Madame Bovary di Gustave Flaubert, pubblicato per la prima volta nel 1856, è considerato uno dei primi romanzi realisti. Un’opera che ancora oggi è capace di lanciarci messaggi strettamente attuali.
Pubblicato dapprima a puntate sul giornale «La Revue de Paris» tra il 1 ottobre e il 15 dicembre 1856, il libro narra la storia della moglie di un medico di provincia, Emma Bovary, che allaccia relazioni adulterine e vive al di sopra dei suoi mezzi per sfuggire alla noia, alla banalità e alla mediocrità della vita di provincia. Si tratta di una delle maggiori opere della letteratura francese e mondiale.
La scrittura secondo Gustave Flaubert
Flaubert si dedicava alla scrittura nella residenza secondaria tanto amata del padre, a Croisset, lungo la Senna in Normandia. L’autore aveva sistemato nella sua dimora uno studio di lavoro dove passava grande parte della sua giornata e declamava ad alta voce i testi che scriveva.
Per questo motivo lo chiamava ironicamente il gueuloir (luogo dove si sbraita); scrivere per Flaubert consisteva anche nel cercare l’armonia sonora.
Maestro del realismo, precursore del romanzo moderno, Gustave Flaubert è un grande autore della letteratura dell’Ottocento. Lo scrittore, uno degli esponenti più rappresentativi della letteratura francese, fu famoso dopo il trionfo e lo scandalo che suscitò il romanzo Madame Bovary.
Madame Bovary
“Madame Bovary” è uno dei romanzi più importanti di Gustave Flaubert. Appena uscito, il romanzo fu attaccato dai pubblici inquirenti del Secondo Impero per immoralità e oscenità. Il processo a Flaubert, iniziato nel gennaio 1857, rese la storia immensamente famosa. Dopo l’assoluzione dell’autore il 7 febbraio 1857, il romanzo fu pubblicato in libro, in due volumi, il 15 aprile 1857 presso Michel Lévy frères. La prima tiratura di 6750 copie ebbe immediato successo per l’epoca: fu esaurita in due mesi. Una delle prime edizioni fu illustrata dal pittore Charles Léandre.
Emma Bovary è un personaggio dominato dall’artificiosità, nutrito di sogni e fantasticherie destinati inevitabilmente a infrangersi. La donna è spinta dalla voglia di fuggire dagli stretti confini di una piccola città che non offre l’opportunità di poter vivere i propri sogni: una condizione che l’ha resa oggi simbolo di tutte quelle donne (e anche uomini) costrette a vivere l’apatia del provincialismo.
Il romanzo ottenne un successo vastissimo, anche per il processo all’autore che ne seguì. Sebbene assolto, Flaubert, che era stato messo sotto accusa per oscenità, uscì duramente provato dalla vicenda giudiziaria.
Il bovarismo
Emma Bovary è il personaggio che più di tutti rappresenta la società di oggi: una persona continuamente insoddisfatta di ciò che ha e alla perpetua ricerca di uno stile di vita migliore.
Dall’iconico personaggio ideato da Gustave Flaubert deriva il termine “bovarismo”, per indicare coloro che vogliono evadere dalla monotonia della realtà, in particolare quella delle piccole realtà di provincia, per ambire alle emozioni ed alle suggestione dei grandi centri. Resta inteso che non tutti vivono la provincia con sofferenza; proprio per questo il bovarismo riesce a denotare con precisione chi ne rimane colpito.
Gustave Flaubert ha avuto la sensibilità di interpretare questa sofferenza, traducendola in un romanzo, “Madame Bovary”, che merita di essere letto sempre, anche perché rivela contemporaneità. Il bovarismo è sempre attuale per chi vive la prigione del provincialismo.
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Madame Bovary, le frasi più belle sull’amore
Se cercate nelle passioni l’unico modo per vivere appieno la vostra vita ed evadere dalla routine quotidiana, vi proponiamo di seguito le frasi più celebri di Madame Bovary che ben interpretano questo desiderio.
1. L’amore, pensava, doveva manifestarsi di colpo, esplosione di lampi e fulmini, uragano dei cieli che si abbatte sulla vita, la sconvolge, strappa via ogni resistenza come uno sciame di foglie e risucchia nell’abisso l’intiero cuore.
2. Eh, no! Perché declamare contro le passioni? Non sono forse la sola cosa bella che ci sia sulla terra, la fonte dell’eroismo, dell’entusiasmo, della poesia, della musica, delle arti, di tutto infine?
3. Eh, non sapete che ci sono anime in perenne tormento? Aspirano via via al sogno e all’azione, alle passioni più pure, ai godimenti più furibondi, e così sprofondano in ogni sorta di fantasie, di follie.
4. Entrò nella cucina della locanda con la gola stretta, le gote pallide e quella determinazione dei codardi che nulla può fermare.
5. Il più mediocre libertino ha sognato sultane; ogni notaio si porta dentro le macerie di un poeta.
6. Rapiscimi, portami via, partiamo! A te, a te, tutti i miei ardori e tutti i miei sogni!
7. Ma la denigrazione degli esseri che amiamo, sempre ci distacca un poco da loro. Non bisogna toccare gl’idoli: la doratura ci rimane sulle dita.
8. La parola umana è come una caldaia incrinata su cui battiamo musica per far ballare gli orsi, quando vorremmo commuovere le stelle.
9. Ma un infinito di passioni può concentrarsi in un attimo come una folla in un piccolo spazio.
10. Da quel momento la sua esistenza fu un ammasso di menzogne, nei quali avviluppava il suo amore come tra veli per nasconderlo.