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La storia di come “Cuore” fece sbancare De Amicis e piangere l’editore Treves

Molti libri che oggi consideriamo grandi hanno rischiato di non uscire. Uno di questi è "Cuore", considerato il capolavoro di Edmondo De Amicis

MILANO – Contrariamente a quanto potremmo aspettarci, molti libri che oggi consideriamo grandi e indispensabili hanno rischiato di non uscire. Uno di questi è “Cuore”, considerato il capolavoro di Edmondo De Amicis.

LA PROPOSTA A TREVES – Verso la fine dell’Ottocento uno dei più grandi editori di letteratura contemporanea in Italia era l’editore Treves, con sede a Milano. A Treves Edmondo De Amicis portò un nuovo romanzo a cui aveva appena finito di lavorare. S’intitolava “Cuore” ma era diverso da tutto quello che aveva scritto De Amicis, autore fino a quel momento di reportage molto ben venduti.

LA SCELTA DELL’EDITORE – Inizialmente l’editore non voleva pubblicare “Cuore”. Poi, in seguito alle insistenze dell’autore, acconsentì alla pubblicazione, ma a una condizione: non gli avrebbe pagato nessun forfait, com’era abitudine a quei tempi, ma decise di dargli una percentuale sulle vendite (solitamente nell’editoria italiana di fine Ottocento agli scrittori veniva pagata solo una somma pattuita prima della pubblicazione, indipendentemente da quanto il libro avrebbe venduto). Treves fece una scelta del genere perché era convinto che gli acquirenti del libro si sarebbero contati sulle dita di una mano.

UN SUCCESSO INASPETTATO – Come si sa, il libro ebbe un successo straordinario. Quando uscì nel 1887, vendette così tanto che Treves si mangiò le mani, dovendo dare per ogni copia una sostanziosa percentuale a un soddisfatto Edmondo De Amicis. Se gli avesse fatto il solito contratto, l’editore avrebbe guadagnato molto di più.

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