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La prima grande retrospettiva dedicata a Nino Migliori di scena a Milano

La prima grande retrospettiva dedicata a Nino Migliori, attraverso un insieme di immagini celebri e di grandi inediti. Si inaugura domani pomeriggio presso la Fondazione Forma per la Fotografia la mostra ''La materia dei sogni'' di Nino Migliori. All'interno della mostra, spazio alle fotografie realizzate negli anni Quaranta e Cinquanta, alla serie dei Muri, alle sperimentazioni off camera, alle celebri polaroid, fino alle installazioni più recenti...

Si inaugura domani, presso la Fondazione Forma per la Fotografia, la mostra "La materia dei sogni" di Nino Migliori. All’evento sarà presente l’autore

MILANO – La prima grande retrospettiva dedicata a Nino Migliori, attraverso un insieme di immagini celebri e di grandi inediti. Si inaugura domani pomeriggio presso la Fondazione Forma per la Fotografia la mostra “La materia dei sogni” di Nino Migliori. All’interno della mostra, spazio  alle fotografie realizzate negli anni Quaranta e Cinquanta, alla serie dei Muri, alle sperimentazioni off camera, alle celebri polaroid, fino alle installazioni più recenti. La mostra è curata da Denis Curti e Alessandra Mauro ed è accompagnata da un catalogo edito da Contrasto.

 

LINGUAGGIO DA ESPLORARE – Nino Migliori sorprende chiunque decida di conoscere il senso e la mole del suo lavoro. Sorprende certo per la sua produzione, per la diversità dei progetti realizzati, per gli scarti continui di linguaggio che ha saputo imprimere alle sue ricerche. Ma la vera sorpresa risiede nell’assoluta coerenza che in tanti anni di lavoro ha saputo mantenere. Se le sue ricerche si intersecano e dialogano fra loro, il labirinto visivo costruito dal fotografo bolognese appare intricato ma allo stesso tempo lineare, perché tutto il suo lavoro – dalle sperimentazioni, alle immagini figurative, alle installazioni più ardite e nuove – si fonda su un unico, solo linguaggio da esplorare: la fotografia – la materia prima per creare i suoi sogni visivi.

 

L’ARTISTA – Nino Migliori inizia a scattare alla fine degli anni Quaranta a Bologna: scopre un’Italia fatta di una nuova quotidianità che riprende con poesia e precisione. Sono gli anni del realismo e Migliori crea alcune tra le più celebri e significative immagini di questa stagione. In questi stessi anni, comincia anche le sue sperimentazioni: nascono i “Muri”, i lavori “off-camera”; interviene sulle lastre e sulle pellicole con graffi e incisioni (cliché-verre), usa la luce di un fiammifero per impressionare i negativi (pirogrammi), disegna sulla carta fotografica con i liquidi di fissaggio e di sviluppo (ossidazioni). Sperimenterà con la polaroid, con materiali vari, giocando anche con l’oro e con il bronzo, e inventerà installazioni sorprendenti e innovative. In un incessante lavoro di esplorazione fotografica.

 

SCEGLIERE E TRASFORMARE – Oggi Migliori è considerato un vero architetto della visione. Ogni sua produzione è frutto di un progetto preciso sul potere della visione, tema, questo, che ha caratterizzato tutta la sua produzione. Fotografare, afferma l’artista, significa scegliere e trasformare. Nei suoi lavori la materia scelta si trasforma sempre in qualcosa d’altro. In un brandello di memoria per i posteri, in un interrogativo per i contemporanei. In una strada nuova da percorrere. Come le tante che Migliori ha percorso, e continua ancora a percorrere, nella sua ricerca. La retrospettiva sarà arricchita da una installazione presentata per la prima volta a Forma: Foto scattate e abbandonate. Nino Migliori ha raccolto le stampe mai ritirate dagli studi fotografici, rullini fatti sviluppare ma dimenticati o forse volutamente rinnegati dai propri autori.

17 ottobre 2012

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