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”Inside Out”, la prima personale in Italia dell’artista iraniana Gohar Dashti

Inaugurerà il 24 ottobre prossimo presso le Officine dell'Immagine di Milano ''Inside Out'', la prima personale in Italia della giovane artista iraniana Gohar Dashti...

La personale, che inaugurerà il 24 ottobre prossimo alle Officine dell’Immagine di Milano, propone un percorso artistico e culturale attraverso le fotografie della giovane artista iraniana

MILANO – Inaugurerà il 24 ottobre prossimo presso le Officine dell’Immagine di Milano “Inside Out”,  la prima personale in Italia della giovane artista iraniana Gohar Dashti, una delle più talentuose voci dell’arte contemporanea mediorientale. Già molto apprezzata nel panorama artistico internazionale, la Dashti appartiene a quella generazione di giovani iraniani nati in un periodo storico di grande complessità, a cavallo cioè fra la Rivoluzione Islamica del 1979 e la sanguinosa guerra Iran-Iraq della fine degli anni Ottanta. L’esposizione, curata da Silvia Cirelli, sarà visitabile sino al 24 gennaio 2014.

INSIDE OUT – La mostra propone un percorso culturale prima ancora che artistico, in cui si articolano le contraddizioni di una contemporaneità condizionata continuamente dallo spettro di conflitti sociali, politici, pubblici, l’outside appunto, che hanno immancabilmente risonanze sulla vita privata degli iraniani, sulla loro sfera intima, l’inside. L’arte di Gohar Dashti sorprende per una raffinatezza tagliente, che mostra sofferenze atroci, ma con metafore sottili che solo valicando la barriera dell’apparente oggettività si possono comprendere. Nulla è esplicito, al contrario: la verità viene rivelata da un puzzle di elementi nascosti, che scoprono suggestioni fino a quel momento inconfessate.

L’ESPOISIZIONE – Nell’esposizione di Milano saranno visibili, in esclusiva italiana, le serie più famose dell’artista, in una selezione che ne raccoglie i tratti distintivi, confermandone l’unicità lessicale. “Today’s Life and War”, del 2008, già dal titolo denuncia la difficile condizione del vivere quotidianamente a contatto con la guerra. La coppia protagonista è infatti costretta a una dimensione domestica, dove è sempre presente l’ombra della violenza: in uno scatto i due giovani pranzano serenamente, mentre alle spalle arriva un temibile carrarmato. In un altro sono obbligati a stendere i propri panni su del filo spinato, in un altro ancora si addormentano circondati da un’inquietante squadra militare. Nonostante la continua minaccia di pericolo, non c’è mai rassegnazione sui loro volti, quanto invece fermezza e determinazione a resistere. Questo stesso rigore è percepibile anche nella serie “Slow Decay”, nella quale si aggiunge però una severità che suggerisce un’agonia intensa.

LO SGUARDO DELL’ARTISTA – L’immobilità della scena regala storie private, dolori intimi sospesi fra spazio e tempo, dove lo sguardo dei personaggi annuncia segreti forse ancora troppo amari perché siano dichiarati. La severità viene poi abbandonata nella recente serie Volcano, del 2012, in cui l’artista mette in scena una sorta di teatro dell’assurdo, con personaggi che ridono divertiti e una strana creatura che si aggira fra gli spazi. Seppur la sensazione iniziale sia quella di un’atmosfera rilassata e gioiosa, l’anomala presenza crea scetticismo nell’osservatore, che non sa se aspettarsi una catastrofe annunciata, oppure un gioco innocente. La mostra si chiude infine con l’ultima serie di Gohar Dashti, Iran, Untitled, presentata a Milano in esclusiva assoluta. Lo scenario cambia nuovamente, spostandosi nella periferia di Tehran, in un paesaggio nostalgico e silenzioso. Qui si consumano piccole trame di vita, che rievocano la grazia dei tradizionali haiku giapponesi, noti per riuscire a tradurre in linguaggio l’intensità di un’emozione.


GOHAR DASHTI
– Gohar Dashti è nata ad Ahvaz, IN Iran, nel 1980. Attualmente vive e lavora a Tehran. Laureata nel 2003 alla Fine Art University di Tehran, nel 2005 si è poi specializzata con un Master in Fotografia. Ha partecipato a numerose residenze d’artista e scholarship come DAAD award, Visiting Arts, Bradford/London, International Arts & Artists, Washington DC. Al suo attivo ha numerose mostre sia in importanti Musei stranieri, come il Mori Art Museum di Tokyo, il Fine Art Museum di Boston, il National Taiwan Museum of Fine Art, la Devi Art Foundation di Gurgaon e il Grimmuseum di Berlino. Ha partecipato anche a numerosi Festival e Biennali, come l’Asian Art Biennial, il Fotofestival di Oslo, Le Printemps de Septembre Festival di Tolosa e il Photoquai di Parigi.

8 ottobre 2013

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