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I versi di Amelia Rosselli sull’incanto dell’amore che sboccia

Leggiamo i versi finali della breve e sulfurea poesia di Amelia Rosselli in cui un'alba lattante viene cinta d'alloro, e l'amore è un gioco sonoro.

Amelia Rosselli (28 marzo 1930 – 11 febbraio 1996), una delle voci più significative della poesia italiana del Novecento, ha lasciato un’eredità letteraria che sfida le convenzioni e le forme tradizionali. Questi suoi versi sintetizzano in poche parole l’essenza della sua poetica: un’esplorazione del linguaggio come spazio fluido e trasformativo, capace di riflettere la complessità dell’esperienza umana.

“L’amore era un gioco instabile;
un gioco di fonosillabe”

L’amore come gioco instabile nei versi di Amelia Rosselli

Nella sua essenza, l’amore è un sentimento intrinsecamente dinamico e precario. Definirlo un “gioco instabile” significa riconoscerne la natura mutevole, fatta di equilibri delicati e imprevedibili. Amelia Rosselli ci invita a pensare all’amore non come una realtà fissa, ma come un processo, un costante oscillare tra sicurezza e incertezza, tra attrazione e distanza. La parola “gioco” suggerisce un senso di leggerezza, ma anche di rischio: ogni movimento può cambiare le regole, ogni gesto può alterare il significato.

Questa instabilità riflette non solo la natura dell’amore, ma anche il modo in cui Rosselli concepiva la vita e l’arte. In un’intervista, dichiarò che il suo obiettivo era “cercare un linguaggio che fosse mobile e sfuggente quanto il pensiero stesso”. Nei suoi versi, quindi, l’amore non è solo un tema, ma diventa un’esperienza linguistica, un campo di tensioni che si manifestano attraverso la parola.

Il linguaggio come spazio di gioco

La seconda parte della citazione, “un gioco di fonosillabe”, pone l’accento sul linguaggio come strumento di esplorazione. Rosselli era profondamente interessata alla musicalità della poesia, al suono e al ritmo delle parole. Le “fonosillabe” richiamano l’idea che il significato non risieda solo nel contenuto semantico, ma anche nella struttura sonora e nella disposizione ritmica dei versi. Questo approccio è evidente nella sua opera più famosa, Variazioni belliche, dove la frammentazione e la fluidità del linguaggio creano un effetto di instabilità che rispecchia la realtà emotiva e psicologica dell’autrice.

Rosselli utilizzava il linguaggio come un laboratorio, sperimentando con accostamenti insoliti, rotture sintattiche e stratificazioni linguistiche. Questo gioco di fonosillabe non era solo un esercizio stilistico, ma un modo per dare forma a esperienze complesse e spesso dolorose. Attraverso la manipolazione del linguaggio, Rosselli cercava di catturare ciò che è ineffabile, di dare voce a ciò che sfugge alle definizioni convenzionali.

Nei versi di Rosselli, l’amore e il linguaggio sono intrecciati in modo indissolubile. Entrambi sono instabili, imprevedibili e capaci di trasformare chi li vive. L’amore, come il linguaggio, richiede un continuo adattamento, un’apertura all’imprevisto. E come il linguaggio, l’amore è fatto di segni, di gesti, di suoni che devono essere interpretati e reinterpretati.

Rosselli ci invita a riflettere su come il linguaggio sia non solo un mezzo di comunicazione, ma anche uno spazio in cui l’identità e le emozioni possono essere esplorate e ridefinite. L’amore, in questo senso, diventa una metafora del processo creativo: un gioco che richiede coraggio, inventiva e accettazione del rischio.

La poesia di Amelia Rosselli

Amelia Rosselli si colloca in una tradizione poetica che vede il linguaggio come qualcosa di vivo e in continua evoluzione. La sua formazione internazionale e la sua esperienza personale di dolore e perdita hanno influenzato profondamente la sua scrittura, rendendola unica nel panorama letterario italiano. Rosselli era consapevole delle limitazioni del linguaggio, ma invece di evitarle, le abbracciava, trasformandole in opportunità creative.

La sua poesia è un invito a vedere il mondo da una prospettiva diversa, a riconoscere la bellezza nell’imperfezione e nella frammentarietà. Nei suoi versi, il caos diventa ordine, e l’instabilità si trasforma in una forma di equilibrio.

I versi “L’amore era un gioco instabile; un gioco di fonosillabe” condensano il cuore della poetica di Amelia Rosselli: una visione del mondo e del linguaggio come realtà fluide, mutevoli e ricche di possibilità. Attraverso queste parole, Rosselli ci sfida a ripensare non solo l’amore, ma anche il modo in cui comunichiamo, creiamo e viviamo. In un’epoca in cui tutto sembra voler essere definito e categorizzato, la sua poesia ci ricorda l’importanza di abbracciare l’incertezza e di trovare bellezza nell’instabilità.

Ma ecco qua l’intera delicata poesia:

L’alba si presentò sbracciata e impudica; io
la cinsi di alloro da poeta: ella si risvegliò
lattante, latitante.

L’amore era un gioco instabile; un gioco di
fonosillabe.

 

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