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La fotografia tra memoria e narrazione nella rassegna ”La luce come scrittura”

Tre mostre fotografiche, tre progetti di ricerca nella rassegna dal titolo ''La Luce come scrittura – La fotografia tra ricerca, memoria, editoria, narrazione'' organizzata nelle prestigiose sale di Palazzo Marliani Cicogna di Busto Arsizio, dall'Archivio Fotografico Italiano...

Presso il Palazzo Marliani Cicogna  di Busto Arsizio da domani sarà visitabile la rassegna fotografica dedicata a tre mostre fotografiche di Capuano, Bevilacqua e Introini

MILANO – Tre mostre fotografiche, tre progetti di ricerca nella rassegna dal titolo “La Luce come scrittura – La fotografia tra ricerca, memoria, editoria, narrazione” organizzata nelle prestigiose sale di Palazzo Marliani Cicogna di Busto Arsizio, dall’Archivio Fotografico Italiano con il patrocinio dell’Amministrazione comunale di Busto Arsizio e dell’Assessorato al Turismo e Cultura della Provincia di Varese. L’iniziativa fa seguito al più ampio progetto del Festival Fotografico Italiano, pensata per offrire un continuum culturale dedicato alla fotografia d’autore. Tre sono le mostre di cui si compone la rassegna: “Il paesaggio descritto” di Luca Capuano, “Into the Silence” di Carlo Bevilacqua e “Multan Pakistan – La città murata/the walled city” di Marco Introini.  L’esposizione sarà visitabile fino al 21 aprile 2013.

IL PAESAGGIO DESCRITTO
– L’Associazione Città e Siti Italiani Patrimonio Mondiale Unesco, nata nel 1997, ha commissionato a un unico autore un grande progetto di documentazione di questi luoghi, in una riproposizione in chiave contemporanea del Grand Tour. Luca Capuano, fotografo di architettura, indagatore dell’attuale, rigoroso nelle prospettive e nella ricerca sugli spazi, ha svolto questa indagine particolare, a metà tra la necessità di una filologia di un Patrimonio e il rapporto espressivo che esso oggi ha con il presente. Lo sguardo dell’autore si è adattato ai diversi ambienti, in un processo di scoperta dei luoghi su cui si sovrappone la sua poetica personale, determinata da scelte estetiche ben precise. Questo monumentale progetto fotografico è divenuto un libro, che raccoglie circa 500 fotografie, e una mostra presentata in diverse parti del mondo. La più imponente indagine fotografica sui 44 siti che costituiscono il Patrimonio Mondiale dell’UNESCO in Italia mai realizzata prima d’ora. Una ricerca che nasce, da un lato, dalla necessità di produrre una documentazione accurata sullo stato dell’arte dei luoghi UNESCO in Italia e, dall’altro, dalla volontà di proporre al pubblico una visione complessiva dello straordinario paesaggio che abbiamo la responsabilità di preservare.

LUCA CAPUANO –  nato a Bologna nel 1974, dove vive e lavora, è fotografo professionista, specializzato nella fotografia di architettura ed operatore nel campo dell’arte.
Ha realizzato numerosi progetti di documentazione e di analisi interpretativa dell’architettura storica e contemporanea per aziende private, architetti, case editrici, musei, fondazioni ed enti pubblici. Le sue immagini sono pubblicate sulle maggiori riviste nazionali e internazionali di settore. Si è confrontato, su committenza di case editrici e riviste di settore, con le opere dei più grandi architetti internazionali e con le opere dei maestri del design. Al suo attivo molti lavori di documentazione del patrimonio storico, artistico e culturale italiano su committenza di case editrici e istituzioni pubbliche e private. Le sue ricerche sullo spazio lo hanno portato a confrontarsi con una committenza non solo legata al mondo dell’architettura e del  design ma anche al settore pubblicitario. E’ presente nel mondo dell’arte grazie a lavori di ricerca e rappresentazione del territorio esposti in diverse gallerie private, musei d’arte contemporanea, fondazioni private, case editrici, istituti di cultura all’astero e ambasciate italiane.

INTO THE SILENCE. EREMITI DEL TERZO MILLENNIO –  Il progetto fotografico viene presentato delle parole del fotografo Carlo Bevilacqua: “Into The Silence” é un progetto fotografico, iniziato quasi cinque anni fa nell’isola di Filicudi in seguito ad un incontro con un tedesco,ex capitano di navi da crociera di lusso , che viveva e vive tutt’ora da quarant’anni senza essere di peso alla natura, in una grotta di quella che lui chiama la Paradisola. A partire da quell’incontro, e da un’altro con una scrittrice che stava scrivendo un libro sul medesimo argomento, è iniziato questo viaggio che mi ha portato sulle tracce di uomini e donne che avevano scelto di vivere lontano dai miti della nostra società per i motivi più disparati. Ho incontrato eremiti religiosi, laici, ortodossi, cattolici, seguaci di singolari sincretismi religiosi o semplicemente amanti della solitudine e della natura. E’ stata una lunga ricerca che mi ha fatto scoprire un’umanità nascosta ma di grande esempio e attualità in questo momento storico. Un esempio di come ripensare alcuni atteggiamenti tipici della nostra società e di come siamo così abituati a tante  e tali cose che non riusciamo più a renderci conto di quanto spesso la maggior parte di quello di cui ci circondiamo, sia assolutamente non necessario e di come vivere la vita sia molto più semplice di quello che vogliamo credere. Sembra banale ma non lo è. Questo lavoro mi ha lasciato sicuramente una maggior consapevolezza di quello che chiamiamo vita.
Mi sembra inoltre che l’eremitismo sia un esempio di come nella vita se non si sceglie non si viva. La vita è una scelta e chi non sceglie non vive. Ancora peggio se a scegliere la nostra vita è qualcun altro.  Una scelta così radicale, come quella della vita eremitica, anche se apparentemente in antitesi con la nostra organizzazione sociale è invece un modo di vivere la propria spiritualità, o le proprie esigenze, in assoluta sintonia con i valori della nostra società come, autonomia, autodeterminazione, libertà, capacità e possibilità di scegliere la propria felicità e il proprio destino”.

