Calendimaggio è una poesia di Giovanni Pascoli che celebra il mese in cui la primavera prende con forza il sopravvento dipingendo la realtà di profumi e colori. In questa poesia il mese di maggio per Giovanni Pascoli è come una parentesi della vita in cui nasce ogni cosa offrendo magia e speranza.
La poesia di Giovanni Passcoli è un inno alla primavera, al ritorno della vita e all’energia travolgente che rompe le catene dell’inverno.
Calendimaggio fu composta il 21 aprile 1906 e fa parte della raccolta postuma Poesie varie di Giovanni Pascoli curata dalla sorella Maria e pubblicata in 1ª edizione nel 1912.
Leggiamo questa meravigliosa poesia di Giovanni Pascoli, per apprezzarne la bellezza e coglierne il significato.
Calendimaggiodi Giovanni Pascoli
Ben venga Maggio
e il gonfalon selvaggio!
Ma è una selva che si svelle,
la selva che da sè si schianta!
E viene, e seco ha le procelle
che l’hanno nell’inverno affranta,
e viene e canta
il gonfalon selvaggio!Ben venga con la sua grande ombra
e col grande urlo dei torrenti!
È vivo il gonfalon che ingombra
la terra e si svincola ai venti;
ed ai dormenti
annunzia: È Maggio! È Maggio!Ben venga Maggio
e il gonfalon selvaggio!
S’avanza sotto il cielo azzurro
il verde bosco che s’è mosso;ha dentro un cupo suo sussurro,
ha dentro un rauco fiato grosso.
È rosso rosso
il gonfalon selvaggio!Ben venga! È gente che sui capi
solleva il ramuscel d’ulivo;
e quel sussurro è ronzìo d’api
seguenti il ramo fuggitivo;
e il rosso vivo
è dei rosai di Maggio!Ben venga Maggio
e il gonfalon selvaggio!21 aprile del 1906.
Bisogna amare e aver fiducia: c’è sempre maggio in cui tutto torna a fiorire
Calendimaggio è una poesia di Giovanni Pascoli che celebra la primavera come forza vitale che rinnova la natura e l’animo umano. Il poeta si San Mauro di Romagna utilizza immagini potenti e simboliche per trasmettere l’energia e la bellezza del mese di maggio, invitando il lettore a partecipare a questa rinascita.
La bellezza della poesia è che riesce a donare immagini della vita che rimangono indelebili nella memoria. Giovanni Pascoli ci dona un’immagine di un paesaggio che ha preso vita. Alla stregua di un paesaggista il poeta ci guida per mano per farci vivere la magia della natura nel suo fulgore.
Il significato di Calendimaggio di Pascoli
Giovanni Pascoli esordisce in Calendimaggio con un benvenuto chiaro e diretto: “Ben venga Maggio e il gonfalon selvaggio!” Il poeta accoglie con entusiasmo il mese di maggio, simbolo di rinascita e rinnovamento.
Il “gonfalon selvaggio” rappresenta la natura che si risveglia, impetuosa e indomabile, come uno stendardo che annuncia l’arrivo della primavera.
Il Calendimaggio ha radici in antiche e trae il nome dal periodo in cui si svolge, cioè intorno al 1º maggio, perché risalente alle calende del mese, nel calendario romano, in cui si onorava la dea Flora, responsabile della fioritura degli alberi.
La festa è conosciuta anche nel resto d’Europa, con il nome di festa di Beltane o la notte di Valpurga, ed astronomicamente contrapposta a quella dei morti del 1º novembre.
In epoca più recente, in Italia la ricorrenza è conosciuta anche come “Cantar maggio” e celebra l’arrivo della primavera. Nella tradizione popolare la festa è accompagnata da canti, musiche, balli, giostre e abiti tradizionali. Ancor oggi è tipica quella che si svolge ad Assisi.
Giovanni Pascoli continua la poesia sancendo chiaramente il risveglio naturale della vita, “Ma è una selva che si svelle, la selva che da sé si schianta!” La foresta si risveglia con forza, quasi si sradica da sola, rompendo le catene dell’inverno. Questo energico e deciso movimento simboleggia la potenza della natura che si rinnova.
“E viene, e seco ha le procelle / che l’hanno nell’inverno affranta”. La primavera porta con sé le tempeste che l’hanno afflitta durante l’inverno, indicando che il rinnovamento non è privo di difficoltà. Malgrado il risveglio della vita, bisogna considerare che le difficoltà non svaniscono.
L’ombra e il rumore dei torrenti in piena rappresentano la maestosità e la forza della natura primaverile. (“Ben venga con la sua grande ombra e col grande urlo dei torrenti!”)
“È vivo il gonfalon che ingombra / la terra e si svincola ai venti”. Il “gonfalon” è vivo, copre la terra e si libera al vento, manifesta il concetto che la natura si espande e si libera. La primavera sveglia coloro che dormono, annunciando l’arrivo di maggio e invitando alla celebrazione della vita. (“ed ai dormenti / annunzia: È Maggio! È Maggio!”)
“S’avanza sotto il cielo azzurro / il verde bosco che s’è mosso”. Il bosco verde si muove sotto il cielo azzurro, indicando il risveglio della natura.Il bosco emette suoni profondi e rauchi, espressione della vitalità e dell’energia della natura. (“ha dentro un cupo suo sussurro, / ha dentro un rauco fiato grosso.”)
Il “gonfalon” è di un rosso intenso e selvaggio, nella visione che offre Pascoli, colore che richiama la passione, la vita e la fioritura. Le persone celebrano la primavera sollevando rami d’ulivo, simbolo di pace e rinascita.
Il sussurro è il ronzio delle api che seguono i rami in fiore, rappresentano l’attività e la fertilità della stagione. Così come il colore rosso vivo è quello delle rose di maggio, simbolo della bellezza e dell’amore che fioriscono in primavera.
Il fonosimbolismo che dà voce alla primavera
leggen do i versi di Giovanni Pascoli, sembra immergersi nella natura che lo circonda. Come un contemporaneo scienziato attento alla Biodiversità, il poeta dona e condivide un pensiero che ha un significato importantissimo.
Ogni cosa che la natura propone ha senso nella sua totalità. Il non accontentarsi non è egoismo, ma la voglia che ogni cosa possa invece esistere per permettere la vita di ogni essere vivente. Ogni vita dipende dall’esistenza di un’altra, in un ciclo di reciproca dipendenza. Ogni cosa ha senso perché esiste l’altro.
Dovremmo fare tesoro di questo messaggio e il senso della poesia è chiaro: maggio è la vita che fiorisce, la gioia, la felicità, l’amore, la positività.
Non rinunciamo ai profumi e ai colori di maggio
Se manca la fioritura, sembra condividere Giovanni Pascoli, tutto appassisce. Inizia l’inevitabile percorso verso l’oblio. Tutto rischia di perdere di significato. La vita va tutelata in ogni sua forma, per l’inevitabile voglia di poter vivere la propria felicità. Perché l’umanità non pensa mai in questo modo?
Basta vedere il periodo che stiamo vivendo per comprendere che abbiamo rinunciato alla voglia di vedere fiorire ciò che circonda.
Purtroppo, seguendo il pensiero pascoliano, abbiamo rinunciato al mese di maggio, nella volontà di far scomparire per sempre la gioia di vivere.