Carlo Goldoni, nella sua commedia Il bugiardo, mette in bocca al personaggio di Pantalone una riflessione di grande spessore etico ed economico nei riguardi della sincerità. Questa affermazione racchiude alcuni dei valori fondamentali della società illuminista e mercantile in cui Goldoni si muoveva, sottolineando l’importanza dell’onestà, della reputazione e della fiducia nelle relazioni umane e commerciali.
“L’uomo civil no se destingue dalla nascita, ma dalle azion. El credito del mercante consiste in dir sempre la verità. La fede xe el nostro mazor capital.”
La dignità dell’uomo civile nella commedia di Carlo Goldoni
Pantalone, uno dei personaggi più iconici del teatro goldoniano, incarna la figura del mercante veneziano, uomo pratico, legato ai valori tradizionali di laboriosità e onestà. La sua affermazione secondo cui “l’uomo civil no se destingue dalla nascita, ma dalle azion” rappresenta un principio cardine dell’Illuminismo: la nobiltà non è più un valore ereditario, ma si conquista attraverso il comportamento e l’etica personale. Goldoni, con questa battuta, si oppone alla rigida stratificazione sociale ancora presente nella società del suo tempo, promuovendo un’idea di merito basata sull’agire e non sulla discendenza.
Il concetto di “uomo civile” è particolarmente importante nel contesto del Settecento, un periodo di grandi trasformazioni culturali e sociali. In questo scenario, la borghesia mercantile assume un ruolo sempre più rilevante e cerca di affermare il proprio status non più attraverso privilegi di nascita, ma attraverso la credibilità e il rispetto guadagnati nel mondo degli affari e nelle relazioni interpersonali.
Un altro concetto chiave espresso da Pantalone è il legame tra onestà e commercio: “El credito del mercante consiste in dir sempre la verità.” Qui Goldoni esprime un principio fondamentale dell’economia di mercato, ovvero la necessità di un sistema basato sulla fiducia reciproca.
Nel XVIII secolo, Venezia era ancora un centro economico di rilievo, sebbene il suo potere fosse ormai in declino rispetto al passato. Il commercio si basava sulla reputazione degli individui, e il credito era una risorsa essenziale per le transazioni. Se un mercante veniva riconosciuto come bugiardo o inaffidabile, nessuno avrebbe più fatto affari con lui, e la sua attività sarebbe inevitabilmente fallita. La parola data aveva un valore tanto importante quanto un contratto scritto, e la verità non era solo una questione morale, ma una necessità economica.
Oltre al contesto mercantile, questa riflessione si può applicare a ogni ambito della vita. Goldoni ci suggerisce che la credibilità e la sincerità sono alla base di ogni relazione sociale, non solo economica. In un’epoca in cui l’apparenza e l’inganno erano strumenti diffusi per scalare la società, Goldoni ribadisce che l’onestà rappresenta una forma superiore di virtù, capace di garantire un vero successo duraturo.
L’ultima parte della citazione di Pantalone afferma: “La fede xe el nostro mazor capital.” Questa frase può essere interpretata in due modi. Da un lato, si riferisce alla fiducia reciproca necessaria per il commercio e le relazioni umane. Il “capitale” di un mercante non è solo il denaro o le merci, ma soprattutto la sua affidabilità, che gli permette di concludere affari e ottenere prestiti.
Dall’altro lato, la parola “fede” può avere una connotazione più ampia, riferendosi a una fiducia esistenziale nel prossimo e nelle istituzioni della società. Goldoni ci ricorda che la società si regge su un tessuto di relazioni basate sulla lealtà e sull’onestà, e che senza questi valori fondamentali non può esserci progresso né prosperità.
Attualità del messaggio goldoniano
Le parole di Pantalone, sebbene pronunciate nel contesto del teatro del Settecento, sono sorprendentemente attuali. Oggi, in un mondo sempre più globalizzato e interconnesso, la reputazione e l’affidabilità di una persona o di un’azienda possono determinare il successo o il fallimento. In un’epoca dominata dalle fake news, dalle frodi finanziarie e dalla disinformazione, il concetto di verità come “capitale” assume una rilevanza ancora maggiore.
Anche il principio secondo cui “l’uomo civil no se destingue dalla nascita, ma dalle azion” rimane di grande valore. In una società che si impegna per l’uguaglianza e la meritocrazia, l’agire morale e responsabile è ciò che realmente distingue gli individui. Questo concetto è alla base di molte delle nostre istituzioni moderne, dal sistema educativo al mondo del lavoro.
Goldoni, attraverso le parole di Pantalone, ci offre una lezione di straordinaria profondità, che va ben oltre la semplice commedia teatrale. Il suo messaggio ci invita a riflettere sulla centralità della verità, della fiducia e dell’etica nelle relazioni umane e professionali. La società, oggi come allora, si regge su questi valori, e chiunque li trascuri rischia di perdere non solo la stima altrui, ma anche la propria dignità.
L’opera di Goldoni, con il suo realismo e la sua attenzione alla vita quotidiana, dimostra ancora una volta la sua capacità di parlare al presente, offrendo spunti di riflessione sempre attuali. In un’epoca in cui la credibilità e la fiducia sono spesso messe alla prova, ricordare che “la fede è il nostro maggior capitale” può essere un utile promemoria per affrontare il mondo con onestà e integrità.