Felice Casorati, una delle figure più influenti dell’arte italiana del Novecento. L’esposizione riunisce oltre cento opere, tra dipinti, sculture e lavori grafici, offrendo un’immersione profonda nel linguaggio artistico di Casorati, sospeso tra realismo e astrazione, rigore geometrico ed evocazione onirica.
Curata da un team di esperti e organizzata in collaborazione con importanti istituzioni museali, la mostra rappresenta un’occasione unica per riscoprire la visione estetica di Casorati, che con il suo stile inconfondibile ha segnato il panorama artistico italiano tra le due guerre.
Milano e Casorati: un legame culturale profondo
Questa mostra non è solo un tributo alla grandezza di Casorati, ma anche un omaggio al suo legame con Milano, città in cui l’artista espose più volte e che fu un crocevia fondamentale per la diffusione della sua opera.
Negli anni ’20 e ’30, Milano era un centro vitale per il dibattito artistico italiano: qui Casorati entrò in contatto con i maggiori intellettuali e collezionisti dell’epoca, consolidando la sua fama e contribuendo alla nascita di un linguaggio figurativo innovativo e modernissimo.
Informazioni sulla mostra
La retrospettiva Felice Casorati è visitabile presso Palazzo Reale di Milano fino al 29 giugno 2025.
Orari di apertura:
Martedì-domenica: 10:00 – 19:30
Giovedì: 10:00 – 22:30
Lunedì chiuso
I biglietti sono acquistabili online e presso la biglietteria del museo.
Questa esposizione rappresenta un’occasione imperdibile per ammirare da vicino le opere di un maestro dell’arte italiana, capace di trasformare la realtà in un universo sospeso tra sogno e misura, tra silenzio e luce.
Felice Casorati: classicismo moderno e tensione metafisica
Nato a Novara nel 1883, Casorati si avvicina inizialmente alla pittura in modo autonomo, affascinato dalle ricerche simboliste e dall’Art Nouveau. Dopo una fase giovanile influenzata da Klimt e dal Secessionismo viennese, negli anni ’20 approda a un linguaggio più strutturato, che fonde la solennità della pittura rinascimentale con atmosfere sospese e rarefatte, vicine alla Metafisica di Giorgio de Chirico.
L’artista torinese si distingue per un’attenzione quasi scultorea alle forme e una costruzione spaziale basata su equilibri geometrici. Le sue figure femminili, enigmatiche e immobili, sembrano spesso isolate in ambienti essenziali, dove il tempo appare sospeso. Casorati, infatti, non si limita a ritrarre la realtà: la distilla, la ordina, la trasfigura in un teatro di silenzi e attese.
Felice Casorati: 5 opere da tenere sott’occhio alla mostra
Ritratto di Silvana Cenni (1922)
Questo dipinto è senza dubbio una delle opere più emblematiche di Felice Casorati. La giovane Silvana Cenni, con il suo abito bianco e la posa composta, è ritratta in un ambiente essenziale e privo di ornamenti superflui. L’artista gioca con la luce e con i volumi, modellando la figura con un’attenzione quasi plastica. Il risultato è un’immagine di grande impatto, che trasmette una calma enigmatica e una profondità psicologica intensa.
L’influenza della pittura quattrocentesca italiana è evidente: la costruzione prospettica, la monumentalità della figura, il rigore formale richiamano le Madonne di Piero della Francesca, ma l’atmosfera rarefatta e il senso di sospensione temporale appartengono pienamente alla modernità.
Le uova sul cassettone (1920)
Felice Casorati non è solo un maestro del ritratto, ma anche un raffinato interprete della natura morta, genere che gli consente di sperimentare equilibri compositivi e giochi di volumi. In questa tela, l’artista dispone alcune uova su un mobile scuro, creando un dialogo tra forme semplici e superfici lisce.
L’apparente minimalismo dell’opera nasconde una profonda riflessione sulla pittura stessa: le uova, con la loro perfetta rotondità e fragilità intrinseca, diventano simboli di purezza e precarietà, mentre il contrasto tra luce e ombra conferisce alla scena una tensione quasi metafisica.
Concerto (1924)
L’arte di Felice Casorati è spesso attraversata da un senso di immobilità e introspezione, e Concerto ne è un perfetto esempio. L’opera raffigura un gruppo di giovani donne impegnate a suonare strumenti musicali, immerse in un’atmosfera di assoluta quiete.
Le musiciste sembrano quasi scolpite nello spazio, ridotte a forme essenziali che rimandano alle sculture arcaiche. La geometrizzazione delle figure e la rigidità delle posture amplificano il senso di sospensione: più che rappresentare un vero momento musicale, Felice Casorati costruisce un’immagine di armonia perfetta, dove il tempo si cristallizza e la narrazione si annulla.
Le signorine (1912)
Questo dipinto appartiene alla fase giovanile dell’artista e mostra ancora tracce dell’influenza secessionista. Due ragazze, sedute su un tappeto rosso, sono colte in un momento di intimità domestica. L’uso del colore e il morbido chiaroscuro conferiscono alla scena un’atmosfera delicata e malinconica.
Ciò che colpisce è la relazione silenziosa tra le due figure: sembrano vicine, ma allo stesso tempo distanti, ognuna chiusa nel proprio mondo interiore. Felice Casorati esplora qui uno dei temi a lui più cari: il senso di isolamento dell’individuo, anche nei contesti più quotidiani.
Natura morta con manichino (1925)
Quest’opera rappresenta una delle riflessioni più audaci di Felice Casorati sulla relazione tra realtà e rappresentazione. Accanto agli oggetti tradizionali delle nature morte – frutti, vasi, stoffe – compare un manichino, figura ambigua e perturbante.
L’inserimento del manichino trasforma la composizione in una sorta di enigma visivo: l’elemento artificiale sembra quasi fondersi con gli oggetti inanimati, suggerendo una riflessione sulla condizione umana e sul concetto stesso di identità. Felice Casorati, con la sua consueta maestria, orchestra una scena di grande equilibrio formale, che però lascia emergere un sottile senso di inquietudine.