einaudi, il Politecnico curato da Elio Vittorini, Il Menabò di letteratura di Calvino e Vittorini, Società di Carlo Muscetta, la Rivista di filosofia di Norberto Bobbio.

 

L’EDITORIA COME ARTE VISIVA – I libri Einaudi fin dalla nascita della casa editrice si contraddistinsero per la capacità di unire a contenuti di rilievo anche una adeguata ricerca stilistica e formale. La grafica della casa editrice nel corso degli anni è sempre stato un raro esempio di semplicità e di rigore da un lato e di ricerca e originalità dall’altro. Fin dall’inizio della sua avventura Giulio Einaudi volle dare grande importanza all’estetica del libro e si avvalse di consulenti di grande spessore professionale. Da Carlo Frassinelli che lo affiancò nella fase iniziale a Francesco Menzio che illustrò praticamente tutte le copertine dell’Einaudi fino alla fine della guerra, dai grandi sperimentatori dell’immediato dopoguerra Albe Steiner e Max Huber, primi veri graphic designers, ai giovani pittori di Brera che proprio in quel periodo, coordinati da Giuseppe Ajmone, consulente artistico dell’Einaudi dal 1946 al 1949, furono coinvolti ad illustrare la nuova generazione di libri Einaudi dell’Italia libera: Morlotti, Cassinari, Chighine, Purificato, Guttuso, Peverelli, Vedova, Bergolli, Bertagnin. Fino ad arrivare alla forma del libro Einaudi forse più conosciuta dal grande pubblico, quella progettata da Bruno Munari che dalla fine degli anni cinquanta contraddistinse e marchiò in modo inequivocabile, coordinando le varie collane, il libro Einaudi fino agli anni novanta. Famose le sue superfici immacolate, i pochi segni distintivi di stampo costruttivista, il suo perfetto utilizzo del lettering.

 

LA MOSTRA – Per sottolineare questo legame ricorrente e inestricabile tra Giulio Einaudi e le arti visive, in questa mostra vengono esposte alcune tra le più significative collane storiche della Casa, in particolare I Coralli e i Maestri Conteporanei. Due collane legate a grandi personalità della Milano del dopoguerra: Elio Vittorini e Lamberto Vitali. Nella prima collana l’arte è “al lavoro”, soglia e involucro per la grande letteratura. Nella seconda, al contrario l’arte è “il lavoro” cui la tipografia viene assoggettata, fino a raggiungere – quasi – una coincidenza. Di particolare interesse la sezione iniziale, dedicata a due collane “antesignane” de I Coralli : Narratori contemporanei e Corrente. Da una disamina puntuale degli elementi stilistici che, più disordinatamente, sono reperibili già in questi “preamboli” editoriali, si possono chiaramente afferrare i futuri elementi costituitivi dell’identità stilistica einaudiana, ovvero quella tensione tra rigore e sperimentazione, che mette continuamente in gioco la mutazione della forma del libro, generando una sua costante e coerente evoluzione.

 

UN OMAGGIO DI GIULIO PAOLINI – In occasione della mostra e del centenario della nascita di Einaudi, vede la luce una nuova opera di Giulio Paolini dal titolo “O.D.E.” (Occhiali di Einaudi). La Poetica di Paolini, fortemente radicata nel lavoro grafico e tipografico, si è intrecciata significativamente e ripetutamente con l’editoria di Giulio Einaudi. Già a partire dagli anni Settanta, era stata affidata all’artista la veste grafica de La serie bianca dei Coralli. Conclusione rigorosamente aniconica, per una collana che era stata forse il più straordinario cantiere iconografico del dopoguerra. Analogamente, per una curiosa coincidenza La stanza dedicata a Paolini, è posta in mostra alla fine (e quasi in continuità) con la serie dei Maestri Contemporanei, storica collana Einaudi dedicata proprio all’Opera Grafica di maestri del Novecento.

 

29 novembre 2012

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