“La donna che fugge” (Sellerio) è l’ultima avventura di Pedra Delicado, personaggio letterario creato dalla scrittrice spagnola Alicia Gimènez Bartlett, presentato a Pordenonelegge. Per i vicoli di Barcellona tornano a investigare Petra Delicado e Fermín Garzón, coppia amata del giallo mediterraneo, fondata su intuito e battibecco, conditi con la stessa ironia che caratterizza l’autrice.
La donna che fugge
Ecco la trama: durante la settimana gastronomica di Barcellona il cuoco francese Christophe Dufour viene assassinato a coltellate. La pista seguita dai due poliziotti porta dritta nei loschi ambienti del narcotraffico alla ricerca di una misteriosa donna a capo della rete. Un doppio finale a sorpresa stravolgerà tutte le attese e lascerà letteralmente scossi.
Petra Delicado è un po’ una ribelle come l’autrice, una donna decisa ed indipendente, forte e delicata assieme, una donna moderna già all’inizio nel 1996, quando apparve per la prima volta.
Come è nato il personaggio di Petra Delicado
La figura di Petra è nata nella fantasia dell’autrice dopo aver completato un lavoro accademico su Virginia Woolf: “Ho sentito – rivela l’autrice – il bisogno di scrivere qualcosa di diverso e di più leggero, che fosse però calato in una realtà sociale ben riconoscibile.”
Secondo Alicia Gimènez Bartlett ci sono due tipi di approccio alla scrittura: uno da architetto con le stanze e le strutture già definite e l’altro scultoreo. “Io appartengo alla seconda scuola: lavoro la materia prima, il fango fino a che non prende forma, senza sapere a che cosa porti, cioè fino alla conclusione anche io non so chi sia l’assassino”.
Petra è entrata nel cuore di molti e lo resterà a lungo almeno per un altro libro, (per il quale ha già firmato il contratto), che sarà sicuramente un giallo. C’è stata un’incursione in un altro genere del tipo “Autobiografia di Petra Delicado”, “ma non ha avuto fortuna – dice con sincerità l’autrice – perché il pubblico vuole l’intrigo, l’omicidio, il giallo insomma”. Che lei svolge nel modo tradizionale, senza troppi effetti splatter entrati nel genere grazie al successo del noir nordico: “A me non interessano i particolari anche trucidi – spiega Alicia Gimènez Bartlett – e preferisco piuttosto soffermarmi sulla cornice sociale, spesso una realtà minore e degradata.
Lo sfondo sociale dei gialli: una Spagna “ minore”
Così accade nell’ultimo romanzo ambientato nell’ambiente dei food truck non dei veri e propri ambulanti, ma comunque rappresentanti di una civiltà “minore“. Il vice di Petra, Fermìn Garzon li definisce “saltimbanchi senza tetto”, con il suo ruvido e popolare punto di vista, che è un po’ quello della gente comune, focus della narrazione.
Al contrario di molti giallisti che ambientano le loro trame in ambienti sordidi e oscuri, la scrittrice spagnola infatti piazza i suoi protagonisti al centro della vita vera, a dimostrazione del fatto che il crimine è più vicino a noi di quanto si pensi .
“Mi incuriosisce molto il mondo dello street food. Nel mio libro Vita sentimentale di un camionista si vedeva come l’esistenza di questi camionisti fosse un po’ accanto e un po’ fuori della società e come loro fossero fieri di questo. Con lo street food succede lo stesso, gli ambulanti si sentono più liberi degli altri” racconta la Bartlett, che ha sempre vivo il senso dell’ironia come la sua ispettrice, che in Italia ha il volto di Paola Cortellesi: “Perfetta nei panni di Petra” afferma la scrittrice spagnola.
Come ha vissuto il successo dei suoi libri? “Non si deve credere molto al successo. Scrivere è un modo di vivere – conclude Alicia Gimènez Bartlett – Quando arriva un riconoscimento è bellissimo, ma mi piace soprattutto avere dei lettori. La scrittura è la mia vocazione di sempre e mi diverto sempre tantissimo”.
Come anche i suoi lettori, che hanno seguito con entusiasmo l’incontro di pordenonelegge.