La poesia è anche resistenza e le poesie di Peppino Impastato sono un inno alla memoria e alla libertà civile e sociale. Ricordare Peppino attraverso i suoi versi è un dovere, un onore, un piacere, un impegno consapevole a favore della memoria.
Nella notte tra l’8 e il 9 maggio 1978, in un’Italia straziata dalla violenza e dallo smarrimento, Peppino Impastato veniva assassinato in modo brutale da Cosa Nostra. Lo stesso giorno in cui veniva ritrovato il corpo di Aldo Moro. Due destini spezzati dalla violenza politica e criminale. Due volti della stessa tenebra. Ma se della vicenda Moro si scrisse molto, Peppino fu per anni ridotto al silenzio: prima deriso, poi ignorato, infine occultato.
Eppure, la sua voce non si è mai spenta davvero. Vive ancora nelle registrazioni di Radio Aut, l’emittente libera da lui fondata per denunciare il potere mafioso, e soprattutto nei suoi versi poetici, che sono insieme urlo civile e confessione esistenziale, sguardo sulla bellezza e ritratto dell’angoscia. Poesie asciutte, visive, quasi minimaliste. Ma capaci di trattenere tutta la forza di una coscienza lucida, poetica, in rivolta.
Oggi ricordiamo l’uomo, il militante e il poeta, rileggendo le sue poesie più intime. Non sono proclami ideologici. Non servono slogan. Quello che resta è il battito del cuore sulla carta, il fiato che si condensa in una notte troppo lunga. Il suo sguardo sulla vita malinconico, incandescente, profondamente umano è il dono che ci ha lasciato.
Le poesie di Peppino Impastato, voce libera contro la mafia
Peppino Impastato non è stato solo un attivista coraggioso e un giornalista rivoluzionario, ma anche un poeta dalla voce limpida e profonda.
Nei suoi versi si intrecciano malinconia e denuncia, memoria personale e dolore collettivo. Sono poesie che parlano di strade deserte, mattini senza fame, nuvole di fiato e nomi che bruciano nel cuore. Una scrittura essenziale, a volte sussurrata, altre volte dura come un pugno, che racconta l’umanità ferita da un mondo ingiusto, ma mai rassegnata.
Leggere oggi le sue poesie significa entrare in contatto con la dimensione più intima della sua resistenza: quella dell’anima, del sentimento, del pensiero lucido e poetico che ha sfidato l’oscurità a colpi di parole.
Le poesie più belle di Peppino Impastato: versi di resistenza, amore e memoria
Prima di in iniziare con la lettura dei suoi versi vogliamo ringraziare Peppino e tutte le vittime della mafie nessuna esclusa, perchè il loro coraggio permette alle attuali generazioni di poter trovasre un mondo leggermente migliore. Consapevoli che la strada per l’onestà e della libertà è ancora lunga da percorrere.
1.
Sulla strada bagnata di pioggia
si riflette con grigio bagliore
la luce di una lampada stanca:
e tutt’intorno è silenzio.
2.
Il cuore batte con l’orologio,
il cervello pulsa nella strada:
amore e odio
pianto e riso.
Un’automobile confonde tutto:
vuoto assoluto.
Era di passaggio.
3.
Nubi di fiato rappreso
s’addensano sugli occhi
in uno stanco scorrere
di ombre e di ricordi:
una festa,
un frusciare di gonne,
uno sguardo,
due occhi di rugiada,
un sorriso,
un nome di donna:
Amore
Non
Ne
Avremo.
4.
Fresco era il mattino
e odoroso di crisantemi.
Ricordo soltanto il suo viso
violaceo e fisso nel vuoto,
il singhiozzo della campana
e una voce amica:
“è andato in paradiso
a giocare con gli angeli,
tornerà presto
e giocherà a lungo con te”.
5.
E’ triste non avere fame
di sera all’osteria
e vedere nel fumo
dei fagioli caldi
il suo volto smarrito.
6.
Passeggio per i campi
con il cuore sospeso
nel sole.
Il pensiero,
avvolto a spirale,
ricerca il cuore
della nebbia.
7.
Lunga è la notte
e senza tempo.
Il cielo gonfio di pioggia
non consente agli occhi
di vedere le stelle.
Non sarà il gelido vento
a riportare la luce,
nè il canto del gallo,
nè il pianto di un bimbo.
Troppo lunga è la notte,
senza tempo,
infinita.