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Francesco Piccolo (candidato Strega), ”La politica è come la vita: l’inizio di una passione è impossibile da definire”

Francesco Piccolo, scrittore affermato, quest'anno è un uno dei candidati al Premio Strega 2014 con il suo romanzo '''Il desiderio di essere come tutti'', a metà fra l'autobiografia e uno spaccato storico sulla vita politica dell'Italia...

I funerali di Berlinguer e la scoperta del piacere di perdere, il rapimento Moro e il tradimento del padre, il coraggio intellettuale di Parise e il primo amore che muore il giorno di San Valentino, il discorso con cui Bertinotti cancellò il governo Prodi e la resa definitiva al gene della superficialità, la vita quotidiana durante i vent’anni di Berlusconi al potere, una frase di Craxi e un racconto di Carve

MILANO – Francesco Piccolo, scrittore affermato, quest’anno è uno dei candidati al Premio Strega 2014 con il suo romanzo ”’Il desiderio di essere come tutti”, a metà fra l’autobiografia e uno spaccato storico sulla vita politica dell’Italia: da Berlinguer a Moro, da Bertinotti a Prodi fino al ventennio Berlusconiano. Politice e vita. Se è vero che ci mettiamo una vita intera a diventare noi stessi, quando guardiamo all’indietro la strada è ben segnalata, una scia di intuizioni, attimi, folgorazioni e sbagli: il filo dei nostri giorni.

Il Sud quest’anno è un grande protagonista del Premio Strega. Tra la rosa dei concorrenti anche lei con il suo libro “Il desiderio di essere come tutti”. Che sensazione prova?

Io credo che tutti i premi rappresentano un momento bello perché sono un riconoscimento al lavoro. I premi letterario sono una cosa un po’ giocosa e un po’ seria, il Premio Strega più di tutti, ovviamente, essendo un dei premi più importanti d’Italiana. E’ piacevole  e divertente.

Quindi cosa si aspetta dalla partecipazione al Premio Strega?

Ma insomma, non sto lì a pensarci molto. E’ bello partecipare, è bello che grazie al Premio il libro abbia più visibilità. Però insomma, quello che succederà, si vedrà.

Un libro autobiografico ma anche uno spaccato molto ben ricostruito sulla vita politica italiana. Quale dei due aspetti emerge di più?

Sono due aspetti identici, nel senso che sono due aspetti che vanno insieme nella direzione dello stesso tentativo di racconto autobiografico.

«Il 22 giugno 1974, al settantottesimo minuto di una partita di calcio, sono diventato comunista». Quindi, la politica come funziona? Come si arriva ad abbracciare una determinata ideologia politica?

Nel libro c’è questo inizio, sia casuale che preciso. Cioè, che una persona possa raccontare il momento preciso in cui in lui è nata la passione per la polita e per la Sinistra, è un fatto che può essere anche divertente da raccontare. Però io credo che diventare Comunisti sia frutto di tanti fattori insieme: casualità, incontri nella vita, letture….Insomma, in qualche modo la politica assomiglia molto alla vita per questo. L’inizio di una passione è impossibile da definire. Ognuno lavora alla propria autobiografica anche nella vita pubblica.

Perché proprio quella partita di calcio?

Quella partita è un fondamento della mia autobiografia. Ero insieme a mio padre e lui mi aveva convinto che l’unica Germania esistente fosse quella dell’Ovest e in effetti era anche quella più forte, quindi quella che io conoscevo e riconoscevo. E poi mi resi conto invece di fare il tifo per la squadra più debole, e sconosciuta, che era la Germania dell’Est. Nel momento in cui la Germania Est ha segnato il gol ho provato questo doppio sentimento: appartenenza a questa specie di gruppo debole e un allontanamento da mio padre.

“Il desiderio di essere come tutti”, è un titolo un po’ emblematico. Quali sono quei ‘tutti’ a cui si rivolge?

Tutti sono davvero tutti. Io credo che uno dei grandi errori della sinistra italiana sia stato quello di separarsi dal resto del paese, io credo che bisogna avere a che fare anche con le persone che non ci assomigliano. Io a questa cosa credo molto e quindi il mio libro sul desiderio di appartenere all’intera comunità.

31 maggio 2014

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