L’elezione di Robert Francis Prevost al soglio di Pietro ha sorpreso molte persone. In che modo Leone XIV raccoglierà l’eredità pastorale di Francesco? Come affronterà le turbolenze globali della nostra epoca? Quali saranno i punti fermi del suo pontificato? Lo abbiamo chiesto a Carlo Marroni, vaticanista e inviato de Il Sole 24 ore, autore del libro “Papa Leone XIV. Vita, storia e segreti“.
5 curiosità su Papa Leone XVI che forse non tutti sanno
Le origini di Robert Francis Prevost
Da bambino Robert Francis Prevost aveva già le idee chiare: voleva farsi prete. Giocava a dire la messa usando il tavolo da stiro della madre, ricordano oggi il fratello e gli amici di un tempo del South Side di Chicago, la grande periferia metropolitana di immigrati. La famiglia era modesta e molto solida, insegnanti cattolici, discendenti di immigrati da quattro angoli, compresa una componente creola dei Caraibi.
L’adolescente pensa alla teologia, ma intanto si laurea in matematica, e sulle orme di Sant’Agostino diventa missionario. Tra Perù, Chicago e Roma percorre la vita della vita della Chiesa ma conserva le due idee, come quella di iscriversi alle liste del Partito Repubblicano a Chicago, ma non sono ancora i tempi di Trump.
Robert Francis Prevost prima di Leone XVI
La sua storia conosciuta fino ad oggi racconta di un sacerdote e poi vescovo e cardinale discreto e determinato, dialogante ma anche risoluto, pronto ad aiutare le popolazioni alluvioniate del Perù e andare nel fango, ma con la croce al collo, raggiungere le chiese sperdute della diocesi di Chiclayo a dorso di cavallo e mangiare ceviche, lui tirato su a bistecche e ribs.
Non era sempre d’accordo con Papa Francesco
Francesco lo chiama a Roma e gli affida un incarico delicato, è un fedelissimo, eppure ammette, con garbo ma senza timori, che “con il Papa non eravamo sempre d’accordo”. Non specifica su cosa, ma un elemento di differenza è stato chiaro da subito, anche prima dell’elezione a Pontefice: nei confronti della Russia, dopo l’invasione dell’Ucraina, la posizione di Prevost è molto più severa.
Perché il nome di Leone XVI
Perché ha scelto il nome di Leone, dopo oltre centro anni dal precedente? Non è solo per riagganciare l’istanza sociale di Leone XIII: fu proprio Papa Pecci a fine ‘800 a salvare l’ordine agostiniano dall’estinzione, e riconsegnare all’ordine un convento sequestrato da Napoleone, vicino Roma.
Come sarà il pontificato di Leone XVI
Il nuovo Papa riconnette la storia e per ora ricalibra la bussola della diplomazia vaticana, ma non vuole disperdere l’eredità di Francesco, al di là dei fatti esteriori significativi ma non determinanti, come la “mozzetta” rossa con la quale si è presentato al mondo la sera dell’8 maggio, la croce d’oro o il canto in latino dalla Loggia della Basilica.
La Chiesa dopo il ciclone Francesco, il Papa che ha smosso le acque e ha avviato profonde riforme, ora prosegue su una strada che ne raccoglie l’eredità, e che può consolidare i cambiamenti, forse senza stravolgimenti.
Continuità, certo, ma sarà un Papa diverso.
Papa Leone XIV. Vita, storia e segreti
Nell’epoca di Trump e di grandi sconvolgimenti geopolitici, il conclave ha scelto per la prima volta un Papa statunitense. Ma non sbaglia chi vede in Robert Francis Prevost l’altra faccia dell’America. Agostiniano con un lungo passato missionario e poi da vescovo in Perù, Leone XIV è asceso al soglio pontificio nel segno della continuità con Francesco, a cui lo accomunano la sensibilità per le periferie del mondo, la stella polare della Pace, una concezione comunitaria della vita cristiana e un moderato progressismo.
Leone XIV, forte anche del suo riconosciuto rigore dottrinario, si propone come una figura di equilibrio in un mondo polarizzato e in una Chiesa attraversata sottotraccia da non poche tensioni interne.
Carlo Marroni, grazie a una lunga esperienza di vaticanista e di una conoscenza profonda delle dinamiche curiali ed ecclesiastiche, esamina le sfide che il Papa si troverà ad affrontare, e gli strumenti – teologici ma anche politici – con cui si appresta a continuare il lavoro di Francesco.
L’autore
Carlo Marroni È nato a Siena nel 1961. Già direttore responsabile dell’agenzia di stampa Il Sole 24 Ore-Radiocor, da alcuni anni lavora a «Il
Sole 24 Ore» come vaticanista, caporedattore e inviato su temi di politica ed economia internazionale. Ha pubblicato con Rizzoli i romanzi Le mani sul Vaticano e Il Conto Vaticano. La Newton Compton ha pubblicato “Francesco. Il Papa che voleva cambiare la Chiesa“.