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Gauguin in mostra al Mudec di Milano

Al Museo delle Culture di Milano da oggi fino al 21 febbraio saranno esposte circa 70 opere del pittore francese Paul Gauguin.

MILANO – Un artista che ha trascorso gran parte della sua vita viaggiando. Gauguin è stato un pittore senza radici proprie, ma di cultura ampia e aperta, in continuo movimento non tanto per un bisogno di evadere verso luoghi incontaminati quanto per il desiderio di ritrovare sé stesso e la propria arte in uno stato primitivo di unione con la natura. E quale luogo poteva essere più adatto ad ospitare una sua retrospettiva se non il Mudec – Museo delle Culture di Milano? Oggi inaugura la mostra “Gauguin. Racconti dal paradiso” prodotta da 24 ORE Cultura – Gruppo 24 Ore in collaborazione con Ny Carlsberg Glyptotek, e curata da Line Clausen Pedersen e Flemming Friborg. L’esposizione sarà visitabile fino al 2 febbraio 2016.

PRIMITIVISMO E CULTURE CHE DIVENTANO ARTE – Circa 70 opere esposte, provenienti da 12 musei e collezioni private internazionali, insieme ad artefatti e immagini documentative dei luoghi visitati dall’artista, permetteranno di riconoscere e analizzare le fonti figurative dell’arte di Paul Gauguin, che spaziano dall’arte popolare della Bretagna francese, all’arte dell’antico Egitto, da quella peruviana delle culture Inca passando per la cambogiana e la javanese, fino ad arrivare all’arte, alla vita e alla cultura polinesiana. E’ proprio attraverso il confronto tra alcuni capolavori dell’artista e le sue fonti l’ispirazione che la mostra si prefigge di dimostrare il suo approccio peculiare e originale al “primitivismo”. La personale visione di Gauguin del “primitivo” come forza primigenia del mondo, come essenza fondamentale della natura umana, lo portarono a combinare nella sua arte una serie infinita di fonti figurative tra loro lontane nello spazio e nel tempo.

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OPERE MAI VISTE IN ITALIA – Ci saranno anche due capolavori mai esposti in Italia: “Autoritratto con Cristo Giallo” del  Museo d’Orsay di Parigi che testimonia la fascinazione di Paul Gauguin per l’arte “primitiva” e si mostra come manifesto della sofferenza e della lotta dell’artista per l’affermazione della propria visione artistica e “Mahana no atua (Giorno di Dio)” dell’Art Institute of Chicago che fu dipinto a Parigi nell’intervallo tra i soggiorni di Gauguin a Tahiti, dimostra che l’influenza di immagini e ricordi di un mondo primordiale e più autentico così come la commistione di fonti iconografiche diverse fosse elemento imprescindibile della sua produzione.

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PRESTITI ECCEZIONALI – A questi si aggiunge la Volpini Suite, una delle manifestazioni più evidenti della portata artistica di Gauguin e che può essere considerata un manifesto delle sue idee artistiche fondamentali. Le 10 zincografie, visitabili solo su appuntamento allo Statens Museum for Kunst di Copenhagen e prestate molto raramente, furono concepite come una serie e possono essere considerate come un catalogo in miniatura delle tematiche e delle opere principali di Gauguin tra il 1887 and 1889.

CREATIVITA’ E VARIETA’ – L’interesse di Gauguin per le “culture altre” si tradusse in una costante ricerca di materiale originale da integrare e fondere nella sua produzione. Spaziando dai dipinti alle sculture in legno, dalle ceramiche alle incisioni in mostra, le opere fanno quindi emergere come il “primitivo” di Gauguin sia visione artistica, stile di vita, viaggio di evasione dalla contemporaneità verso un mondo altro, incontaminato, carico di antichi significati, abitato da forze e spiriti ancestrali. La varietà dei mezzi artistici utilizzati da Gauguin si rivela essa stessa come prova della creatività e complessità della sua visione e le opere in esposizione dimostrano come l’approccio immaginativo e unico di Gauguin sia un prisma intorno al quale la tradizionale visione occidentale del “primitivismo” può essere riletta secondo prospettive nuove e insolite.

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