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Frida Kahlo e Diego Rivera, la coppia più tormentata dell’Arte sbarca a Genova

Dopo la grande retrospettiva romana alle Scuderie del Quirinale, Frida Kahlo risale la penisola e giunge a Genova. Dal 20 settembre all’8 febbraio 2015 il Palazzo Ducale ospita infatti la mostra ''Frida Kahlo, Diego Rivera''...

Dopo la mostra alle Scuderie del Quirinale di Roma, che ha messo l’opera di Frida Kahlo nel contesto della avanguardie internazionali del suo tempo, la mostra a Palazzo Ducale di Genova a partire dal prossimo settembre, racconta invece i legami segreti che unirono i due artisti tanto nella vita quanto nell’arte

MILANO – Dopo la grande retrospettiva romana alle Scuderie del Quirinale, Frida Kahlo risale la penisola e giunge a Genova. Dal 20 settembre all’8 febbraio 2015 il Palazzo Ducale ospita infatti la mostra ”Frida Kahlo, Diego Rivera”, curata da Helga Prignitz-Poda, insieme con Christina Kahlo (pronipote di Frida) e Juan Coronel Rivera (nipote di Diego). Frida Kahlo e Diego Rivera si videro per la prima volta nel 1922 sotto i ponteggi della Scuola nazionale preparatoria. Lui era il pittore più famoso del Messico rivoluzionario, chiamato a dipingere un murale nell’anfiteatro dell’istituto, lei una ragazzina irriverente. Sette anni dopo, Frida Kahlo e Diego Rivera erano moglie e marito. Fu l’inizio di un amore lungo e tormentato, costellato di tradimenti e colpi di scena.

L’ELEFANTE E LA COLOMBA – La mostra racconta il rapporto intimo e artistico della coppia messicana con circa 130 opere: 76 di Frida Kahlo, 60 di Diego Rivera e oltre 80 fotografie di fotografi come Nickolas Muray, Manuel e Lola Alvarez Bravo, Florence Arquin e Leo Matiz e inediti contenuti video. Frida Kahlo e Diego Rivera erano due artisti profondamente diversi e avevano con l’arte un rapporto altrettanto discordante; il loro stile così diverso corrisponde a due biografie altrettanto contrastanti. In mostra saranno dunque a confronto le opere in cui si sono reciprocamente ritratti, restituendoci la percezione che l’una aveva dell’altro. Di Frida verranno esposti dipinti (ed in particolare i suoi autoritratti) come “Diego in my mind”, “Self-portrait wearing a Velvet Dress”, o “Diego and I”, o ancora il “Self Portrait in a sun flore” che Frida dipinge pochi giorni prima di morire, ma anche disegni ed il corsetto di gesso sul quale dipinge la falce e il martello comunista sopra il feto del proprio doloroso aborto. Di Diego saranno presentati in larga parte dipinti su olio (in particolare i grandi ritratti) nei quali eccelleva, come “Portrait Dama Oaxaqueña”, “Portrait of Natasha Gelman”, “Calla lilly vendors”, “Nudo”, il ritratto di Frida in una litografia con l’immagine del corpo perfetto della giovane moglie assonnata, con indosso solo le scarpe e le calze, seduta sul letto e intenta a stiracchiarsi in una posa sensuale, ma anche il taccuino del viaggio in Italia, mai esposto prima. In mostra anche la ricostruzione del primo ritratto “In the Arsenal”, il famoso murale che nel 1928, prima ancora di sposare Frida, Diego dipinge nel cortile interno del ministero della Pubblica Istruzione. L’immagine rivela tutta l’ammirazione del pittore, che affida alla donna un compito importante nel risveglio della nazione: Frida, con indosso una camicia rossa decorata con la stella a cinque punte, simbolo del comunismo, mentre distribuisce le armi ai combattenti, è la figura centrale del murale con cui si apre la grande ballata sulla rivoluzione. Sul bordo destro dell’immagine Tina Modotti che passa una cartucciera a un soldato. Rivera dà alla sua nuova amante un aspetto maestoso.

POETICHE D’ARTISTA – Diego dipingeva le grandi emozioni storiche interpretando la rivoluzione nelle arti visive e mostrando l’uomo al potere, sempre circondato da un pubblico. Nei suoi dipinti, l’uomo ha la capacità di dare una forma positiva alla vita, per il bene dell’umanità, optando per la via dell’edonismo egoistico. Quando cominciò a dipingere, Frida, lo fece invece per rifugiarsi in un mondo di fantasia, trasportando problemi e sentimenti in quadri di piccole dimensioni. La sua continua lotta con il dolore e con la solitudine trova espressione in una sorta di ‘realismo magico’, sviluppando un linguaggio artistico personale rispetto a quello degli artisti che ebbe modo di conoscere nei suoi viaggi negli Stati Uniti e in Europa. André Breton, parlando delle sue opere disse: «L’arte di Frida Kahlo è come un nastro attorno a una bomba.»

9 agosto 2014

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