CARLO BEVILACQUA – Nato a Palermo, è fotografo e regista. Da circa trent’anni alterna la fotografia alla realizzazione di documentari. Vive a Milano, dove collabora con periodici, agenzie di pubblicità e aziende del panorama economico nazionale e internazionale senza mai tralasciare però le proprie ricerche personali e autoriali. Ha diretto e prodotto anche vari documentari tra cui: in collaborazione con Francesco Di Loreto, Little Red Robin Hood documentario biografico su Robert Wyatt, cantante e batterista dei Soft Machine, con la partecipazione di Elvis Costello, Brian Eno, Phil  Manzanera e Nick Mason; Moira Orfei Amore e Fiori, colorato affresco pop sulla regina del circo; vari videoclip per artisti come Cristina Donà, Marco Parente e Antonella Ruggiero. I suoi lavori, fotografici e video, sono stati inclusi in vari foto e film festival internazionali come Boutographies in Montpellier, Francia, Photo Biennale di Salonicco Grecia, Fotografia Festival Roma, Indian Vision a Londra, Fotografia Europea Reggio Emilia o ancora al Center for Fine Art Photography Colorado USA. Il suo ultimo lavoro Into The Silence dedicato agli Eremiti del Terzo Millennio, oltre ad essere stato selezionato e in prestigiose rassegne e premi internazionali di fotografia, come Oyo de  Pez in Spagna, il  Taylor Wessing Prize alla National Portrait Gallery di Londra, l’International Photography Awards, USA,  essere stato esposto in festival come Cortona On The Move in Italia, Atlantica a Tenerife, PHE a Braga in Portogallo, Singapore International Photo Festival, sarà presente al Centro Polifunzionale PHOS per la Fotografia e Arti Visive a Chieri, nell’ambito del Turin Photo Festival 2012.

MULTAN PAKISTAN – LA CITTÀ MURATA/THE WALLED CITY – Fotografare per scoprire una città lontana e affascinante del Punjab, la fertile pianura dell’Indo nel cuore del Pakistan. Multan è un insediamento millenario dove si incontrano storia e rinnovamento, ricchezza e abbandono, conservazione e voglia di cambiamento. Le immagini fanno parte dell’indagine svolta da un gruppo di ricercatori coordinati da Fondazione Politecnico di Milano – architetti, ingegneri e disegnatori industriali – nell’ambito dell’iniziativa “Sustainable, Social, Economical, Environmental Revitalization of the Historical Core of Multan City”, parte significativa della conversione del debito tra Italia e Pakistan. Il lavoro ha consentito di definire un quadro dei problemi e delle potenzialità e un programma operativo di impiego delle risorse le cui priorità sono in favore delle infrastrutture.
   
MARCO INTROINI – Laureato in architettura presso il Politecnico di Milano, fotografo documentarista, Marco Introini è docente di Fotografia dell’Architettura e Tecnica della Rappresentazione presso la Facoltà di Architettura Civile del Politecnico di Milano. Nel 1999 riceve il premio nazionale Lombardia Effetto Paesaggio con la ricerca fotografica Architettura ed architetture dell’ argine maggiore del Po. Nel 2002 è selezionato con la ricerca fotografica Città Europa per esporre alla X Mostra Fotoesordio 2002 (Museo dell’Immagine Fotografica e delle Arti Visuali) in collaborazione con il Palazzo delle Esposizioni di Roma. Nello stesso anno è stato selezionato al concorso FotoGribaudo. Curatore con Margherita De Carli della mostra nella casa di Luigi Figini presso la Triennale di Milano (Milano, 2003). Selezionato alla rassegna Descubrimientos del Festival Internazionale PHotoEspaña05 con il progetto fotografico Paesaggio Analogico 05. Nel 2006 viene pubblicato all’interno del catalogo del Padiglione Italiano della X Biennale di Architettura curato da Franco Purini. Inserito nei venti fotografi di architettura protagonisti degli ultimi dieci anni, viene intervistato da Letizia Gagliardi per il libro La Misura dello Spazio (Roma 2010).

ARCHIVIO FOTOGRAFICO ITALIANO
– L’Afi nasce nel 2006 principalmente per progettare ricerche e custodire opere altrimenti disseminate e perdute, ma anche con la finalità di divenire luogo di collezione, conservazione, valorizzazione e fruizione di raccolte fotografiche, riconosciute dalla legislazione come “bene culturale”. Il fondo fotografico, composto di immagini provenienti da donazioni, lasciti, acquisizioni e da campagne fotografiche mirate, ha come intento quello di ricomporre una visione d’insieme della cultura, della storia, della sfera sociale e del paesaggio del nostro paese, e non solo, riservando uno spazio considerevole anche alle ricerche creative e personali dei singoli autori. Tra le finalità prevalenti dell’Archivio, vi è quella di offrire visibilità ai giovani fotografi emergenti e ai talenti italiani meno noti, ma di riconosciuta inventiva, da valorizzare attraverso concrete collaborazioni, senza omettere gli autori più conosciuti, creando così una collezione di pregio dedicata alla fotografia contemporanea italiana, oltre che a quella storica, evidentemente più legata al territorio in cui operiamo.

22 marzo 2013

 

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